Qui riporto la definizione che lui diede del jazz, una delle più belle e sentite che abbia mai letto.
“Stylistically, jazz resembles life… Jazz musician is not a performer. He is a creator, nurturing his art in front of an audience — fragile, instantaneous, intangible; like the shadow of falling snowflakes… Jazz is an amazing chaos, the basis of which is intuition pushed to its limit, taste, and the [collective] feeling of an ensemble… Jazz is us at our best. That is, when we are spiritually uplifted, fearless, and sincere…”
“Stylistically, jazz resembles life… Jazz musician is not a performer. He is a creator, nurturing his art in front of an audience — fragile, instantaneous, intangible; like the shadow of falling snowflakes… Jazz is an amazing chaos, the basis of which is intuition pushed to its limit, taste, and the [collective] feeling of an ensemble… Jazz is us at our best. That is, when we are spiritually uplifted, fearless, and sincere…”
6 commenti:
ho tradotto a senso il mio inglese fa veramente pena, io direi che il jazz...ti cambia la vita come ha già fatto notare marsalis
Dovlatov! Esiste un post sul mio blog che "recensisce" un suo libro con articoli tratti dal giornale che aveva fondato negli USA per gli ebrei russi. Lo ricordo molto bene trovo molto interessante anche questa susa definizione.
Il jazz non solo ti cambia la vita ma è la vita, direi io.
Anche il mio inglese fa schifo ma vabbè... :-)
Scusa la pignoleria, ma credo che dovresti aggiungere quella t che manca nella citazione...
Caspita che occhio. Grazie.
;-) grazie, ora va meglio
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