10 nov 2013

Costruire in cantina hi fi

Se nella realtà uno costruisse con pezzi comprati al Brico e trovati dallo sfasciacarrozze un'automobile in cantina e la volesse vendere al prezzo di una Mercedes top di gamma, qualche buon anima chiamerebbe la neuro ed il tipo verrebbe ricoverato per i necessari trattamenti. Se invece in hi fi un dopolavorista qualunque senza nè arte nè parte, senza alcuna preparazione, senza tecnologia se non quella comprata al Brico o al ferramenta sotto casa, si inventa un paio di diffusori e si inventa pure di venderli al prezzo di un'Audi, Mercedes, Ferrari, ecco allora che è un autocostruttore di genio, e qualche personaggio da truffare lo trova. Possibile che in hi fi le persone non si sveglino mai? Non fatevi abbagliare dal prezzo e dai discorsi dei vari compari sui forum: provate ad ascoltare con le vostre orecchie, e chiedetevi se quattro assi incollate, con tre altoparlanti che si trovano nei negozi hi fi car a poche centinaia di euro, messe insieme da un personaggio che nella vita fa lavoro diverso da quello del progettista audio, possano costare come un'ammiraglia di una grande casa automobilistica, come un appartamento di periferia etc.

4 commenti:

allelimo ha detto...

vedi silvano, questa cosa qui degli autocostruttori che tanto ti disturba conferma la mia tesi sull'hi-fi: è tutta patafisica.
ci fosse qualcosa di vero, nessuno si farebbe truffare in maniera così spudorata.

silvano ha detto...

No, non sè solo patafisica.

Vero è che si tratta di un settore dove gli esperti sono ciarlatani...ciarlatani, cioè persone che si pongono, sfruttando i nuovi media e l'apparire, come esperti/appassionati/disinteressati - essendo in realtà esperti di nulla e spesso foraggiati dal furbacchione di turno.

E così coloro che fanno cultura della riproduzione domestica della musica, e vengono percepiti come maestri da una buona parte dei pochissimi residui appassionati, sono un recensore dopolavorista di professione infermiere, un medico che nel tempo libero spara quattro cazzate su apparecchi che gli fornisce un amico negoziante, e poi uno scienziato - l'uomo delle misure - che nella vita fa l'idraulico. Oltre a questi ci son quattro negozianti sotto mentite spoglie, uno con una ditta edile e qualche altro pseudo esperto.

Dopo la cura, dopo anni che il mercato viene gestito da personaggi siffatti et similia, dopo che della cultura musicale in primis se n'è fatta carta igienica, dopo che i consumatori son stati fottuti per anni da questa informazione, non è rimasto quasi nulla.

Magari si fosse trattato solo di patafisica. C'era qualcosa, avrebbe potuto esserci qualcosa, ma si è puntato a distruggere tutto. Prova a leggerti qualche forum ad es. inglese, e vedrai che la consapevolezza di questa passione ha altro spessore e altro senso critico presso il consumatore e pure presso gli operatori. In altri paesi si è puntato a creare un mercato, qui furbescamente s'è puntato a fottere il prossimo.

Ci sono le eccezioni, per carità, ma sono eccezioni e, soprattutto non vi è alcun mercato: dopo la cura è rimasto un deserto ed i sopravvissuti, emancipatisi a loro spese, se vogliono ancora curare la passione del buon ascolto devono guardare esclusivamente all'estero.

ciao.

allelimo ha detto...

io è proprio il principio dell'hi-fi che non capisco

se l'ideale teorico è la riproduzione fedele dell'originale, perchè tutti gli impianti hi-fi non suonano uguali?
dovrebbero, grosso modo, essere tutti più o meno lì.

perchè negli studi di registrazione non si usano le casse hi-fi ma i monitor da studio (cioè casse con risposta in frequenza più lineare possibile, senza colorazioni "piacevoli" all'udito del suono)?

perchè invece delle misure oggettive nel campo dell'hi-fi è tutto un fiorire di, scusami la franchezza, stupidate assolute come questa bellissima discussione letta su un forum audiofilo:

A - una ripresa live di media qualità, piuttosto piatta dal punto di vista del 3D, con un vago effetto loudness caratterizzato peraltro da bassi gommosetti e da una certa tendenza ad affaticare alla lunga (riscontro spesso questa caratteristica nei live...).

B - Tecnicamente niente effetto loudness o bassi "gommosi" come è stato detto ma il sound naturale di un locale dove si ascolta Jazz...ma forse bisogna essere abituati all'ascolto live per apprezzare...

A - Senza dubbio. Anche per distinguere un jazz club da un teatro di medie dimensioni, come è quello di Soresina dove è stata effettuata la ripresa
P.S. Se l'ambiente che senti (sarebbe meglio dire non senti, perchè in effetti nell'incisione poco si sente) nel disco è un jazz club...

B - Beh, forse si voleva dare quell'impressione e quel sound...almeno credo

ecco, bellissimo: due persone che non sanno di cosa parlano, ma ne parlano lo stesso, dando opinioni "audiofile" diametralmente opposte.

silvano ha detto...

"se l'ideale teorico è la riproduzione fedele dell'originale, perchè tutti gli impianti hi-fi non suonano uguali?
dovrebbero, grosso modo, essere tutti più o meno lì."

Ma in fondo è così: se in enne impianti si percepisce correttamente (nel senso che si riconosce senza dubbio) un pianoforte potremo dire che quegli impianti sono hi fi - scusa la grossolanità dell'esempio.

Allo stesso modo potremo dire, che ne so, che due automobili diverse, che viaggiano a 90 km/h viaggiano a 90 km/h e che per quel che riguarda la velocità sono del tutto uguali, anche se una è una panda e una una bmw x5.

Ecco dopo ci sarebbe da valutare il modo con cui si viaggia a 90km/h con la panda e con la x5.

Ma sai è un discorso complesso e lungo e metter giù parole per parlare di sensazioni diventa difficile, ed il risultato alla fine sarebbe quello di non capirsi.

Un paio di cose secondo me si possono però dire, per farsi un'idea.
1) la differenza di qualità che c'è tra un impianto hi fi che costasse 100 ed uno che costasse 1000 la potremmo quantificare in un 50% di raffinatezza e fedeltà percepibile.

2) la diffenrenza di qualità che c'è tra un impianto che costasse 1000 e uno che costasse 10.000 la potremmo quantificare in un 20/25% (a star belli larghi e generosi).

3) la differenza di qualità tra un impianto da 10.000 e uno da 20.000 ....5/10%?

Quindi per me l'hi fi esiste e a parte le passioni e le manie, se le persone fossero educate al buon suono potrebbero apprezzare già con 1000 euro ben spesi un impianto veramente hi fi...non è una spesa folle, in fondo c'è gente che con quella cifra cambia uno smart phone all'anno o giù di lì.

Tra l'altro un impianto hi fi anche da 1000 euro non è a rischio immediato di obsolescenza e renderebbe più piacevole e corretto l'ascolto della musica preferita.
Ovviamente se interessa la cosa, che altrimenti vanno bene anche le cuffiette ed un lettore mp3. Se le persone conoscessero, e sarebbe ciò che mi sta a cuore, potrebbero scegliere e dire: a me dell'hi fi importa sega, oppure potrebbero pensare che quei mille sarebbero ben spesi.

ciao.

P.S. spero, al di là dei limiti degli esempi, di aver almeno reso l'idea di ciò che volevo dire.