Il fatto: ROMA - "L'assalto non ha un connotato politico con una matrice, ma è piuttosto un gesto sintomo di una forte intolleranza e insofferenza". Gli investigatori spiegano così il raid contro alcuni negozi gestiti da immigrati nel quartiere romano del Pigneto avvenuto ieri.
Secondo la ricostruzione della Questura, tutto è cominciato ieri mattina quando in un negozio di alimentari di Via Macerata, gestito da un cittadino indiano, è entrato un italiano di circa 50 anni in compagnia di due giovani. Nel locale c'erano altri due clienti: un italiano e un immigrato. Il 50enne si sarebbe rivolto a quest'ultimo in modo brusco, chiamandolo Mustafà, insultandolo e chiedendogli la restituzione di 'soldi e documenti'. "I documenti te li ho messi nella buca delle lettere", avrebbe detto Mustafà, spiegando di non sapere niente del denaro, ma il 50enne gli avrebbe dato 'appuntamento' per le 17: "O mi riporti tutto o spacchiamo ogni cosa". Alle 17, puntuale, l'uomo è tornato nel negozio. Nuovo diverbio e poi il raid a colpi di bastoni. Proseguito per una decina di minuti. Il tutto sempre alla "ricerca di Mustafà". All'arrivo delle volanti del gruppo non c'era più traccia.
Il sindaco: Gianni Alemanno, è andato al Pigneto. Il primo cittadino che già ieri aveva "condannato l'aggressione ai danni di cittadini extracomunitari", oggi chiede che si fermi "la giustizia fai da te". Nega che dietro l'assalto ci siano motivazioni politiche "ma un problema di intolleranza e xenofobia di quartiere"
Il romanzo "1984" di George Orwell:"Prese il libro di storia per bambini e guardò il ritratto del Grande Fratello che campeggiava sul frontespizio. I suoi occhi lo fissarono, ipnotici. Era come se una qualche forza immensa vi schiacciasse, qualcosa che vi penetrava nel cranio e vi martellava il cervello, inculcandovi la paura di avere opinioni personali e quasi persuadendovi a negare l’evidenza di quanto vi trasmettevano i sensi. Un bel giorno il Partito avrebbe proclamato che due più due fa cinque, e voi avreste dovuto crederci. Era inevitabile che prima o poi succedesse, era nella logica stessa delle premesse su cui si basava il Partito. La visione del mondo che lo informava negava, tacitamente, non solo la validità dell’esperienza, ma l’esistenza stessa della realtà esterna. Il senso comune costituiva l’eresia delle eresie. Ma la cosa terribile non era tanto il fatto che vi avrebbero uccisi se l’aveste pensata diversamente, ma che potevano aver ragione loro. In fin dei conti, come facciamo a sapere che due più due fa quattro? O che la forza di gravità esiste davvero? O che il passato è immutabile? Che cosa succede, se il passato e il mondo esterno esistono solo nella vostra mente e la vostra mente è sotto controllo?"
Secondo la ricostruzione della Questura, tutto è cominciato ieri mattina quando in un negozio di alimentari di Via Macerata, gestito da un cittadino indiano, è entrato un italiano di circa 50 anni in compagnia di due giovani. Nel locale c'erano altri due clienti: un italiano e un immigrato. Il 50enne si sarebbe rivolto a quest'ultimo in modo brusco, chiamandolo Mustafà, insultandolo e chiedendogli la restituzione di 'soldi e documenti'. "I documenti te li ho messi nella buca delle lettere", avrebbe detto Mustafà, spiegando di non sapere niente del denaro, ma il 50enne gli avrebbe dato 'appuntamento' per le 17: "O mi riporti tutto o spacchiamo ogni cosa". Alle 17, puntuale, l'uomo è tornato nel negozio. Nuovo diverbio e poi il raid a colpi di bastoni. Proseguito per una decina di minuti. Il tutto sempre alla "ricerca di Mustafà". All'arrivo delle volanti del gruppo non c'era più traccia.
Il sindaco: Gianni Alemanno, è andato al Pigneto. Il primo cittadino che già ieri aveva "condannato l'aggressione ai danni di cittadini extracomunitari", oggi chiede che si fermi "la giustizia fai da te". Nega che dietro l'assalto ci siano motivazioni politiche "ma un problema di intolleranza e xenofobia di quartiere"
Il romanzo "1984" di George Orwell:"Prese il libro di storia per bambini e guardò il ritratto del Grande Fratello che campeggiava sul frontespizio. I suoi occhi lo fissarono, ipnotici. Era come se una qualche forza immensa vi schiacciasse, qualcosa che vi penetrava nel cranio e vi martellava il cervello, inculcandovi la paura di avere opinioni personali e quasi persuadendovi a negare l’evidenza di quanto vi trasmettevano i sensi. Un bel giorno il Partito avrebbe proclamato che due più due fa cinque, e voi avreste dovuto crederci. Era inevitabile che prima o poi succedesse, era nella logica stessa delle premesse su cui si basava il Partito. La visione del mondo che lo informava negava, tacitamente, non solo la validità dell’esperienza, ma l’esistenza stessa della realtà esterna. Il senso comune costituiva l’eresia delle eresie. Ma la cosa terribile non era tanto il fatto che vi avrebbero uccisi se l’aveste pensata diversamente, ma che potevano aver ragione loro. In fin dei conti, come facciamo a sapere che due più due fa quattro? O che la forza di gravità esiste davvero? O che il passato è immutabile? Che cosa succede, se il passato e il mondo esterno esistono solo nella vostra mente e la vostra mente è sotto controllo?"
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1984
george orwell
razzismo
letteratura
9 commenti:
Mi vien sempre più da pensare che l'informazione sia il punto centrale del problema.
Abito a Verona però se a Verona ci sono fenomeni di razzismo e non ne ho esperienza diretta, vengo informato dal giornale locale l'Arena. E se la redazione decide di non mettere il titolo? Se al contrario decide di enfatizzare la portata del fatto? Anni fa l'episodio di Marsiglia, professore immigrato dal Centro America che diceva di essere stato aggredito da neo nazisti in centro a Verona in quanto ebreo (http://www.edscuola.it/archivio/interlinea/luis_marsiglia2.html), con seguito di manifestazione di solidarietà diffusa (compresa la destra che ammetteva come credibile la cosa) salvo poi scoprire dopo un paio di giorni di indagini che si era inventato l'aggressione per motivi personali e avere il boomerang dell'allarmismo ingiustificato.
L'assunto (sacrosanto) fu che "a volte si è disposti a credere facilmente quello che si vuole credere, di qua e di là negli schieramenti".
Così prima si armò la crociata antirazzista (che aveva ben donde) e poi la reazione contro l'allarmismo (tipo italiani brava gente). In pochi giorni inversione dell'opinione pubblica.
Il problema resta centrale: le emozioni, le "masse", si muovono in base alle informazioni e alla capacità critica. Il vecchio motto era "se vuoi dominare il popolo, nel breve l'informazione, nel medio lungo anche l'istruzione".
Perchè questa scena di violenza contro "Mustafà"? Opera di qualche imbecille come a Verona con Tommasoli o c'è dell'altro? Si muovono in squadraccie questi picchiatori? Sono poi picchiatori o sono regolamenti di altri conti?
Ammetto di capire poco. Mi fa paura la violenza che sembra si respiri in Italia. Ma da quando in qua ragiono meglio e vedo meglio quando ho paura e mi muovo di conseguenza?
Sarà banale in fondo, ma prima voglio capire dove sta la verità, almeno con migliore approssimazione.
La sensazione personale è che ci sia da capire di più e meglio. Qualcosa sfugge.
Recuperare la capacità critica e la voglia di non fermarsi allo sfogo ondivago immediato.
Retoricamente ciao, U
Ciao Silvano
dagli argomenti che tratti ti inviterei a dare una sbirciatina a questo blog:
http://lerrico.blogspot.com/
e leggi due post in particolare:
le pigne in testa
pre-testi
purtroppo questi episodi sono ormai a l'ordine del giorno anche perchè incentivati e favoriti...
Ciao e buona giornata :-)
In un certo senso quello che dice Umberto fa riflettere. Ma è una tattica inequivocabile quella del controsenso, di fomentare prima la xenofobia e poi negare che esista. Devo purtroppo ammettere di non aver mai letto Orwell, almeno non ancora, ma l'estrapolato che ci hai dato, caro Silvano, rende bene l'idea. Se il potere vuole che la massa ignorante rimanga tale, adopera tutti i mezzi per far sì che nulla possa mutarlo, relegando il pensiero individuale a oggetto da estirpare. Non siamo ancora alle epurazioni, ma poco ci manca, almeno per quel che riguarda i cittadini stranieri. Pur non essendo una vera dittatura in termini, l'idea del grande fratello di Orwell si sposa bene con la società occidentale moderna, che può essere interpretata come totalitarismo mediatico.
Nel mio girovagare fra blog, qualche giorno fa,citavo proprio la frase di Orwell che hai riportato all'inizio del post.Ancora una volta mi sconvolgeva l'attualità delle sue parole.
Io credo che il problema ed il pericolo xenofobia esistano davvero, che certi individui possano sentirsi esaltati dal governo della destra e da dichiarazioni percolosissime che questi signori si fanno sfuggire. La persuasione occulta operata dalla televisione e dai media in anni ed anni di incontrastato dominio delle Tv commerciali, ha sviluppato la barbarie nella quale ci ritroviamo. L'ignoranza è pericolosissima, e per ignoranza intendo la non conoscenza del diverso ed il suo automatico rifiuto.Ricordo quando la televisione aveva uno scopo didattico, bisognerebbe tornare a quei tempi, per cercare di combattere tutto ciò. Ma questa è un'altra utopia.
P.S. Uè, stavo scherzando con quell'addio, mica lo avrai preso sul serio? E chi ti molla?
Se poi diamo nuovamente un occhiata a: La fattoria degli animali... Siamo tutti uguali, ma qualcuno è più uguale degli altri... Grande, attualissimo Orwell.
Saluti salati!
ciao buon inizio settimana :)
Quanta disinformazione e quanta violenza da parte di gente "ottusa"
direi che gli argomenti che trattiamo sono gli stessi...e comune è la tristezza
Non so che dire quindi non dirò cavolate stasera. Resta solo molto da riflettere.
Grazie e buona settimana.
Luka
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