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tegnon l'anime triste di coloro
che visser sanza 'nfamia e sanza lodo.
Fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa
che visser sanza 'nfamia e sanza lodo.
Fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa
Del pasticcio, o meglio del dramma de L'Aquila il vero responsabile è il Bertolaso, allora capo della Protezione Civile, unitamente al suo sodale del tempo, nonchè nostro ex Dominus. Ora gli scienziati componenti della Commissione Grandi Rischi sono stati condannati da un Tribunale della Repubblica in seguito al rilascio di dichiarazioni non scientifiche ma politicamente rassicuranti nei confronti della popolazione peggio del cagnolino della voce del padrone.
Mi viene una domanda.
Ma se il ruolo di questi scienziati al tempo è stato in fondo solo quello di aver dato voce alla volontà del potere politico,in cambio di un posto in una commissione scientifica prestigiosa, ed oggi altro non trovano di meglio se non piangersi addosso nascondendosi dietro la scienza e non accettando, in perfetto stile italico, gli oneri che derivano dagli onori, quale deve essere infine il ruolo dell'uomo di scienza nella società moderna?
Come deve articolarsi il controllo sociale della scienza e della ricerca scientifica?
Mi sembra evidente che il vecchio modello - al servizio del potere politico - sia fallimentare e nefasto sia per la società sia per gli stessi scienziati.
C'è bisogno di qualcosa di nuovo, che non sia uno scaricabarile, ma un modello che tuteli, la società e cioè noi, gli scienziati nella loro duplice funzione di cittadini e uomini di scienza, e che il tutto sia funzionale al progresso e alla sicurezza. Qualcuno ha qualche idea?