22 mag 2008

Razzismo... un errore di percezione?

Mi ero ripromesso di non tornare per un po’sulla questione razzismo, intolleranza. Ne ho parlato tanto sia nei post sia nei commenti a post altrui. Avremmo bisogno di una pausa, tutti.
Abbiamo individuato nella rappresentazione del problema sicurezza più che nella sicurezza vera e propria la causa della recrudescenza razzista.
Le persone, molte, sono impaurite perché non sanno distinguere ciò che è reale da ciò che è mediatico.
Abbiamo biasimato, attaccato le persone che ingenuamente pensano che il primo problema italiano siano i rom e gli immigrati clandestini.
Penso e pensiamo che questi siano vittime ignoranti di un sistema, si facciano strumentalizzare.

Poi questa mattina mi è venuto un dubbio.
E se anche noi fossimo vittime ingenue di una rappresentazione?
Se questi episodi a sfondo razzista ci fossero sempre stati, ma mai prima rappresentati, e fossero tutto sommato marginali e fisiologici in un paese di 60 milioni di abitanti?
Siamo sicuri di non essere vittime di un clamoroso errore di percezione?
Mi piacerebbe avere il conforto della vostra opinione…



17 commenti:

Unknown ha detto...

Io credo che gli italiani in fondo non siano razzisti. Ma penso che in effetti un problema sicurezza esista, ma non è che l'effetto di altri problemi molto più grandi. Comunque per gli extracomunitari delle regole bisogna stabilirle. Ma soprattutto devono essere uguali i diritti e i doveri tra italiani e stranieri regolari, se no si apre davvero la strada ad un'ideologia razzista.

Anonimo ha detto...

Mi dispiace contraddirvi, ma non è questa la sensazione che si respira in giro. Sopportare con disprezzo non significa lottare contro il razzismo. E' questo che bisogna capire. Non c'è per forza bisogno di tirare fuori casi limite come quello raccontato nel post precedente per parlare di razzismo. Ma non potete certo dire che l'italiano sia ben disposto all'integrazione delle minoranze. La malcelata sopportazione non fa rima con integrazione, ed è purtroppo questo che si respira. La gente non riesce a percepire gli extracomunitari come persone normali che dovrebbero avere le nostre stesse possibilità di avere una vita dignitosa. Inoltre lotta con tutte le forze affinchè questo non avvenga. E' questo il razzismo, anche se non esteriorizzato, e non potete certo dire che non sia così. Consiglio a chi ha scritto un libro a proposito di questo argomento, di passare meno tempo alla macchina da scrivere e più tempo per la strada, dove la realtà la può vedere di persona, anzichè guardarla attraverso la TV.

Ishtar ha detto...

Cioa non ho letto ancora il post son di fretta ma da me un premio per te ciao

Nadia ha detto...

E' un argomento molto delicato, penso che il timore di perdere quelle che si credono certezze fa agire le persone in modo orrendo. Chi è convinto di avere punti di riferimento certi si fa prendere dal panico all'idea del nuovo e cerca in tutti i modi di screditare il nemico aggredendolo. I cambiamenti non piacciono alla stra grande maggioranza delle persone ma penso che l'arrivo degli immigrati possa essere per tutti noi uno stimolo a non adagiarsi e a risvegliare il ns lato migliore.

silvano ha detto...

@Cesco: di che libro parli?
ciao.

silvano ha detto...

@Cesco: quello che io vorrei capire è se secondo te, secondo voi questi fatti (tu sai che non ne sto discutendo la gravità nè sto sottovalutando la cosa), c'erano anche prima ed adesso li notiamo di più perchè hanno acceso i riflettori. Io sono nato in un quartiere popolare, di operai, impiegati, piccoli commercianti. Allora il mio quartiere era alla periferia della città, a pochi centinaia di metri da casa c'era aperta campagna. Da bambini si giocava tutti fuori, nei campi, grandi gruppi di ragazzini senza genitori a sorvegliare. Mi ricordo un episodio: un giorno tornai a casa e mia madre mi chiese, "vi ho visti dalla finestra che giocavate nel campo, ma perchè non giocate con "Tizio"?" ed io avevo 5/6 anni le risposi diretto, come usano fare i bambini:"la mamma di "caio" ha detto che non dobbiamo giocare con "Tizio" perchè "lè teron e non el se lava mia e lori non iè mia come noialtri". Mia madre mi diede una sberla e mi face un predicozzo tanto sui pregiudizi e le persone cattive che li dicono. Il giorno dopo ricominciai a giocare con Tizio e pian piano anche gli altri.
Tutta queste parole per dire che qui (non credo solo nella mia città) i meridionali hanno smesso (non dappertutto) di essere chiamati terroni solo perchè sono stati "sostituiti" dagli extracomunitari. I primi tempi della lega, negli anni '80, quando ancora si chiamava "Liga Veneta" su tutti i muri delle città e sui loro manifesti campeggiava la scritta "Vota el Leon che magna el teron". Quindi volevo sapere se secondo te sono cambiate solo le vittime del razzismo o se si tratta di qualcosa di qualitativamente diverso.
Un saluto Cesco.
silvano.

Anonimo ha detto...

Silvano, di certo non ho mai negato che ci fosse anche questa forma di razzismo, anche perchè l'ho vissuta io stesso, non solo lavorando al nord, ma anche durante il servizio militare a La Spezia. Ma anche questa forma di razzismo "territoriale", non è scomparsa del tutto, sebbene il bersaglio sia cambiato. Sono stato sbeffeggiato una volta da un operaio milanese che lavorava con me. E' difficile spiegare cosa sia successo esattamente ma da quel giorno non mi ha più rivolto la parola, quando si è reso conto di essere solo un povero ignorante. Si è reso conto di dare del terrone ignorante alla persona sbagliata, e non ha più voluto lavorare con me. E' la stessa persona che costringeva gli operai (per la maggior parte del sud ed extracomunitari) a lavorare senza fare pausa pranzo, con i rischi che puoi immaginare. Quando gli ho fatto presente che se non cambiava atteggiamento avrei discusso con il nostro datore di lavoro, ha cambiato espressione. Ma il suo odio non è mai mutato. Solo, si è reso conto che ero una persona anch'io, ed è questo che è difficile far capire alla gente. Devono solo cambiare ottica, guardare alla persona come individuo indipendentemente da dove provenga. Per rispondere alla tua domanda, sì, queste cose ci sono sempre state, e sono sempre state frutto di ignoranza.

Ciao

silvano ha detto...

Mi dispiace per quello che hai vissuto. L'avevo letto nel tuo blog e non t'avevo detto niente, rimedio adesso.
ciao.

Anna ha detto...

Il quesito che poni è interessante. Il razzismo è sempre esistito, in Italia come altrove, ora ha semplicemente trovato più visibilità. E' la solita storia del cane che si morde la coda: io, razzista, mi vedo rappresentato da giornali e tv ed anche da una parte politica che ha riportato gran successo in campo elettorale, mi sento nel branco,mi sento forte, mi sento legittimato, e divento più feroce.
E' anche vero che noi siamo portati a distinguerlo di più, essendo la nostra attenzione maggiormente focalizzata sul problema. Ma non credo che smorzare toni ed attenzione sia la strada giusta, mai abbassare la guardia e mai stendere veli pietosi su questioni così gravi.


P.S. dopo aver scoperto che lei, caro signore, minimizza il problema razzismo ed indugia vergognosamente sulle grazie non celate della Ministra Velina, aggiungo solo che il nostro rapporto è stato breve, ma intenso, oserei dire bello. Ma tutto finisce, prima o poi.
Addio :-))

silvano ha detto...

@Anna: non era mia intenzione proporre la tesi di abbassare l'attenzione. Mi interessava conoscere l'opinione di altri. Infine visti i toni esasperati ed un po' impauriti riscontrati in giro, e nei miei stessi post, proporre meno emotività nel trattare e discutere del tema, onde evitare una bella fiammata subito e poi, passata la focalizzazione mediatica, un bel dimenticatoio sino a quando i media non decideranno che se ne potrà parlare ancora.
ciao, silvano.

P.S. addio.

Gianna ha detto...

Ragazzi,negli anni sessanta i meridionali hanno subito angherie,al di là delle parole,dal nord Italia.I torinesi,per esempio, non affittavano case ai terroni e mi fermo qui...
Io mi sono diplomata a Torino dove ho frequentato l'ultimo anno delle Magistrali...l'inserimento non è stato facile,ma me la sono cavata bene,per fortuna!

Luca ha detto...

La mia opinione è che "accendere i riflettori" come dici tu, su determinati fatti, è la chiave di tutto. Ora questi problemi li vediamo di più.
E' quello che succede con stampa e televisione in Italia. Ed è proprio così, ce ne accorgiamo solo quando l'occhio di bue viene puntato sull'oggetto.
Il primo esempio che mi viene in mente oltre a questo: la monnezza di Napoli.
A leggere i giornali e a vedere i tg sembra che quel casino è cosa che si forma da un giorno all'altro. Non è così.
Son cose che covate lì da tempo. Buonanotte all'Italia.

il portapizza ha detto...

uhmm... magari é veramente un problema di percezione! Però personalmente ho il sospetto che si tratti piuttosto di strumentalizzazione per dare il contentino a chi del razzismo fa una bandiera e per distrarci tutti dai problemi del Paese ce invece che venir risolti stanno solo peggiorando, mentre noi siamo occupati a inorridire per le dichiarazioni di macchiette politiche, opinionisti, povera gente che non vede al di là del suo naso...

Anonimo ha detto...

E' come quando ho visto per tv le immagini della ribellione in Tibet: mostravano dei monaci che sfondavano delle vetrine se non sbaglio o che comunque compivano atti violenti in mezzo a tutti gli altri manifestanti, e tutti subito a scandalizzarsi del fatto che "loro" sono i primi a predicare la non violenza... mi sono chiesta se quelli invece non fossero in realtà solo dei civili vestiti da monaci intenzionati a creare questa opinione sbagliata nella gente che guardava (insomma che fossero dei simpatizzanti della cina e tentassero di screditare i monaci tibetani). Ma è anche come la "moda" di parlare di cani morsicatori: Ho lavorato per dieci anni in un canile e vi assicuro che i cani hanno sempre morso! solo che la tv ci gode a lanciare allarmismi e a mettere in evidenza certi fatti piuttosto che altri. Con questo non sto dicendo che l'allarme sicurezza non esista... dico solo che a volte i fatti vengono troppo enfatizzati dai media.

silvano ha detto...

@Portapizza e Conrnflake Girl: secondo me avete centrato uno dei problemi, uno dei temi cruciali: il nostro rapporto con i media. Tramite i vari mezzi di comunicazione noi vediamo il mondo. Quindi da un lato sono una finestra sul mondo da cui non possiamo prescindere e dall'altro presentano delle criticità in quanto questi media sono posseduti e controllati da compagnie multinazionali o comunque da grandi compagnie che sapendo di essere il nostro canale di consocenza...possono avere la tentazione di manipolarci. I media il loro controllo e la democrazia sono temi che assumeranno sempre pù importanza in un mondo sempre più globalizzato...quindi temo che diventeranno sempre meno democratici e trasparenti. Sarà molto difficile sempre di più.

Ishtar ha detto...

La prima che hai detto: razzismo, solo che ora è anche vergognosamente promosso e sponsorizzato, addirittura è un orgoglio definirsi fascisti!
Il mio pensiero è che sono schifata e terrorizzata!
Ma rassegnata: NO!
Ciao

Elsa ha detto...

ipocrisia e indifferenza...armi capaci di uccidere...

per il resto concordo un pò con tutti...
Elsa