27 ott 2011

Religiosità/idolatria di massa in morte di un motociclista

La devozione popolare che si è tramandata nei secoli e che oggi all'apparenza vede refrattarie le masse emancipate ed acculturate e specialmente i giovani, in realtà non è mai venuta meno. Semplicemente si manifesta in altro modo mimetizzandosi nella commozione popolare e facendosi dettare modi e tempi non più dal predicatore, dal sacerdote, ma dai media di massa. I tratti di isteria diffusa e di comportamenti nevrotici sono rimasti però quelli di sempre. Rispetto alla devozione popolar/religiosa del fenomeno delle "madonne pellegrine", si è anche vestita di un suo abito "laico" pagano, ma nella sostanza non è cambiato nulla. Migliaia di persone che rendono omaggio e mitizzano un povero campione di motociclismo sono la testimonianza che i meccanismi della credulità popolare sono rimasti invariati nei millenni.

4 commenti:

Zio Scriba ha detto...

E fra qualche settimana, Pellegrinaggio di massa al Tempio del motorshow, obitorio non solo simbolico delle giovani menti.

gattonero ha detto...

In zona a ogni pie' sospinto ci sono motoraduni: ogni volta succedono, quando va bene, un paio di incidenti.
Sovente, troppo sovente, mortali. Non sono campioni, sono persone soltanto appassionate di quel tipo di due ruote: ragazzi, meno giovani e qualche anzianotto.
Ma, per quanto ricordo, sono sempre stati i giovani ad 'andarsene'.
Di loro rimangono, qua e là, mazzi di fiori di plastica, cotti dal sole e martoriati dalle intemperie.
Non c'è idolatria, resta solo il rimpianto per giovani vite spezzate; rimpianto che il tempo limita ai parenti più stretti.
Il pianto ai funerali viene messo in naftalina, in attesa della prossima vittima.

listener-mgneros ha detto...

non so se sia idolatria ma scusate non sono sono d'accordo con questo post e con i commenti e con la criminalizzazione dei motociclisti e dei motoraduni. Ed io vado solo i scooter. Ma di banalizzare l'amore per le moto e una mitologia che comunque è stata anche ribellistica e e controcorrente in questa maniera mi sa di moralismo e di fare di tutta un eeba un fascio.

A Gegio film ha detto...

D'altronde si parla di uomini su motociclette che vanno a velocità assurde, tanto che si misurano i tempi sui secondi, se non sui centesimi di secondi, roba che chiunque non riesce a contare. Mi dispiace per la tragedia, ma si dovrebbe iniziare a considerare anche questo.