Questo è un articolo di Alexander Stille uscito l'8 aprile 2010 sul The New York Review of Books.
Alcuni estratti significativi:
"Io guardo incuriosita e il mio primo pensiero è che mi trovo in un harem. Lui è il sul divano e noi tutte, siamo venti ragazze, le donne a sua disposizione. Le più giovano facevano a gara a chi gli stava più vicina. Facendo l’escort pensavo di avere visto un bel po’ di cose, ma questa mi mancava, venti donne per un unico uomo. Le orge normalmente prevedono più o meno lo stesso numero di donne e di uomini, altrimenti è difficile distribuire piacere. Qui gli altri uomini non hanno voce in capitolo. C’era un unico maschio con diritto di copula, il Premier." - Patrizia D' Addario.
L’Italia è ultima in assoluto per quanto riguarda la crescita del Prodotto Interno Lordo pro capite tra tutti e 30 i Paesi appartenenti all’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), un indicatore chiave della produttività e della ricchezza. In media, le nazioni OCSE hanno avuto un tasso di crescita annuale del 2,6% tra il 1994 (il primo anno che ha visto Berlusconi al potere) e il 2007, mentre l’Italia ha avuto una crescita annuale inferiore al 1,5%. Secondo Tito Boeri, se gli italiani non sono in rivolta è dovuto in parte al fatto che la recessione non ha scatenato una serie di fallimenti bancari, pignoramenti immobiliari e neppure una crisi del debito su scala nazionale come invece è avvenuto in Grecia. Tito Boeri è professore presso la Bocconi di Milano, la principale università nel campo dell’economia e gli affari, nonché editore de La Voce, un importante sito web che tratta di notizie e analisi economiche. “Ma se guardate al PIL e il reddito pro capite”, ha dichiarato:
l’Italia sta peggio degli altri paesi industrializzati, peggio della Germania, degli Stati Uniti, della Gran Bretagna e molto peggio della Francia, che ha un’economia simile. Stava male prima, da quando è cominciato il suo declino storico, e sta ancora peggio da quando è cominciata la recessione.
Gli effetti della recessione sono stati più sopportabili perché i licenziamenti hanno colpito soprattutto i lavoratori giovani, molti dei quali vivono ancora coi genitori; la famiglia italiana ha ridotto l’impatto della flessione economica.
L’Italia ha fatto poco o nulla per preparasi al futuro. La Spagna ha incrementato la popolazione universitaria di 7 volte da quando è tornata la democrazia nella metà degli anni ‘70 e ora quasi il 29% della sua popolazione adulta possiede un titolo universitario, mentre l’Italia si trascina in coda con solo il 12,9%. La norma nella OCSE è del 26%. L’Italia investe meno della metà della media OCSE nella ricerca. Invece, una delle caratteristiche principali del programma economico di Berlusconi è stato il cosiddetto scudo fiscale che ha permesso a coloro che avevano nascosto dei patrimoni all’estero di riportarli in Italia pagando soltanto 5 centesimi per ogni dollaro – una pacchia per gli evasori fiscali e riciclatori di denaro sporco. Questo tipo di capitalismo corrotto non tirerà fuori l’Italia dai propri guai economici. Inoltre, l’Italia occupa l’84° posto su 128 nella classifica sulla parità tra i generi stilata dal World Economic Forum del 2007, ben più in basso di Paesi come Uganda, Bolivia e Kenya. Il sessismo dei media di proprietà di Berlusconi e della sua condotta privata permea la società nel suo insieme. Si tratta di un problema non solo morale, ma anche economico poiché la partecipazione femminile nella forza lavoro è un fattore importante nella crescita economica.
Qui potete trovare l'articolo originale in inglese e qui lo potete trovare integralmente in italiano.
Alcuni estratti significativi:
"Io guardo incuriosita e il mio primo pensiero è che mi trovo in un harem. Lui è il sul divano e noi tutte, siamo venti ragazze, le donne a sua disposizione. Le più giovano facevano a gara a chi gli stava più vicina. Facendo l’escort pensavo di avere visto un bel po’ di cose, ma questa mi mancava, venti donne per un unico uomo. Le orge normalmente prevedono più o meno lo stesso numero di donne e di uomini, altrimenti è difficile distribuire piacere. Qui gli altri uomini non hanno voce in capitolo. C’era un unico maschio con diritto di copula, il Premier." - Patrizia D' Addario.
L’Italia è ultima in assoluto per quanto riguarda la crescita del Prodotto Interno Lordo pro capite tra tutti e 30 i Paesi appartenenti all’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), un indicatore chiave della produttività e della ricchezza. In media, le nazioni OCSE hanno avuto un tasso di crescita annuale del 2,6% tra il 1994 (il primo anno che ha visto Berlusconi al potere) e il 2007, mentre l’Italia ha avuto una crescita annuale inferiore al 1,5%. Secondo Tito Boeri, se gli italiani non sono in rivolta è dovuto in parte al fatto che la recessione non ha scatenato una serie di fallimenti bancari, pignoramenti immobiliari e neppure una crisi del debito su scala nazionale come invece è avvenuto in Grecia. Tito Boeri è professore presso la Bocconi di Milano, la principale università nel campo dell’economia e gli affari, nonché editore de La Voce, un importante sito web che tratta di notizie e analisi economiche. “Ma se guardate al PIL e il reddito pro capite”, ha dichiarato:
l’Italia sta peggio degli altri paesi industrializzati, peggio della Germania, degli Stati Uniti, della Gran Bretagna e molto peggio della Francia, che ha un’economia simile. Stava male prima, da quando è cominciato il suo declino storico, e sta ancora peggio da quando è cominciata la recessione.
Gli effetti della recessione sono stati più sopportabili perché i licenziamenti hanno colpito soprattutto i lavoratori giovani, molti dei quali vivono ancora coi genitori; la famiglia italiana ha ridotto l’impatto della flessione economica.
L’Italia ha fatto poco o nulla per preparasi al futuro. La Spagna ha incrementato la popolazione universitaria di 7 volte da quando è tornata la democrazia nella metà degli anni ‘70 e ora quasi il 29% della sua popolazione adulta possiede un titolo universitario, mentre l’Italia si trascina in coda con solo il 12,9%. La norma nella OCSE è del 26%. L’Italia investe meno della metà della media OCSE nella ricerca. Invece, una delle caratteristiche principali del programma economico di Berlusconi è stato il cosiddetto scudo fiscale che ha permesso a coloro che avevano nascosto dei patrimoni all’estero di riportarli in Italia pagando soltanto 5 centesimi per ogni dollaro – una pacchia per gli evasori fiscali e riciclatori di denaro sporco. Questo tipo di capitalismo corrotto non tirerà fuori l’Italia dai propri guai economici. Inoltre, l’Italia occupa l’84° posto su 128 nella classifica sulla parità tra i generi stilata dal World Economic Forum del 2007, ben più in basso di Paesi come Uganda, Bolivia e Kenya. Il sessismo dei media di proprietà di Berlusconi e della sua condotta privata permea la società nel suo insieme. Si tratta di un problema non solo morale, ma anche economico poiché la partecipazione femminile nella forza lavoro è un fattore importante nella crescita economica.
Qui potete trovare l'articolo originale in inglese e qui lo potete trovare integralmente in italiano.
5 commenti:
ti ripsondo con il "mio" post, c'� ancora qualcosa di buono nel "nostro" regno.....
Sembrava solo una parodia, quella di Elio nel 1996 a Sanremo; non immaginavamo lontanamente quello che ci aspettava.
Aiuto! Ragazzi, qui finiamo come la Grecia!
il libro della d'addario non sarà certo un capolavoro, ma è un documento importante di cui parlano anche negli states. e da noi è stato messo perlo+ a tacere.
quanto al prof della bocconi, ha (purtroppo) confermato quello che già sospettavo dalla mia esperienza diretta. i dati italiani sembrerebbero nella norma europea, ma se si guarda meglio, i giovani sono quelli che se la stanno prendendo di più in quel posto. una cosa ancor più allarmante in prospettiva futura, ma tanto a questo governo interessa solo di far bella figura sul presente. ai problemi futuri ci penseranno i governi futuri
E' davvero difficile riuscire a vedere la risalita
un saluto
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