Se ne parla molto, ma l'impressione è che pochi se non pochissimi sappiano cos'è.
L'importante per ora sembra parlarne e farne oggetto di una fuga in avanti.
Industria 4.0 è l'innovazione digitale prossima ventura che rivoluzionerà il mondo, il nostro modo di vivere e di lavorare.
Come tutte le novità può far paura o determinare una fregola futurista.
Mediamente non temo le novità ma questa è epocale e mi angoscia data l'impressione che non saremo in grado di guidarla ma che invece ne saremo guidati. In una società afflitta da sperequazioni sociali ed economiche enormi, quale la nostra attuale, l'introduzione di questo nuovo modo di produzione senza adeguata governance avrà un impatto devastante. Sembra non accorgersene nessuno, nè la classe dirigente politica che ha perso capacità di leadership, nè la classe degli imprenditori che non si rendono pienamente conto che in prospettiva, nemmeno troppo lontana, si troveranno di fatto a diventare dei consumatori dipendenti di pochissime ed enormi multinazionali detentrici del sapere. Il know how diffuso e prodotto dal tessuto economico, semplicemente, da un giorno all'altro, sarà obsoleto. Assisteremo in poche parole alla proletarizzazione di un'intera classe produttiva.
Questo dato, che dovrebbe essere allarmante, sembra invece non interessare nessuno o quasi, non certo la massa degli imprenditori, che dovrebbero essere classe dirigente nei paesi occidentali.
Sottovalutazione del rischio? Ignoranza? Conformismo? O non invece nuovo illuminismo?
In attesa di un futuro che non governeremo se non troveremo modi e tempi per una moratoria, cito le parole di Stephen Hawking "Robots aren’t just taking our jobs, they’re making society more unequal", e linko questa sua intervista. Buona lettura.
https://qz.com/520907/stephen-hawking-robots-arent-just-taking-our-jobs-theyre-making-society-more-unequal/?utm_source=parMIT
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