2 mag 2008

Verità e caricature


Questa storia mi è stata raccontata da un amico.
Narra di uno scrittore che una sera stanco se ne va a dormire. Si stende sul letto, spegne la luce. E mentre si trova non più sveglio ma non ancora addormentato comincia a sognare, in quella terra di nessuno che è il dormiveglia dove la realtà si confonde con la fantasia. Comincia a fare questo sogno stranissimo, non gliene era mai capitato uno simile. Lì nella sua camera da letto comincia una sfilata di tutte le persone che ha conosciuto nella vita. Queste persone però hanno una particolarità rispetto a quelle reali: ne sono le caricature. E' una sfilata lunghissima, uno alla volta passano ai piedi del letto, lo guardano e lo salutano. Lui li riconosce tutti, si ricorda attraverso quelle bocche e nasi e menti ed occhi ed orecchi abnormi anche di persone che vide tanto tempo fa e solo una volta. Allo scrittore, ormai anziano, in tutta la sua vita non era mai capitato un sogno tanto reale quanto insolito. Nel sogno sente che il giorno dopo non si ricorderà più dei volti e dei particolari per cui con un grande sforzo decide di svegliarsi e scriverne. Detto fatto è alla sua scrivania. Scrive, scrive di facce, di persone con grandi nasi, bocche, menti smisurati ecc. Riempie centinaia di fogli e capisce perchè siano tutti delle caricature. Gli sembra dapprima e poi si sente sicuro di cogliere la verità di questo fenomeno. Il sogno gli ha raccontato in modo misterioso e confuso che all'inizio del mondo ancor prima dell'avvento dell'uomo, non vi erano le verità. Vi erano solo idee semplici e libere ed indipendenti. Poi con il tempo queste idee semplici si andarono ad aggregare e progressivamente a strutturare per formare le verità. Nacquero così tante, tantissime verità: la verità della vita, la verità della morte, la verità di Dio, la verità dell'amore, la verità dell'odio e così via. Poi nel mondo apparve l'uomo ed era bello e puro ed i suoi lineamenti erano dolci e nobili. Quando vide la verità cominciò a prenderne possesso. Chi ne prendeva una, chi due, i più forti anche cinque, sei dieci. Il vecchio scrittore sosteneva che erano le verità a rendere le persone delle caricature. Diceva che quando qualcuno faceva propria una verità, la prendeva per sè, viveva sotto i dettami di questa, ne diventava schiavo e si trasformava in una caricatura e la verità stessa diventava un inganno.
Il vecchio era molto curioso, nonostante gli anni aveva serbato in sé l'ingenuità e la sete di sapere di un bambino. Non pubblicò mai quel libro con la sua verità e non diventò mai una caricatura.

Ispirato da un racconto di S. Anderson.




3 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi è piaciuto molto..son davvero colpito.tutte le mie incertezze hanno un significato positivo leggendo il tuo post..grazie...ciao

emma ha detto...

Immsgine inquietante, ma molto efficace ... siamo noi o il nostro doppio? Influenzata da quanto sto leggendo proprio in questo momento ... noi o l'immagine nello specchio?? Deformata o realtà vera??
Comunque complimenti, riesci sempre a smuovere qualcosa (in me o nel mio "doppio")

ciao

silvano ha detto...

Ciao Holden. Grazie, molto gentile come al solito.
ciao, silvano.