Letto l'articolo mi son dapprima chiesto dove avessero rinchiuso il povero Banderas, solo con la gallina in cantina a mangiarsi le focaccelle.
L'idea che tutti sappiano fare il mestiere dell'insegnante è affermata ormai da anni e ampiamente diffusa, e questi genitori sono talmente innamorati del proprio ego, talmente razzisti, asociali da non porsi nemmeno la domanda del valore che scuola e anche società debbano avere.
Siamo animali sociali, ognuno diverso dall'altro, ma che si trovano e crescono ed esistono nell'interazione sociale. Immaginare un universo di elite (la nostra, anzi la mia) è spaventoso, crea mostri.
In una società senza più un verso, una direzione, le patologie mentali rischiano di divenire una forma di esibizionismo esistenziale, una sorta di libertà, un mondo autoreferenziale dove significato e significante sono finalmente sciolti per sempre dal loro legame sociale.
Ognuno per sè. Oggi l'educazione scolastica, domani l'autodiagnosi delle malattie e relative cure (a pensarci è già così, c'è gente che si cura con i fiori di bach, con l'acqua fresca), una propria polizia (magari asserragliati in una cittadina sorvegliata da guardie private che tengono lontani i brutti sporchi e cattivi), e poi una propria giustizia (in casa mia sparo e uccido chi voglio io e voi chi siete per giudicarmi) e poi una privatizzazione di tutto sino ai sentimenti.
Indietro tutta diceva il bel programma di Arbore.