“Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà. A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col terrore dell’intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l’informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l’ordine, ed in cui la sicurezza dei pochi privilegiati riposava sul lavoro forzato e sul silenzio forzato dei molti.”
Primo Levi da “Un passato che credevamo non dovesse tornare più”, Corriere della sera, 8 maggio 1974; ora in “L’asimmetria e la vita”
Primo Levi da “Un passato che credevamo non dovesse tornare più”, Corriere della sera, 8 maggio 1974; ora in “L’asimmetria e la vita”
8 commenti:
fa sempre impressione leggere dei "classici" e trovarli ancora così attuali e lungimiranti
Giusto per fare una citazione:
" Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire."
ciao.
Ciao Silvano felice di ritrovarti! Paole come queste vanno stampate nella mente e non dimenticate
un saluto
Caro Silvano, eccomi di nuovo e questa volta riprenderò a scrivere e curare il blog in maniera costante.
Spero sempre nella tua fiducia e collaborazione bloggeristica.
Sul tuo post: le parole di Levi sono anche quelle dei più grandi intellettuali, delle coscienze critiche che hanno da sempre individuato e messo a fuoco le origini del totalitarismo occidentale da Orwell a Saramago fino Flores d'Arcais.
Marco.
Un mito. C'è poco da fare. Ha ragione su tutta la linea.
incredibile sapere che quello che sta succedendo oggi, fosse già stato descritto dagli autori "universali", quelli le cui idee non moriranno mai e che offrono chiavi di lettura e di interpretazione della realtà valide in tutti i tempi e in tutti i luoghi
bravo silvano a citare primo levi
Grazie mille per la fiducia Silvano.
Marco
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