26 set 2013

La pasta Barilla

Sarà che ci sono dei giorni in cui mi sembra di stare fuori dal mondo, ma questa vicenda - si fa per dire - della pubblicità Barilla con o senza gay, la trovo una gran stronzata spero montata ad arte per fare un po 'di pubblicità bipartizan alla pasta e ai gay. 

Non fosse così, e qualcuno dei polemisti o dei maitre a penser facesse sul serio e credesse veramente a questa querelle marziana, allora saremmo al qualunquismo delle battaglie civili e al politically correct di qualcosa che (fu/forse) socialmente eversivo. 

Infine però, forse, la stupidità di questa polemica è veramente indice di una conquistata parità: certo tanto combattere, tanta violenza e tante morti per una comune banalità normalizzante, imporrebbe di chiedersi se ne valesse la pena. 

In ogni caso la pasta Barilla non mi piace e non mi piacciono le merendine ed al mulino bianco gli darei fuoco e allo spagnolo che rompe i maroni alla gallina lo manderei a lavorare in miniera.

4 commenti:

Bastian Cuntrari ha detto...

La polemica è una grande stronzata, come tutte le polemiche fondate sul cosiddetto "politicamente corretto". Che - per bene che vada - sono solo ipocrisia allo stato puro.

E la pasta Barilla pure, fa schifo. Ti suggerisco la Granarolo, trafilata al bronzo: la pasta lunga migliore è il vermicello, che "succhia" tutto il condimento!

Cri ha detto...

Non è tanto la provocazione "gay" il punto, quanto le affermazioni di Pietro Barilla sulla famiglia tradizionale propugnata dalla loro pubblicità, col papà che lavora e la mamma che serve a tavola giuliva e amorevole lui e i figli. Barilla dice: è questo il nostro brand, la nostra etichetta, questi sono i nostri riferimenti culturali.
Ora, a prescindere che a me la pasta Barilla, che è di plastica e non tiene la cottura, fa schifo da decenni, e che sempre per la cattiva qualità dei prodotti i miei figli non hanno mai assaggiato manco un tegolino, è la pervicace ostinazione nell'avallare costumi retrivi, anzi, nell'appoggiarcisi per fare i soldi, che irrita: questa pigrizia mentale che sconfina nella pigrizia morale. Non si chiede ad un industriale di essere il paladino dei diritti civili, per carità - è giusta la battuta che oggi ho letto su FaceBook: "Vivo in un paese in cui dichiarazioni omofobe e razziste destano scalpore quando escono dalla bocca di un fabbricante di pastasciutta, non da quella di un rappresentante delle istituzioni regolarmente eletto" -, ma le affermazioni sfrontate di Barilla denunciano proprio la miopia, l'inerzia, la pesantezza e il parassitismo dei detentori del potere economico in Italia.

allelimo ha detto...

boh.
ha detto che la sua azienda preferisce non fare pubblicità con protagonista una famiglia gay.
cioè quello che fanno il 99,99% delle aziende che fanno pubblicità.
che però son più furbe e non lo dicono pubblicamente.

brazzz ha detto...

esatto..le polemiche legate al politicamente corretto sono patetiche e fasulle per definizione, resta il fatto che la barilla on si ingoia, e che lui è un cretino,rozzo e volgare..poi resta che uno come Bonanno gira a piede libero,anzi è in parlamento,resta la volgarità di un rappresentante,a modo suo,della classe dominante(il barilla)..resta che siamo in un paese dove rigurgiti fascistoidi paion normali..resta che siamo in un paee dove un condannato detta lui le condizioni, e un partito che forse una volta era di sinistra(ma non son mica sicuri)cosa fa? guarda ..