25 mag 2014

La nuova Italia che uscirà dalle urne europee

La nuova Italia che uscirà dalle urne europee, come sarà? Non lo so. Posso però provare ad immaginarla. Ci saranno novità politiche. Dalle urne usciranno comunque vincitori due partiti il nuovo PD di Matteo Renzi ed il M5S di grillo - casaleggio.

Forza Italia si sta sfaldando e non sopravviverà al declino del suo leader, altri leader o strutture da quella parte non ci sono, nè ora nè ci saranno in futuro.
I voti in libera uscita da FI con tutta probabilità non si riverseranno sul nuovo centro destra di Alfano nè sugli altri orfanelli di berlusconi, ma andranno al M5S e al PD di Renzi.
La Lega si troverà a competere con la lista dei pensionati e appena risolto anche l'equivoco Maroni verrà cacciata anche dalla Lombardia. Dal Veneto invece non so, che da queste parti stanno cercando velocemente di diventare una DC sia pure territoriale, ma ho dei dubbi che l'operazione possa riuscire essendo partita troppo in ritardo.
La sinistra sinistra della lista Tsipras, temo non supererà lo sbarramento del 4% certificando la sua crisi e dimostrando che anche il commissariamento greco e di residue e marginali elites intellettuali non sarà sufficiente ad arginare una decadenza che prima di tutto consiste nell'incapacità di leggere la realtà e di adeguarvisi mantenendo radici e sapendo elaborare proposte realistiche e che abbiano un minimo di credibilità qui ed ora. Mi auguro che il cambio radicale della classe dirigente di SEL cui assisteremo nei prossimi mesi sia sufficiente a salvare questo pezzo di sinistra e che si cominci a ragionare in termini di sinistra anglosassone anche estrema ma come corrente di un partito laburista democratico con spiccata tendenza governativa.
Domani cambierà tutto. Renzi uscirà pure lui cambiato da questa campagna elettorale, il one man band non è più sufficiente, c'è bisogno di un leader che sappia governare un paese in crisi, con la duttilità del caso che non sarà più garantita da una buona capacità tattica ma che richiederà capacità strategiche di medio lungo termine.
E domani anche il M5S si troverà ad un bivio o cominciare a fare politica ed alleanze o sprecare il capitale di voti che avrà incamerato.
Le stesse riforme sono in discussione, che sarà difficile immaginare che il PD possa farle con  un centrodestra che probabilemente uscirà come aborto da queste elezioni, e certo come tattica temporanea si potrà compensare le difficoltà dialogando con i sopravvissuti di Forza Italia, ma non ci si potrà nascondere a lungo che le riforme non potranno prescindere da un dialogo con i 5 stelle.

21 mag 2014

Evoluzione dell'insulto e nuovi sinonimi

Una volta per me l'insulto definitivo in politica era dato dal termine fascista.

Poi nel tempo s'è aggiunto berlusconiano che, più che lo schifo e l'inaccettabilità intrinseche nel termine fascista, indica ribrezzo e pure scherno.

Infine s'è aggiunto il termine grillino (interessante ed indicativo come i neo aggettivi politico esistenziali non derivino da un movimento politico ma dai cognomi di due persone). Ora singolare come grillino e berlusconiano stiano diventando sinonimi e siano ormai, non solo nel mio immaginario, entrambi insulti. E' un po' come l'evoluzione di una parola e della sua degenerazione nel tempo. Si è partiti con berlusconi e poi si è arrivati a grillo. Non avrei mai detto che un movimento già degenere sarebbe nel tempo degenerato, eppure la cosa è di un' evidenza che non si può ignorare.

Ancora potremmo dire che la degenerazione del fascismo ha prima prodotto il berlusconismo e infine il grillismo. Tre parole per indicare sempre la medesima sostanza che nel tempo marcisce e cambia forma ma non essenza e radici.