The screen door slams Mary's dress waves Like a vision she dances across the porch As the radio plays Roy Orbison singing for the lonely Hey that's me and I want you only
Caro Silvano, ho letto l'articolo: non ho mai avuto stima di Berselli, sono spesso riluttante nell'acquistare Repubblica proprio per la sua firma così come quella di Giannini (ieri era a tg3 per la manifestazione del Pd: è stato vergognoso! sembrava scrivesse per Libero) Cmq per tornare all'articolo: cosa c'entra la locuzione "populismo" con la manifestazione di ieri? La manifestazione del circo massimo, era un'esigenza. Le scelte del governo Berlusconi sono mostruose, i media sono monopolizzati, la piazza era un modo sostanzaile per farsi sentire. Il populismo è un linguaggio, una violenza verbale e comportamentale, una semplificazione, un format, "il popolo mi ha scelto faccio quello che mi pare" questo è populismo. E Berselli scrive su Repubblica? Mah. Razzismo e diritti sono argomenti fondamentali in questo momento perchè il governo sta compiendo una politica razziale, una ghettizzazione del diverso e sta distruggendo i diritti fondamentali: massacrando i precari, le piccole imprese, gli studenti, le famiglie a basso reddito. E il discorso ieri di Veltroni è stato impeccabile. Questa manifestazione è simbolo di una rinascita a sinistra, a mio avviso. Non sono d'accordo su nulla con Berselli.
Per Marco. Caro Marco, anch'io per definizione non amo il linguaggio demagogico e populista. Pure per anni ho convissuto con linguaggi di sinistra chiaramente demagogici, penso al periodo di declino inarrestabile della sinistra che oggi usiamo chiamare "radicale". Secondo me però Berselli pone un problema reale: se vogliamo vincere le elezioni non possiamo solo aspettare di vincerle quando questi avranno finito di devastare il paese: ci sono anche dei punti di non ritorno nella devastazione. Il PD deve necessariamente non solo recuperare i pezzi perduti per strada ma anche erodere base di consenso allo schieramento avverso. In questo senso deve anche trovare un nuovo linguaggio per rivolgersi a queste persone, a questi nuovi potenziali elettori: ad oggi non c'è mai riuscito. Allora credo che la propostadi Berselli non sia del tutto peregrina ma contenga anche degli elementi pragmatici. Il problema sarà trovare una sintesi tra questa nuova esigenza di comunicazione ed i nuovi obiettivi di allargamento della base consensuale. Mi rendo conto che è difficile inventare un linguaggio che, rimanendo democratico, sia però anche fortemente attrattivo verso ceti sconosciuti alla sinistra. Un bell'esercizio di equilibrio si prospetta. Che ne pensi? ciao, silvano.
P.S. per chi non avesse letto l'articolo di cui stiamo discutendo lo potete trovare qui: http://www.repubblica.it/2008/09/sezioni/politica/partito-democratico-20/populismo-berselli/populismo-berselli.html
le parole di questo testo sono bellissime. per il resto l'ultma volta che sono stata in chiesa è stato per un funerale.Non so quando ci rimetterò piede in tutti i sensi. Il mio Dio non sta la dentro. Neppure negli abiti di chi pensa di raccontarmelo. Il mio Dio sta altrove.Oltre. un saluto
Caro Silvano, su questo argomento sono un po' cocciuto. Temo che questo, l'ho scritto anche a blogger, sia un tranello di Berlusconi: discutere sul linguaggio, per verificarne la presa significa scendere nel territorio berlusconiano. Ho una teoria molto deprimente che smorza sul nascere anche i miei stessi entusiasmi: chi non si è accorto ancora, chi pensa ancora bene e vota ancora Berlusconi è irrecuperabile. Come glielo fai capire? Se parli il loro linguaggio cambia il paradigma identitario della sinistra, ergo diventa destra. So che potrebbe essere un'aporia e di fatto lo è. Il berlusconismo ci ha rovinato. Questo è. Spero di non averti depresso troppo.
" (...) nelle prossime stagioni il problema centrale del Pd consisterà non tanto nel confermare i propri elettori, bensì nel tentare di staccare pezzi di elettorato dall'area berlusconiana" (25 ottobre - Berselli).
Ho usato l'espressione "risultato autoreferenziale" ma, come avrai notato, non sono l'unico ad avere questa opinione, anche tu ti sei interrogato sul suo valore.
Analisi perfetta quella del giornalista di Repubblica, scusa Lenin, che, come si evince dal mio post, sottoscrivo.
Lenin ti ho risposto già sul mio blog, ti ripeto in breve. Serve il risultato e il Marketing Elettorale può offrirlo. Fa schifo, lo so, ma credo sia essenziale in una politica che ha abbandonato le facili appartenenze e che si muove in un terreno non particolarmente "fertile", colto.
Per Marco e Blogger: credo anch' io serva del pragmatismo altrimenti non se ne esce. Sono anche sicuro che si troverà un marketing elettorale all'altezza della situazione e della tradizione democratica della sinistra italiana. Può non essere una strada chiusa se si fanno le cose con intelligenza e democrazia.
13 commenti:
Nell'economia non reale dio è morto....
nel capitalismo dio è morto....
Bellissimo!
Post bello ma l'immagine... di chi è?
Lo voglio sapere!
Grazie.
Blogger
Bel post!
Ma io sono di parte, non passa giorno senza che io ascolti Guccini.
amo guccini, ma dio non è mai nato.
Caro Silvano, ho letto l'articolo: non ho mai avuto stima di Berselli, sono spesso riluttante nell'acquistare Repubblica proprio per la sua firma così come quella di Giannini (ieri era a tg3 per la manifestazione del Pd: è stato vergognoso! sembrava scrivesse per Libero) Cmq per tornare all'articolo: cosa c'entra la locuzione "populismo" con la manifestazione di ieri? La manifestazione del circo massimo, era un'esigenza. Le scelte del governo Berlusconi sono mostruose, i media sono monopolizzati, la piazza era un modo sostanzaile per farsi sentire. Il populismo è un linguaggio, una violenza verbale e comportamentale, una semplificazione, un format, "il popolo mi ha scelto faccio quello che mi pare" questo è populismo. E Berselli scrive su Repubblica? Mah. Razzismo e diritti sono argomenti fondamentali in questo momento perchè il governo sta compiendo una politica razziale, una ghettizzazione del diverso e sta distruggendo i diritti fondamentali: massacrando i precari, le piccole imprese, gli studenti, le famiglie a basso reddito. E il discorso ieri di Veltroni è stato impeccabile. Questa manifestazione è simbolo di una rinascita a sinistra, a mio avviso. Non sono d'accordo su nulla con Berselli.
Marco
Son cresciuto con Guccini ed i Nomadi, ma aspetto ancora, come dice il finale della canzone, una resurrezione che vedo sempre più lontana...
Per Marco.
Caro Marco, anch'io per definizione non amo il linguaggio demagogico e populista. Pure per anni ho convissuto con linguaggi di sinistra chiaramente demagogici, penso al periodo di declino inarrestabile della sinistra che oggi usiamo chiamare "radicale".
Secondo me però Berselli pone un problema reale: se vogliamo vincere le elezioni non possiamo solo aspettare di vincerle quando questi avranno finito di devastare il paese: ci sono anche dei punti di non ritorno nella devastazione.
Il PD deve necessariamente non solo recuperare i pezzi perduti per strada ma anche erodere base di consenso allo schieramento avverso.
In questo senso deve anche trovare un nuovo linguaggio per rivolgersi a queste persone, a questi nuovi potenziali elettori: ad oggi non c'è mai riuscito.
Allora credo che la propostadi Berselli non sia del tutto peregrina ma contenga anche degli elementi pragmatici.
Il problema sarà trovare una sintesi tra questa nuova esigenza di comunicazione ed i nuovi obiettivi di allargamento della base consensuale. Mi rendo conto che è difficile inventare un linguaggio che, rimanendo democratico, sia però anche fortemente attrattivo verso ceti sconosciuti alla sinistra.
Un bell'esercizio di equilibrio si prospetta.
Che ne pensi?
ciao, silvano.
P.S. per chi non avesse letto l'articolo di cui stiamo discutendo lo potete trovare qui:
http://www.repubblica.it/2008/09/sezioni/politica/partito-democratico-20/populismo-berselli/populismo-berselli.html
le parole di questo testo sono bellissime.
per il resto l'ultma volta che sono stata in chiesa è stato per un funerale.Non so quando ci rimetterò piede in tutti i sensi.
Il mio Dio non sta la dentro.
Neppure negli abiti di chi pensa di raccontarmelo.
Il mio Dio sta altrove.Oltre.
un saluto
Caro Silvano,
su questo argomento sono un po' cocciuto. Temo che questo, l'ho scritto anche a blogger, sia un tranello di Berlusconi: discutere sul linguaggio, per verificarne la presa significa scendere nel territorio berlusconiano.
Ho una teoria molto deprimente che smorza sul nascere anche i miei stessi entusiasmi: chi non si è accorto ancora, chi pensa ancora bene e vota ancora Berlusconi è irrecuperabile. Come glielo fai capire? Se parli il loro linguaggio cambia il paradigma identitario della sinistra, ergo diventa destra. So che potrebbe essere un'aporia e di fatto lo è.
Il berlusconismo ci ha rovinato. Questo è. Spero di non averti depresso troppo.
Marco
" (...) nelle prossime stagioni il problema centrale del Pd consisterà non tanto nel confermare i propri elettori, bensì nel tentare di staccare pezzi di elettorato dall'area berlusconiana" (25 ottobre - Berselli).
Ho usato l'espressione "risultato autoreferenziale" ma, come avrai notato, non sono l'unico ad avere questa opinione, anche tu ti sei interrogato sul suo valore.
Analisi perfetta quella del giornalista di Repubblica, scusa Lenin, che, come si evince dal mio post, sottoscrivo.
Lenin ti ho risposto già sul mio blog, ti ripeto in breve.
Serve il risultato e il Marketing Elettorale può offrirlo.
Fa schifo, lo so, ma credo sia essenziale in una politica che ha abbandonato le facili appartenenze e che si muove in un terreno non particolarmente "fertile", colto.
BLOGGER
comunicazione di servizio scusate, silvano da domani il mio blog sarà solo accessibile su richiesta, non è una mossa, è solo stanchezza.
ps ho letto l'articolo...non mi è piaciuto per nulla.
ciao Silvano
Per Marco e Blogger: credo anch' io serva del pragmatismo altrimenti non se ne esce. Sono anche sicuro che si troverà un marketing elettorale all'altezza della situazione e della tradizione democratica della sinistra italiana. Può non essere una strada chiusa se si fanno le cose con intelligenza e democrazia.
ciao ,silvano.
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