27 gen 2009

27 Gennaio 1945 Liberazione di Auschwitz - Giornata della memoria


Vorrei in questa giornata della memoria riproporre un post di qualche tempo fa, perchè nulla è più istruttivo che andare a vedere di persona la ferocia del nazismo - non bastano i libri e le testimonianze, per quanto terribili non ci si rende pienamente conto.

Mauthausen, Austria.
Ho un ricordo distrutto, come di pellicola di film dove i fotogrammi siano stati mangiati da un incendio e solo alcuni sparsi se ne siano salvati.
Grigio, il cielo grigio, la pietra grigia, una giornata d'estate, d'agosto, come pochi minuti prima di un temporale che non viene. Grigio, aria pesante, freddo. Baracche. Strade squadrate, angoli retti di resti di baracche. Basi di pietra. Legno marcio. Una cava di pietra grigia, il verde acceso di vegetazione selvaggia. Una scalinata scalcinata e ripidissima, paura di cadere. Un muro di pietra grigia con residui colorati arrugginiti, ferrite, ferro. Il muro dei paracadusti; alla base del precipizio una pozza d'acqua di colore indefinibile, infernale.
La scalinata in giù, la scalinata in sù. Nessuno. Un altro paio di turisti vicini all'entrata del campo più spaesati di noi. Stiamo zitti. Non vengono parole. Le pietre, i sassi sono vivi e neutri e trattengono come spugne il dolore ed il sangue; se ti avvicini, se li calpesti rilasciano dolore ed urla e morte.
Usciamo riprendiamo la macchina.
Strano non avevamo notato che c'era un paese prima del campo e che si chiama Mauthausen. L'auto corre tra i campi sulle colline, contadini ci guardano da 60 anni prima, la sensazione di essere su un mezzo che viaggia nel tempo.


6 commenti:

Pellescura ha detto...

la visita di quei luoghi è una cosa che rimane per sempre.
e' la foto del pianista?

silvano ha detto...

Sì è la foto del pianista, sopra invece Schindler's list.

Gianna ha detto...

Bisogna ricordare questi orrori perchè non si ripetano mai più.

Per favore,vieni a votare due poesie?

Quor è ha detto...

La bestia purtroppo non prova alcuna emozione di fronte a qualsiasi brutalità e alla testimonianza relativa.
E le nostre lacrime servono soltanto a lavarci le coscienze.
Ma la brutalità subita non autorizza a generarne altra, specialmente se indirizzata contro coloro che, in egual misura, non hanno alcuna colpa.

Anonimo ha detto...

Racconto molto particolare, Silvano, che esprime molto bene lo stato d'animo che si prova nel ricordare quei luoghi. Ogni anno mi riprometto che un giorno o l'altro andrò in quei luoghi per vedere con i miei occhi, ma ogni anno trovo una scusa per rimandare. Ho paura di quello che potrei provare.

zefirina ha detto...

sai che la prima volta che sono andata ad amsterdam e ovviamente, per me, sono andata a vedere la casa di anna frank, mi sono sentita così male che sono dovuta uscire quasi subito...