23 lug 2010

Marchionne e i burattini che odiano la CGIL


A volte ritornano, a volte ritornano anche i post.
Ad esempio questo che racconta una finta dichiarazione di Marchionne pubblicato il 24 giugno scorso.
Guardando la cosa adesso con gli ultimi sviluppi mi sembra di poter dire che tutto sommato avevo (facilmente) indovinato, o come aveva detto l'amico Gap, citando il suo maestro politico (il venerando senatore Giulio Andreotti) "a pensar male si fa peccato ma ci si indovina sempre".
Adesso è sempre più chiaro che da una parte Fiat persegue esclusivamente il suo interesse di multinazionale, e dall'altro scarica furbescamente la responsabilità della scelta di delocalizzazione sulla CGIL, sfruttando ad hoc l'odio ideologico del Governo, della CISL e della UIL verso l'unico sindacato che ancora fa, in via di principio, l'interesse dei lavoratori.
C'è tutto: un burattinaio furbo e potente, un esercito di burattini che in cambio di un piatto di lenticchie si fanno manovrare e una stampa che volutamente non vede più in là del proprio naso.
Di seguito la finta dichiarazione di Marchionne del 24 giugno scorso:

“Fiat, dopo l’annuncio di chiudere lo stabilimento di Termini Imerese, ha constatato pure l’esigenza di chiudere lo stabilimento di Pomigliano D’Arco.
A questo punto si poneva per noi però un problema politico.
Era troppo oneroso per l’azienda assumersi la responsabilità della dismissione di due stabilimenti in Italia.
Abbiamo quindi pensato di far assumere al sindacato l’onere del futuro di Pomigliano.
Abbiamo posto una serie di condizioni durissime e inaccettabili per le Organizzazioni Sindacali, incassando contemporaneamente l’appoggio del Governo, che per ragioni politiche sue aveva tutto l’interesse a mettere in difficoltà soprattutto la CGIL, e la solidarietà di Confindustria che vedeva nella destrutturazione sindacale una vittoria.
A questo punto avevamo tutte le carte in mano.
Qualcosa è però andato storto. Le condizioni che noi consideravamo inaccettabili non lo erano evidentemente per i sindacati e la rottura dell’unità degli stessi non ha comportato il raggiungimento del nostro obiettivo di chiudere Pomigliano scaricando su di esse la responsabilità.
A quel punto eravamo in un angolo e allora abbiamo rilanciato, facendo votare i lavoratori che ancora hanno accettato condizioni inaccettabili, e non ci è rimasto che scaricare sulla minoranza dissenziente la responsabilità della dismissione.
Obiettivo raggiunto per Fiat, per Confindustria che si confronterà con Organizzazioni Sindacali divise e litigiose, e per il Governo il cui primo obiettivo era indebolire la CGIL.”

7 commenti:

Juliet ha detto...

Furbi loro!

Gap ha detto...

"citando il suo maestro politico"

Potrei venire su e mettere a ferro e fuoco tutta la Padania.

Ernest ha detto...

Ciao silvano
quello che sta facendo la Fiat è veramente vergognoso, sta cercando di annientare l'unico ostacolo di opposizione che il regime si trova davanti cioè la CGIL e in particolare la Fiom, fa ancora più rabbia non sentire dichiarazioni di fuoco che dovrebbero alzarsi dalla parte politica si sinistra.
un saluto

silvano ha detto...

:-P
Mo' vado pure a dirglielo al Russo che in quanto strenuo difensore, al par mio, della Padania contro il romano teron m'aiuterà ad organizzare la difesa.

enzo ha detto...

L'italia è un film dell'orrore.

enzo ha detto...

L'italia è un film dell'errore.

il Russo ha detto...

Anche se con colpevole ritardo, offro il mio petto alle orde barbariche taron romane, sia mai che ti lasci solo in questa battaglia di civiltà!