28 feb 2008

Canzone n. 2 "Redemption Song" - Bob Marley

Bob Marley? grande ma non mi ha mai fatto impazzire. Certo, come tutti mi son ritrovato a canticchiare "Jammin'" o "No woman no cry". Bello il ritmo. Bello che uno, che povero veniva da un paese povero, sia diventato una delle grandi ed immortali stelle del firmamento rock. Bello che il ritmo reggae abbia influenzato la musica rock a livello mondiale: senza il reggae i police o i clash non sarebbero stati quelli che tutti abbiamo conosciuto. Però una sua canzone va di diritto nelle mie 31: Redemption song. E' la sua canzone meno reggae, anzi non lo è proprio per niente. Ma resterà nei mie ricordi indelebile per un episodio. Guardavo la tv facendo zapping e, ad un certo punto, sono capitato su un canale, non saprei quale, dove trasmettevano un reportage giornalistico: non l'avevo da subito capito. Ho solo visto dei ragazzi che camminavano in una giornata invernale, nebbiosa e scura, in un posto desolato; poi ho visto l'entrata ed i binari ed ho capito che era il campo di concentramento di Auschwitz. Non c'era commento: solo silenzio. Dal silenzio emergevano i rumori dello scalpiccio delle scarpe sul ghiaino ed i sassi e questa canzone "Redemption song". Mi sono commosso, rendeva perfettamente il dolore che quel luogo, anche rappresentato a distanza, ha in sè. E' una canzone religiosa nel vero senso della parola, trasmette pietà, dolore, perdono, vita. Spenta la televisione l'ho cercata e trovata tra i miei cd (per la cronaca fa parte dell'album "Uprising"), l'ho ascoltata e riascoltata molte volte e, ancora adesso mentre scrivo, mi conferma che è in assoluto una delle più sentite e vere canzoni di sempre. Sono anche andato a leggermi delle critiche, molti ne parlano come di un epitaffio, di una canzone d'addio, quasi come se Marley avesse saputo che di lì a poco sarebbe morto. Non so, può darsi, a me piace leggerla come la canzone che ha portato Marley in modo definitivo tra i grandi della musica rock dimostrando, anche se non ve ne era bisogno, che ormai lui non era più solo la stella della Giamaica.


27 feb 2008

Canzone n. 1 "Heroes" David Bowie

Heroes (ascolta la canzone) di David Bowie è la prima delle 31 canzoni che ho scelto, un caso, niente di premeditato. E' più interessante dire magari perchè questa canzone rientri nel novero delle 31. Uscì che ero al primo anno di liceo, non mi comprai il disco, allora ero parecchio chiuso, pink floyd, genesis, yes, jethro tull, poco altro, ricordo Desire di Dylan, poi... boh. Comunque l'ascoltati moltissimo alla radio, mi piaceva tanto perchè era bella, perchè era urlata con passione e disperazione, mi piacevano gli arrangiamenti molto evoluti, moderni, come di metallo(niente a che vedere con il metal, che pure mi piace), e poi perchè aveva un qualcosa che non sapevo definire ma che percepivo come perfetto. Una sensazione strana, difficile, anzi impossibile da spiegare, che mi sono spiegato qualche anno dopo quando uscì il film: "Cristiana F. noi i ragazzi dello zoo di Berlino". Ecco cosa aveva, che non capivo ma che mi attirava, era la perfetta colonna sonora di una generazione, anche della mia, descriveva spazi vuoti di esistenze vuote, il mal di vivere di adolescenti, giovani, senza usare però un linguaggio effimero legato a quelle che oggi potrebbero essere le boy-band. Immaginate di essere isolati dal mondo su una metropolitana che gira tutta la notte nei sotterranei di Berlino, di avere heroes in cuffia sparato a tutto volume, lo sguardo fisso che guarda fuori dal finestrino, buio, luce,stazioni vuote all'infinito.