Quella di Wounded Knee è una storia universale, non locale, è una storia che parla a tutti, in America come in Italia, e ci fa bene tornare a raccontarla, per capire il nostro tempo e il nostro mondo.
Da bambino amavo i film western, anzi i film di cowboy. Ricordo la prima volta che vidi "Ombre rosse" e poi l'infinita serie di film con John Wayne protagonista. Gli indiani erano sempre cattivi: l'unico indiano buono è l'indiano morto. Mi ricordo che per Santa Lucia e Natale volevo sempre pistole colt a tamburo perchè gli indiani da uccidere erano tanti e così pure i cattivi che rapivano la bella di turno, e l'immancabile sceriffo cattivo al soldo del ricco del paese di frontiera. Poi, ancora bambino, vidi "Piccolo grande uomo" e cominciai ad avere dei dubbi sulla rappresentazione della realtà che mi avevano offerto sino a quel momento. Negli anni settanta si cominciò, diventò quasi di moda, a fornire una versione diversa dei fatti del west. Gli indiani, sia pur sempre rappresentati per stereotipi, cominciavano a non apparire più come i cattivi ma come le vere vittime della storia, oggetto di un genocidio tra i tanti che gli europei fecero nelle americhe. Gli indiani erano i veri poveri della società nord americana, reietti come e più dei neri africani.
Da adulto ho visto uno dei più famosi campi di battaglia del west quel Little Big Horn, dove il settimo cavalleggeri trovò la fine insieme al suo comandante che abbiamo imparato a vedere nella sua squallida essenza: un assassino di donne, vecchi e bambini. Quella volta a Little Big Horn fece male i calcoli e trovò dei guerrieri: come andò a finire tutti sappiamo. Little Big Horn fu una grande vittoria simbolica del popolo indiano ma non fermò il genocidio.
Quanto dolore e morte è costata l'espansione dell'occidente. Credo che dovremmo come europei, come bianchi conoscere meglio le pagine più nere della nostra storia. Un segnale che qualcosa si sta muovendo è rappresentato dal fatto che si oggi si parli della storia del massacro di wounded knee. (Vedi link al sito di Wu-ming per l'approfondimento (link).
Il trailer del film "Bury My Heart At Wounded Knee"
Da bambino amavo i film western, anzi i film di cowboy. Ricordo la prima volta che vidi "Ombre rosse" e poi l'infinita serie di film con John Wayne protagonista. Gli indiani erano sempre cattivi: l'unico indiano buono è l'indiano morto. Mi ricordo che per Santa Lucia e Natale volevo sempre pistole colt a tamburo perchè gli indiani da uccidere erano tanti e così pure i cattivi che rapivano la bella di turno, e l'immancabile sceriffo cattivo al soldo del ricco del paese di frontiera. Poi, ancora bambino, vidi "Piccolo grande uomo" e cominciai ad avere dei dubbi sulla rappresentazione della realtà che mi avevano offerto sino a quel momento. Negli anni settanta si cominciò, diventò quasi di moda, a fornire una versione diversa dei fatti del west. Gli indiani, sia pur sempre rappresentati per stereotipi, cominciavano a non apparire più come i cattivi ma come le vere vittime della storia, oggetto di un genocidio tra i tanti che gli europei fecero nelle americhe. Gli indiani erano i veri poveri della società nord americana, reietti come e più dei neri africani.
Da adulto ho visto uno dei più famosi campi di battaglia del west quel Little Big Horn, dove il settimo cavalleggeri trovò la fine insieme al suo comandante che abbiamo imparato a vedere nella sua squallida essenza: un assassino di donne, vecchi e bambini. Quella volta a Little Big Horn fece male i calcoli e trovò dei guerrieri: come andò a finire tutti sappiamo. Little Big Horn fu una grande vittoria simbolica del popolo indiano ma non fermò il genocidio.
Quanto dolore e morte è costata l'espansione dell'occidente. Credo che dovremmo come europei, come bianchi conoscere meglio le pagine più nere della nostra storia. Un segnale che qualcosa si sta muovendo è rappresentato dal fatto che si oggi si parli della storia del massacro di wounded knee. (Vedi link al sito di Wu-ming per l'approfondimento (link).
Il trailer del film "Bury My Heart At Wounded Knee"
1 commento:
Grazie Silvano, grazie perchè ci dai la possibilità di sentire tante cose di te e non solo. Tempo fa, raccontando il perchè di una delle mie canzoni preferite raccontavo che mi sono sempre sentito anch'io dalla parte degli indiani. Spero di apprezzare presto, dopo questa segnalazione, anche il film.
Ciao Luka.
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