Premessa.
Questo è un commento ad un post di un nuovo amico (mi auguro), Luigi Serra. Ho poi deciso di pubblicare il commento come tale sul blog di Luigi e come articolo sul mio di blog.
Ciao Luigi, grazie della visita. Sono venuto a trovarti e sono subito stato sviato dal tuo blog principale per entrare in quello nuovo grazie al tema che hai proposto: Enzo Tortora.
Il suo arresto, come altri fatti più o meno luttuosi di quegli anni, Moro, Peppino Impastato, Dozier la stazione di Bologna, Ustica, è entrato nella memoria collettiva. Mi ricordo Portobello, e quando lo arrestarono, ero allora al liceo. Ricordo con senso di colpa il sentimento che allora mi prese "Eh lo sapevo non poteva essere così buono. Era tutto un personaggio finto! Come gli altri e peggio degli altri." Che imbarazzo qualche tempo dopo quando vidi gli accusatori, gente inguardabile dei millantatori della peggior specie, dei pentiti finti che sostenevano ed erano sostenuti da una magistratura inqualificabile. Ma il gap, l'imbarazzo, secondo me, era culturale ed emblematico: una persona onesta e di successo non era comprensibile nell'immaginario mio e della maggioranza degli italiani, sostenuti in questo da dei media che in quell'occasione diedero il peggio di sè.
Quell'uomo in manette che sfilava tra telecamere e flash, con il senno di poi, simboleggiava la sconfitta degli italiani per bene. Infatti abbiamo perso.
Gli unici lungimiranti che lo sostennero in quell'occasione, furono i radicali. Marco Pannella dimostrò candidando Tortora di trovarsi a vivere nel futuro, di vedere molto più acutamente degli altri politici. Per questa ragione a volte sembra folle quello che dice: perchè è un profeta laico.
Tornando a Tortora, quello che lui visse sulla sua pelle poi in una qualche misura l'ha vissuto anche il paese, le forze migliori, più sane, furono marginalizzate. Una nuova e pessima società dell'immagine e dei magliari si affermò.
Bello Luigi, il ricordo di un italiano onesto.
Ciao, silvano.
Questo è un commento ad un post di un nuovo amico (mi auguro), Luigi Serra. Ho poi deciso di pubblicare il commento come tale sul blog di Luigi e come articolo sul mio di blog.
Ciao Luigi, grazie della visita. Sono venuto a trovarti e sono subito stato sviato dal tuo blog principale per entrare in quello nuovo grazie al tema che hai proposto: Enzo Tortora.
Il suo arresto, come altri fatti più o meno luttuosi di quegli anni, Moro, Peppino Impastato, Dozier la stazione di Bologna, Ustica, è entrato nella memoria collettiva. Mi ricordo Portobello, e quando lo arrestarono, ero allora al liceo. Ricordo con senso di colpa il sentimento che allora mi prese "Eh lo sapevo non poteva essere così buono. Era tutto un personaggio finto! Come gli altri e peggio degli altri." Che imbarazzo qualche tempo dopo quando vidi gli accusatori, gente inguardabile dei millantatori della peggior specie, dei pentiti finti che sostenevano ed erano sostenuti da una magistratura inqualificabile. Ma il gap, l'imbarazzo, secondo me, era culturale ed emblematico: una persona onesta e di successo non era comprensibile nell'immaginario mio e della maggioranza degli italiani, sostenuti in questo da dei media che in quell'occasione diedero il peggio di sè.
Quell'uomo in manette che sfilava tra telecamere e flash, con il senno di poi, simboleggiava la sconfitta degli italiani per bene. Infatti abbiamo perso.
Gli unici lungimiranti che lo sostennero in quell'occasione, furono i radicali. Marco Pannella dimostrò candidando Tortora di trovarsi a vivere nel futuro, di vedere molto più acutamente degli altri politici. Per questa ragione a volte sembra folle quello che dice: perchè è un profeta laico.
Tornando a Tortora, quello che lui visse sulla sua pelle poi in una qualche misura l'ha vissuto anche il paese, le forze migliori, più sane, furono marginalizzate. Una nuova e pessima società dell'immagine e dei magliari si affermò.
Bello Luigi, il ricordo di un italiano onesto.
Ciao, silvano.
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enzo tortora
12 commenti:
Grazie Silvano. Hai scritto un bellissimo commento. Ho scoperto il tuo blog tramite quello di Efisio. Poi, certo che ti considero un nuovo amico. Per quello che riguarda wordpress mi sta creando non pochi problemi, infatti penso che trasferirò tutto su un blog di blogspot .
A presto.
Buona domenica silvano ... baci
Il mio ricordo di Enzo Tortora è legato alla sua sofferenza al solito e crudele vomitargli contro dei media, la sua vita violentata dalla magistratura..e dalla malattia che lo ha ingiustamente sconfitto. Sono felice che il tuo post sia a lui dedicato..Con sincerità Cinzia
Quella di Tortora è una storia che si ripresenta attuale, alla luce del fatto che la politica ha legami con la grande criminalità organizzata. Chi invece non ne aveva e stava sulle palle a qualcuno, veniva linciato e perseguito, paradossalmente proprio perchè non avevano la grande criminalità organizzata a coprirgli le spalle.
Di Enzo Tortora ricordo ancora la bella trasmissione radiofonica IL Gambero... Un uomo vergognosamente infangato dalla superficialità di indagine di quel periodo: il pentitismo imperversava e, assurdamente, si dava credito più ai disonesti che alla parola della gente onesta. Convincetemi,però, che questo non succede più...
Ciao e buona domenica a tutti.
Hai centrato in pieno 3fix, purtroppo è ancora così...
Ciao Silvano...grazie per tutto ciò che hai scrittosul mio post!!!
grazie per il bentornata....avevo un mare dentro...
ps La storia di Enzo Tortora spero aleggi nei sogni di chi non può dormire sereno...poche parole ma toste.
un abbraccio di mareeeeeeeeeeeee
Elsa
@Cesco:Hai centrato in pieno 3fix, purtroppo è ancora così...
Già! Basta ricordare quello che successe a Roberto Vecchioni, o disse un giudice nei riguardi di Carlotto: "Massimo Carlotto?!... un caso di "sfiga" giudiziaria."
E qualcuno qui in Italia è a favore della pena di morte, chissà quanti innocenti finirebbero sul patibolo! Avrei un bel "francesismo" da dire a quel giudice, ma oggi voglio fare il bravo... certo, però, che la moglie (mentre lui era in tribunale) deve avergliene messe tante, ma taaaante... e tanti saluti!
Dato che Efisio ha ricordato la vicenda di Massimo Carlotto, vorrei consigliare la lettura di almeno un paio di suoi libri: "Il fuggiasco" ed "Arrivederci amore ciao", un bello spaccato su come, tra le altre, funziona la giustizia...ma no leggetevi tutto quello che Carlotto ha pubblicato: grande letteratura che apre visioni inquietanti e reali.
Ovviamente, da carlottiano, approvo il consiglio di lettura di Silvano e aggiungo, che almeno in quei tempi oscuri, c'erano dei coraggiosi che osavano andare controcorrente, come il grande Ugo Tognazzi, che qualche anno prima dell'arresto di Tortora (nel 1979, se non sbaglio) accettò di farsi fotografare ammanettato da finti poliziotti per tre finte edizioni de Il Giorno, La Stampa, Paese Sera. Si trattava uno scherzo del settimanale satirico Il Male, con il quale si annunciava "E' il capo delle BR". Giustificandosi della goliardata, Tognazzi disse che, in un'epoca del genere, aveva solo rivendicato "il diritto alla cazzata". Quanti rivendicano questo diritto oggi? Ieri? Domani?
La cosa peggiore di quando si infangano persone è che anche se poi ne esci pulito e vittima nella mente delle persone resta sempre il dubbio. Una volta che vieni "toccato" da queste indagini niente e nessuno ti può ridare purtroppo la credibilità persa e si muore dentro.
@alligatore: i carlottiani mi sono simpatici e Ugo Tognazzi era un grande attore e persona.
@venus: proprio così, in fondo di questo è morto Tortora.
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