Après moi le déluge, questo è quello che pensa el "Ghe pensi mi" nazionale.
E per una volta devo essere d'accordo con il nostro Sire Silvio I.
E' consapevole del suo ineluttabile declino (non illudiamoci ci farà sputar sangue prima d'andarsene), sa di essere al tramonto (ha tanti difetti ma non è stupido).
Quello che ancora noi non sappiamo è che dopo di lui sarà veramente il diluvio.
Accanto al disastro che erediteremo, i cui vasti contorni ogni giorni divengono sempre più chiari anche all'osservatore più ottimista o più distratto, si vedrà come l'Italia sia il fedele specchio del suo mediocre Sire.
Un paese fermo da vent'anni, che si è guardato l'ombelico mentre il mondo cambiava, un popolo rimasto bambino che ama distrarsi e che non vuole vedere la realtà, forze politiche (tutte, nessuna esclusa) che hanno giocato a combattere o a idolatrare il Sire, senza proporre un'idea propria, una di numero.
Pensano, poveretta anche la sinistra, che la fine del Sire di per sè avrà un potere taumaturgico di produzione di progetti, idee, là dove finora è stato il deserto culturale e politico ritratto fedele della loro nullità.
Rimarranno le macerie e se le dovrà sciroppare un popolo che sembra tanto lo stereotipo del ragazzotto che guarda la realtà attaraverso i reality show, che pensa che fare un cazzo da mane a sera e guardare il tv e giocare con l'I-phone sia si per sè la migliore e la più inteligente delle attività.
Saranno cazzi amari al tramonto del Sire.
Après moi le déluge.
E per una volta devo essere d'accordo con il nostro Sire Silvio I.
E' consapevole del suo ineluttabile declino (non illudiamoci ci farà sputar sangue prima d'andarsene), sa di essere al tramonto (ha tanti difetti ma non è stupido).
Quello che ancora noi non sappiamo è che dopo di lui sarà veramente il diluvio.
Accanto al disastro che erediteremo, i cui vasti contorni ogni giorni divengono sempre più chiari anche all'osservatore più ottimista o più distratto, si vedrà come l'Italia sia il fedele specchio del suo mediocre Sire.
Un paese fermo da vent'anni, che si è guardato l'ombelico mentre il mondo cambiava, un popolo rimasto bambino che ama distrarsi e che non vuole vedere la realtà, forze politiche (tutte, nessuna esclusa) che hanno giocato a combattere o a idolatrare il Sire, senza proporre un'idea propria, una di numero.
Pensano, poveretta anche la sinistra, che la fine del Sire di per sè avrà un potere taumaturgico di produzione di progetti, idee, là dove finora è stato il deserto culturale e politico ritratto fedele della loro nullità.
Rimarranno le macerie e se le dovrà sciroppare un popolo che sembra tanto lo stereotipo del ragazzotto che guarda la realtà attaraverso i reality show, che pensa che fare un cazzo da mane a sera e guardare il tv e giocare con l'I-phone sia si per sè la migliore e la più inteligente delle attività.
Saranno cazzi amari al tramonto del Sire.
Après moi le déluge.
5 commenti:
bellissimo post
vero, sentito, ineccepibile
bellissima la metafora degli italiani ancora bambini
bambini che pensano a giocare e che guardano a lui come al papà, un papà, severo e giusto che ci condurrà sulla via giusta
chi ci salverà?
io le galosce ce l'ho, l'impermiabile pure e ..anche la speranza quindi ....
sono sicura che ce la caveremo (e vedi di non togliermi questa pia illusione!!!!)
Quell'uomo ha plasmato il paese a sua immagine e somiglianza altrimenti non si spiegherebbero gli esempi di quotidianità berlusconiana che troviamo ogni giorno. Speriamo che tramonti intanto, il dopo sarà difficile perchè gli italiani sono questi, ci vorrà una ricostruzione del paese.
un saluto silvano
Caro Ernest, quell'uomo ha trovato un paese già fatto così: si è limitato ad assecondarne e premiarne i peggiori istinti.
Un paese di mediocri e incapaci, dove merito e senso del dovere non si sa nemmeno cosa siano.
Certo il Sire l'ha peggiorato e messo in ginocchio.
per quanto sarà duro il post-berlusconi, ce ne faremo una ragione :D
ma sul fatto di essere in declino, nei suoi deliri di grandezza non credo ne sia consapevole
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