14 mar 2010

The Hurt Locker – Kathryn Bigelow


REGIA: Kathryn Bigelow
SCENEGGIATURA: Mark Boal
ATTORI: Ralph Fiennes, Guy Pearce, David Morse, Jeremy Renner, Anthony Mackie, Brian Geraghty, Christian Camargo, Malcolm Barrett, Michael Desante, Justin Campbell, Ryan Tramont

FOTOGRAFIA: Barry Ackroyd
MONTAGGIO: Bob Murawski, Chris Innis
MUSICHE: Marco Beltrami
PRODUZIONE: First Light Production, Kingsgate Films
DISTRIBUZIONE: Videa-CDE
PAESE: USA 2008
GENERE: Drammatico, Guerra
DURATA: 131 Min
FORMATO: Colore

Visto ieri sera in dvd il film è potente come un reportage dal vivo dalle zone di guerra.
La cinepresa segue il quotidiano di una compagnia di militari americani il cui compito è di disinnescare ordigni esplosivi, prevenire attentati dinamitardi.
Il sergente James ed i suoi sono raccontati per tratti essenziali. I personaggi si muovono spinti dall'ineluttabilità della guerra, del dovere, convivono con il pericolo e con la morte.
Non c'è spazio per raccontare altro. Nei rari momenti, di pace, di privato i loro sentimenti ed il loro essere non emergono chiaramente al conscio. L'elaborazione della sofferenza e dello stress rimangono in zone buie della psiche e dell'ambiente del racconto (la camerata oscura della caserma).
Ciò che invece è sempre chiaro sono la morte e la violenza, raccontati da una luce della fotografia spietata, arsa, radiografante. Eppure quella luce accecante a sua volta nasconde, nell'entropia di un ambiente urbano consumato e illeggibile, il senso, la salvezza, la via d'uscita dalla follia e dalla morte.
Civili che guardano e che rimangono impenetrabili, potrebbero essere vittime o carnefici e non è dato a nessuno di sapere.
Un ambiente urbano straniante, iper stratificato, confuso in cui le categorie dei buoni e dei cattivi perdono ogni senso.
Il tempo ed il suo fluire non sono lineari come siamo abituati da migliaia di film, ma procedono a strappi (in questo senso il tempo assomiglia molto a quello raccontatoci nel film “La sottile linea rossa” di Malick), lunghissimi momenti di noia, di stasi, di tempo fermo in cui non succede niente e poi improvvise accelerazioni in cui irrompono la morte, il dolore, la violenza, così veloci che quando succedono lo scoppio, lo sparo, lo scontro nulla lo può spiegare né la razionalità né la percezione ma solo l'istinto rimane da guida, da via d'uscita.
Un film straordinario, una vera opera d'arte, non facile e che richiede attenzione e impegno per essere seguito e capito in un racconto senza fronzoli a sottrarre in continuazione per arrivare all'essenza della guerra: nessun senso e violenza pura che quando non distrugge e sconfigge l'uomo lo fa diventare drogato della morte.


5 commenti:

Vincenzo Cucinotta ha detto...

Ti dirò con sincerità che la mia impressione è profondamente diversa. Il positivo lo trovo esclusivamente nelle intenzioni, ma ho trovato la realizzazione inadeguata, mentre si capisce che l'autrice ha scopiazzato a piene mani da Malick e dal suo "La sottile linea rossa". In definitiva un film pretenzioso, ma noioso ed inefficace.

silvano ha detto...

Sullo spirito di Malick che ha influenzato pesantemente la Bigelow sono d'accordo con te. La sottile linea rossa, peraltro è uno di quei rarissimi film da catalogare come fuoriquota.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

E' su Sky. Devo vederlo. Gli avevo fatto la posta ma non era mai arrivato qui a Genova. O se era arrivato é durato lo spazio di un respiro.

Maurizio Pratelli ha detto...

visto che si trova in dvd....

Cannibal Kid ha detto...

non avevo notato i punti di contatto con la sottile linea rossa, che in effetti ci sono anche se mi sembra esagerato affermare che la bigelow abbia scopiazzato (come dice vincenzo), visto che i due film hanno comunque due stili radicalmente diversi. malick va verso il metafisico e il poetico, la bigelow mi sembra più ancorata al terreno.
non è un caso comunque che siano i miei due film bellici preferiti (vabbè, insieme a full metal jacket)