22 apr 2008

Canzone n. 16 "Baba O' Riley" - The Who


Baba O' Riley dall'album "Who's next" degli Who anno 1971.
Il titolo è il tributo, ottenuto per fusione dei nomi, al santone indiano Meher Baba ed al musicista Terry Riley. L'inizio di straordinaria modernità ed avanguardia per la musica rock, prende forma attraverso una introduzione minimalista (tributo al compositore Terry Riley) al sintetizzatore ARP. E' la prima volta nella storia della musica rock che il suono di un sintetizzatore funge da struttura portante di un canzone. Siamo nel 1971 e a quel tempo già si usavano i primi "protosintetizzatori", si pensi banalmente ai Pink Floyd, ad Emerson Lake and Palmer ed a molti altri. Il fatto interessante è che però i sintetizzatori erano, sino a quel momento, sempre stati usati come strumenti per arricchire gli arrangiamenti o per la ricerca di nuovi suoni, mai per costruire lo scheletro di un pezzo rock.
Ci ha pensato Townsend presentandosi in studio di registrazione con un demo di nove minuti suonato esclusivamente con l'ARP: lui e la band ci hanno poi lavorato per regalarci un classico senza tempo.
Il pezzo comincia con un giro di note che si ripetono ossessivamente con un ritmo circolare tipico della musica minimalista, poi entrano una tastiera e l'incredibile batteria di Keith Moon, la voce di Roger e poi le chitarre elettriche.
La canzone procede e verso la chiusura vi è uno splendido assolo (in crescendo sino alla chiusura) di violino dai toni orientaleggianti, una specie di antipazione - contaminazione etnica. Una grande idea, l'aneddotica vuole sia stata di Keith Moon, al posto dell'assolo di chitarra elettrica un violino rock (quasi una contraddizione in termini).
Un'ultima cosa, a parte rimarcare il genio musicale di Pete Townsend e la sua importanza come compositore per tutta la musica rock, volevo dire due parole su Keith Moon.
Durante l'assolo di violino provate a sentire, quando lo affianca e supporta, cosa fa la batteria. Keith era un batterista di inventiva impagabile. Velocissimo, supertecnico e sempre - sempre super musicale. Ha un modo assolutamente originale di suonare. Tiene classicamente il ritmo in linea con il basso, ma negli spazi vuoti del ritmo riesce ad insinuarsi e suonare su un'altra linea melodica, trasformando la batteria in uno strumento solista.
Incredibile.
Io credo che forse nessun altro batterista nella storia della musica rock sia riuscito a ritagliare al suo strumento un simile spazio ed originalità.
L'unico che parzialmente gli può essere avvicinato per tecnica inventiva e ruolo che riesce a far assumere ai suoi tamburi è, a ricordo mio, Stewart Copeland dei Police.
Ancora una cosa: se il mio blog non fosse 31 canzoni bensì le 5 canzoni rock di tutti i tempi (non necessariamente quelle che più piacciono a noi) Baba O' Riley ci sarebbe.




5 commenti:

Anonimo ha detto...

In effetti è una canzone trascinante che ha segnato un'epoca, e una volta ascoltata difficilmente la si dimentica. Appena ho letto il post, sono andato su youtube a recuperara un video live che è tutto da vedere.

silvano ha detto...

Sono andato su you tube e mi sono guardato la versione dal vivo "quando gli who erano parecchio più giovani" erano incontenibili. A parte il tempo che è passato questa, insieme a molte altre canzoni è la prova che il rock, nato come musica tipicamente giovanile, è cresciuto nel tempo ed è divenuto una musica intergenerazionale, la colonna sonora del nostro tempo di vita, una musica adulta. Questa è la ragione per cui oggi si possono ancora ascoltare le melodie dei beatles, dark side of the moon, un blues dei rolling stones senza percepire che sono canzoni di 30 o 40 anni fa; questa è la ragione per cui un ragazzino di 15 anni, che ascolti musica rock, ancora si entusiasmi a sentire il riff di smoke on the water; questa la ragione per cui, che ne so, un quarantenne come me ancora si va a comprare l'ultimo disco dell'ultimo gruppo inglese che fa rock, o di un gruppo heavy metal che proviene dai sobborghi di Los Angeles: PERCHE' IL ROCK è DIVENTATO UN LINGUAGGIO UNIVERSALE. Speriamo lo rimanga.
ciao, silvano.

3fix ha detto...

Ciao Silvano. Bella analisi, sono pienamente d'accordo. Gli Who hanno scritto grandi pagine di rock, innovative musicalmente e nei testi, per non parlare delle loro performance live piene di super energia...
Ciao!

Imagine ha detto...

concordo con l'analisi... canzone impressionante davvero! e grande keith moon

Maurizio Pratelli ha detto...

non può non esserci nelle 31. irripetibili