20 mar 2011

I giardini di marzo - Lucio Battisti

Se esci per strada, se ti affacci al balcone l'aria è piena di profumi di erba, di primavera che vengono dalla vicina collina.
L'aria splende, il cielo è azzurro e terso dalla pioggia di ieri.
E allora perchè no, perchè non riascoltare i giardini di marzo, canzone mai capita fino in fondo ma dai versi colmi d'impressioni come per il miglior De Gregori.

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All'uscita di scuola i ragazzi vendevano i libri
Io restavo a guardarli cercando il coraggio per imitarli
Poi sconfitto tornavo a giocar con la mente e i suoi tarli
E la sera al telefono tu mi chiedevi
"Perchè non parli "

Che anno è
Che giorno è
Questo è il tempo di vivere con te
Le mie mani come vedi non tremano più
E ho nell'anima
In fondo all'anima cieli immensi
E immenso amore
E poi ancora ancora amore amor per te
Fiumi azzurri e colline e praterie
Dove scorrono dolcissime le mie malinconie
L'universo trova spazio dentro me

Ma il coraggio di vivere quello ancora non c'è

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2 commenti:

zefirina ha detto...

io questa canzone qui la amo!!!!!
la considero la mia canzone dato che sono nata a marzo e ho un vestito con i fiori non ancora appassiti da cui non riesco a staccarmi

Joyello ha detto...

Un Mogol particolarmente ispirato, come molte altre volte in quegli anni.
Non il mio "Battisti" preferito ma, senz'altro, ottimo.

Zefira, i fiori "non ancora appassiti" te li auguro: sono una metafora per dire che la madre che indossava quel vestito era... ancora viva ;)