12 feb 2009

Parigi, una passeggiata al Pere Lachaise


Una lunga passeggiata una mattina d'inverno al cimitero del Pere Lachaise.
Andai per vedere la tomba di Jim Morrison, di Chopin, Petrucciani, personaggi della storia e gente comune.
Ci rimasi 4 ore camminando lungo quei boulevards tra le tombe.
Parti del cimitero vecchissime ed abbandonate, con erbacce e piante che crescono in modo disordinato tra le tombe di due secoli fa', persone e storie dimenticate.
Lapidi divelte dalle radici degli alberi, pietre spezzate, tombe sollevate e storte.
Ho camminato a lungo, avanti ed indietro cercando di vedere il più possibile. Alcuni tratti dei lunghi viali erano affollatissimi di turisti, altre parti del cimitero completamente isolate, non sembrava più nemmeno d'essere nel centro di Parigi, solo silenzio ed il rumore delle foglie schiacciate dalle scarpe.
Mi sono presto dimenticato di Morrison, ed ho solo girato e girato incontrando la tomba dove Simone Signoret e Yves Montand sono seppelliti insieme, e dove lui le è finalmente fedele, quella di Murat e poi la tomba di Michel Petrucciani affiancata a quella di Chopin.
Poi sconosciuti che in vita furono dei potenti a giudicare dalla magnificenza delle loro tombe di famiglia, dei veri e propri tempietti neoclassici.
Infine lapidi di povera gente in stato di abbandono e ricoperte di muschio.
Poi un rumore di voci forti, e la tomba di James Morrison, gli immancabili frichettoni che si facevano una canna seduti sulla lapide. In fondo un modo di onorare Re Lucertola.
Ad un certo punto si è fatto tardi, 4 ore fanno presto a passare talvolta pur non avendo visto che le tombe di poche delle moltissime personalità che là sono seppellite.
Me ne sono andato e fuori da quell'enorme area, Parigi era splendida e viva come sempre.

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11 commenti:

Maurizio Pratelli ha detto...

Parigi, gran città. Ma sono interista e londinese :-)

silvano ha detto...

Maurizio, sono interista e parigino...almeno un 50% di comunanza c'è.
ciao, silvano

zefirina ha detto...

oh anche io sono londinese e mio malgrado interista...
non so perchè ho sempre preferito londra a parigi, mi si addice di più potrei tradirla solo per berlino

Anna ha detto...

Io sono londinese (Parigi e la sua grandeur mi lasciano abbastanza indifferente, quasi mi irritano) e, pur non capendoci nulla, tengo per il Napoli.
Niente 50% per noi :-)

Anonimo ha detto...

Filo-londinese anch'io (con un debole per Vienna), ma questo cimitero non può lasciare indifferenti. Non so se conosci i Dead Can Dance, ma un loro album del 1987 ritrae sulla copertina un'inquietante monumento tombale del Pere Lachaise.

ps: m'è arrivato il cofanetto con le "Cellar Door Sessions"... contento? SI!!

Dario (Italianoallestero.com) ha detto...

Io ho vissuto un po' a Londra e... sotterrerei di persona metà dei parigini.
I cimiteri comunque bellissimi, i più belli che ho visto però sono quelli arabi, ti do una chicca, se ti capiterà di andare in Nord Africa facci un salto, molto dignitosi e piuttosto democratici.
Blogger

Lucien ha detto...

Io sono veramente diviso a metà 50% e 50%. Le adoro entrambi e anche nel conto delle visite siamo in parità sul 2-2.
Parigi 1991 - 2004
Londra 1980 - 2002. Forse c'è una leggera preferenza per Londra.
Anch'io la prima volta a Parigi andai al Pere Lachaise, una tappa obbligata. I soliti scoppiati in quel caso bevevano vino rosso e ne versavano da bere anche sulla lapide.
P.S.Anche Lisbona ha un certo fascino, ma bastano 2-3 giorni.

Ponke ha detto...

Ciao Silvano,
sai non avevo mai pensato di andare a Parigi per visitare un "cimitero" (anche per ignoranza!). Immagino si respiri un'atmosfera magica nel passeggiare tra personaggi che hanno contribuito alla crescita della nostra civiltà nel bene e nel male...
Parigi è romantica, forse è fatta per i sognatori... Londra è affascinante perche è cosmopolita, variopinta, un pò per gli intrepidi... non saprei quale scegliere!

la signora in rosso ha detto...

ho in programma un viaggetto a Parigi, a marzo (ho trovato biglietto aereo a 15 euro a.r., speriamo bene)- Ho messo anch'io in programma una visita al cimitero di Pere Lachais, io vorrei però andare a vedere la tomba di Abelardo ed Eloisa...
il tuo post capita a fagiuolo. Ciao

Fausto Leali ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Fausto Leali ha detto...

Grazie Silvano.
Questo é quello che ho scritto un paio d'anni fa sul mio blog, dopo una viita al cimitero Monumentale di Milano, un luogo dove ogni tanto ritorno.
ciao
Fausto

Il cuore pulsante della città é pochi passi là fuori.
Una Milano nervosa, sempre di fretta, schiava di efficientismo e desiderio di produttività ad ogni costo.
Ma dentro il muro di cinta del cimitero monumentale tutto questo - come é giusto che sia in un tal luogo - scompare.
Se ci si avventura qui é raro trovare gente numerosa, se non nel giorno dell'anno dedicato alla commemorazione dei defunti.
Qualche turista straniero, quello sì, perché questa é anche una splendida cornice d'arte, un luogo ricco di monumenti scolpiti da artisti illustri.
Ma poi, per il resto, solo tanta opulenza e silenzio, a far da contrasto col povero chiasso di fuori.
Eppure qui dentro c'é un posto diverso, quasi opposto a tutto questo ed é la tomba di monsignor Luigi Giussani.
Opposto perché, al contrario del resto, richiama alla vita.
Qui sì che puoi trovare gente di ogni tipo a qualsiasi ora, un lento ed incessante via vai di persone.
Uomini che vanno in ufficio, giovani studenti, donne con bambini, anziani pensionati.
Ognuno con qualcosa da raccontare, da offrire, da affidare.
Capita anche a me qualche volta di passare ed é sempre tempo speso bene.
Perché quel fiume di gente che incontri balza subito all'occhio ed allontana, come d'incanto, la sensazione di finitezza e di morte.
Come quel giorno che si avvicina a me un signore, capelli grigi e accento inglese.
"Chi é don Luici Ciussani ?" , mi chiede.
"E' il fondatore di Comunione e Liberazione", dico.
"Oh, beautiful !", mi risponde, con un bel sorriso.
Un luogo vivo, appunto.
Mi capita di guardare anche un po' più in là.
Trovo la lapide a ricordo dei caduti della campagna di Russia.
Migliaia e migliaia di morti, di reduci feriti e congelati, in quel tragico ripiegamento dal fronte del Don, così bene raccontato dalle pagine di Bedeschi e di Corti.
Poi, accanto, il ricordo dei morti di Nassyria e allora mi ritorna in mente Don Giussani, con quella sua frase all'indomani dell'uccisone : "Se ci fosse un'educazione del popolo, tutti starebbero meglio".
Già, perché non é così, perché quel grido di Giovanni Paolo II "mai più la guerra !" continua a rimanere inascoltato ?
Mi ritrovo lì, davanti alla tomba del Don Gius ed a quell'unica frase apposta : "Oh Madonna, tu sei la sicurezza della nostra speranza !".
I miei dubbi e le mie incertezze ritrovano una speranza, dentro una maternità.
Ora posso tornare là fuori.