Non voglio più vedere bambini morti di fame, non voglio più vedere le guerre, non voglio più vedere la violenza, il sangue, la morte, i cadaveri dei nordafricani che galleggiano nel mare di sicilia, non voglio più vedere la caccia alle foche, gli orsi polari che muoiono annegati, non voglio più vedere la miseria, le bombe al napalm, i feriti di guerra, le amputazioni, i corpi a pezzi, le vittime innocenti, i morti ammazzati, le bestie macellate i cani maltrattati, i documentari sugli animali estinti, i documentari sulle popolazioni estinte, i genocidi, gli attentati, il sorriso di scherno dei camorristi, il ghigno degli imbecilli, le facce da culo, i fascisti, i picchiatori, le svastiche, i campi di sterminio, i cumuli e le montagne di scheletri con la pelle...
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17 commenti:
Posso includere anche...
non voglio più sentire?
Mettere la foto di Alex è una contraddizione in termini, annullare tutto ciò che è violento porta ad una violenza più atroce non credi?
L'arancia rimane meccanica volerla solo vitaminica e utopico.
@wilson: sì.
@listener: Alex non aveva alcuna possibilità, dentro e fuori il sistema, due facce della stessa medaglia. Non c'è limite alla violenza nè possibilità di fuga reale. Resta solo il desiderio irrazionale di fuggire una fuga impossibile.
questo lo capisco, si.
Silvano condivisione piena.
Silvano sottoscrivo tutto e condivido anche con wilson ... non voglio sentire più ca.....
"E poi e poi, gente viene qui e ti dice di sapere già ogni legge delle cose. E tutti, sai, vantano un orgoglio cieco di verità fatte di formule vuote... E tutti, sai, ti san dire come fare, quali leggi rispettare, quali regole osservare, qual'è il vero vero...
E poi, e poi, tutti chiusi in tante celle fanno a chi parla più forte per non dir che stelle e morte fan paura..."
La canzone della bambina portoghese
Francesco Guccini
io però non volgio chiudere gli occhi ...non voglio più vedere quelle che non vuoi vedere tu ma voglio fare qualcosa
ribellarmi
Silvano, ma allora ciò che nel nostro piccolo facciamo ogni giorno...volontariato, scrivere, e parlare di tutto ciò...non serve a nulla?
Dovremmo rinunciarci a prescindere?
Io non me la sento anche se il condimento sa di una tristezza infinita...
@Zefirina e Elsa: non chiudo gli occhi, vorrei ma non posso, come Alex in arancia meccanica, mi impongono di vedere anche se ho la nausea. Mi impongono di vedere sino a rendere banali le atrocità più feroci. E' terribile, se ci pensate, banalizzare la violenza, renderla neutra e normale, abituarci a tutto.
Ciao Silvano, anche io non voglio più vedere quelle cose, e sono d'accordo con te quando dici che spesso queste cose vengono banalizzate, basta vedere anche la sequenza di informazioni nei telegiornali... come le lacrime che si versano... ridicole, banali. Ci stiamo desensibilizzando... o forse no?
Condivido Zefirina, se ognuno di noi si occupasse di qualcosa per cui vale la pena, potrebbe essere poco, ma un buon inizio.
@ listener
il confine tra bene e male lo stabiliamo noi, è quindi variabile e incontrollabile (non so più se purtroppo o per fortuna)
Voi escludete sempre l'interiorità, come nel post di silvano sul tradimento, anche qui attribuite sempre tutto al fuori. Un babbo natale vestito di nero che vi porta il male sulla soglia la notte di ognisanti...mi spiace io a questo non credo, non credo a quello vestito di rosso ne a quello oscuro. Guardarsi dentro, non va di moda?!
Alex è parte di noi.
Ecco se servisse si potrebbe fare una petizione...
Certo i puntini sono molto significativi, sono così tante le cose che non vorremo ne dovrebbero accadere oltre che vedere...
Senti ho scoperto grazie ad una dolcissima blogger questo gruppo sardo interessante, tra le altre cose fanno delle cover interessanti di De Andrè, le trovi qui:
http://www.myspace.com/andhira
Ciao
Mi chiuderanno gli occhi, quando muoio. Certo che anch'io ho un po' di rigetto (leggo meno i giornali, per esempio, da un po'), ma non mi voglio abituare nè rassegnare, per quello che serve. E poi ci sono anche altre crudeltà più vicine, quotidiane, sottili, con cui fare i conti. Anche dentro di noi.
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