15 gen 2009

Desire – Bob Dylan


Per anni Bob Dylan è stato per me l'album Desire. Ascoltato, imparato a memoria, il nastro della prima audio cassetta consumato, milioni di chilometri di sfregamento sulla testina del registratore sino al dissolvimento. Dylan è stato il mio primo sguardo musicale sull'America.
Desire non contiene canzoni, è diventato per me esso stesso una canzone. Mi verrebbe da recensirlo come fosse un tutt'uno. Una canzone unica, un concept atipico. Il punto è che la coesione, la coerenza musicale ti fanno immaginare che si tratti di un'unica suite divisa in vari movimenti come una sinfonia di musica classica.
L'album risente profondamente l'influenza del coautore di ben 8 delle 9 canzoni che lo compongono: Jacques Levy.
Levy, che era anche regista teatrale, influenzò il genio di Dylan spingendolo a dare un'unitarietà atipica al disco.
Desire è solido, un pezzo unico ricco di sfaccettature, di luci di bellezza, di stili e di citazioni.
Sembra un'opera teatrale e Dylan ci offre una delle sue migliori performance canore. Anzi direi che trattiene con successo la sua voce talvolta sgraziata, di “uno che non sa cantare” e dimostra a critici e detrattori che per uno come lui non è un problema anche “cantare bene”, basta volerlo.
Chiuderei queste righe con una canzone dall'album.
Ho scelto Sara eseguita dal vivo durante il Rolling Thunder Revue, un Dylan straordinario dal vivo in quel 1975.
Sara – Bob Dylan


8 commenti:

Anonimo ha detto...

Dylan. Ora si che si ragiona.
Però aspetto un bel post su Guccini.

Sono ancora un po' discontinuo perchè con il trasloco non ho ancora messo internet. Spero di farlo quanto prima.

Vernè ha detto...

Mi sembra di leggere me stesso...
Anch'io mi sono avvicinato a Dylan con questo primo album, e da allora ho "dovuto" recuperare tutto di lui.
Mi piace ricordare in Desire, i controcanti vocali di Emmylou Harris, così adeguati e complementari alla voce di Bob tali da farmi innamorare di lei. Appena uscì Luxury liner mi fiondai a comprarlo.

Lucien ha detto...

Allora mi unisco al coro. Io iniziai dall'album precedente "Blood on the tracks", che mi limò la puntina dello stereo; poi comprai anche questo, splendido.

Paolo Vites ha detto...

eh... colpo basso.

come disse elliott murphy, desire è "una novella, come john steinbeck come jack kerouac..."

Anonimo ha detto...

A parte le raccolte - in particolare ho il triplo "Biography" del 1985 - credo di non aver mai ascoltato un album dylaniano vero e proprio. Insomma, non sono mai stato così fan di Bob... ma la tua recensione mi ha incuriosito.
;)

Maurizio Pratelli ha detto...

Il mio primo album di Dylan, l'album che mi ha fatti innamorare per sempre di lui. E' un disco che non ho mai messo via. E' sempre li.

Byron ha detto...

Anche il mio fidanzato ha cominciato da Desire. Io invece Highway 61 Revisited: figlia di amanti del rock in tutto e per tutto! Il mio preferito in assoluto rimane però Blonde on Blonde.

Unknown ha detto...

però forse ci sono dei dischi migliori di dylan, no?
io direi blonde on blonde, su tutti e a seguire, blood on the tracks, highway 61 revisited...
Desire è splendido, come lo sono stati anche Oh Mercy e Time out of Mind...
diciamo che è il Dylan più fruibile, e cmq da molti considerato il suo disco migliore, forse risente un pò degli arrangiamenti monocorde e del violino che suona la stessa frase (se pur meravigliosa) per tutto il disco...
Sara, Hurricane e One More cup of coffee, per sempre nel cuore cmq