Hola amici, un saluto e un milione di auguri da Madrid.
Buon 2011.
The screen door slams Mary's dress waves Like a vision she dances across the porch As the radio plays Roy Orbison singing for the lonely Hey that's me and I want you only
31 dic 2010
29 dic 2010
28 dic 2010
Il ruffiano del giornale a strappi
Difficile immaginare una persona più schifosa di quest'uomo, solo forse lo insidia in questo triste primato il Bonanni lenone degli operai e, però no, Belpietro nella sua sporcizia rimane inarrivabile.
Dopo il falso attentato a sè stesso (capperi come se lo sono dimenticato un po' tutti i media), adesso con il falso dell'attentato "Fini" sta superando sè stesso. Trascende del tutto il suo finto giornalismo per andare a fare il lavoro che fa il KGB di Putin nei confronti del dissenso russo di ieri e di oggi.
Ancora non ci scappa il morto per la palese incapacità dell'uomo e del suo mandante ma non per scelta di non spingersi oltre il killeraggio verbale.
L'ordine dei giornalisti dovrebbe chiedersi che cosa sia rimasto di giornalismo in giornali quali Libero e Il Giornale, tanto che nemmeno la carta su cui stampano merda può in alcun modo essere usata invece dell'igienica. Strappi più che pagine e per di più già inzozzati.
"Non c'è niente di più terribile di un’ignoranza attiva”
Johann Wolfgang Goethe.
Dopo il falso attentato a sè stesso (capperi come se lo sono dimenticato un po' tutti i media), adesso con il falso dell'attentato "Fini" sta superando sè stesso. Trascende del tutto il suo finto giornalismo per andare a fare il lavoro che fa il KGB di Putin nei confronti del dissenso russo di ieri e di oggi.
Ancora non ci scappa il morto per la palese incapacità dell'uomo e del suo mandante ma non per scelta di non spingersi oltre il killeraggio verbale.
L'ordine dei giornalisti dovrebbe chiedersi che cosa sia rimasto di giornalismo in giornali quali Libero e Il Giornale, tanto che nemmeno la carta su cui stampano merda può in alcun modo essere usata invece dell'igienica. Strappi più che pagine e per di più già inzozzati.
"Non c'è niente di più terribile di un’ignoranza attiva”
Johann Wolfgang Goethe.
27 dic 2010
Il serial killer di Natale
Periodo natalizio, periodo di buoni propositi. Bisognerebbe sentirsi più buoni, più disponibili, più altruisti. E invece io mi sento più cattivo. Mi capita di girare per strada con intenti omicidi, da solo o passeggiando con il cane nel quartiere, sotto la pioggia mi capita di avere vere e proprie allucinazioni paranoiche, deliri omicidi, sognando stragi sanguinolente di eserciti osceni di babbi natale che s'arrampicano su per muri, muretti, balconi.
Li ammazzerò tutti quei babbini con il culo per aria.
Li ammazzerò tutti quei babbini con il culo per aria.
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scherzi
23 dic 2010
22 dic 2010
Ma dimettiti, vai a casa...
Nel paese dei dilettanti allo sbaraglio, della politica fatta da avvinazzati al bar succede anche questo.
21 dic 2010
Perchè è meglio volare con l'elicottero
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scherzi
20 dic 2010
David Gilmour
"My technique is laughable at times. I have developed a style of my own, I suppose, which creeps around. I don’t have to have too much technique for it. I’ve developed the parts of my technique that are useful to me. I’ll never be a very fast guitar player. I don’t really know what to say about my style. There’s always a melodic intent in there."
David Gilmour
David Gilmour
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19 dic 2010
lotta comunista
Ieri, tornato dal solito giro in centro del sabato mattina, appena rientrato in casa è suonato il campanello.
Ho aperto la porta, era una carina e giovane ragazza che vendeva porta a porta "lotta comunista - organo dei gruppi leninisti della sinistra comunista".
Sono rimasto per un attimo perplesso tanto che non l'ho nemmeno salutata, lei mi ha chiesto se ne volessi una copia e se facevo un'offerta per i compagni, io ancora sono rimasto zitto e la ragazza ha detto qualcosa del tipo "lei non ha simpatia per noi?".
Non poteva sapere che in quei pochi secondi mi avevano spinto via a 20 anni indietro e ancora più in là, quando al posto suo, di quella ventenne, c'ero io che vendevo "lotta comunista" a Padova avendo pudore di nasconderlo ai miei genitori e a quasi tutti gli amici.
E poi le 'ho detto "sì la prendo è solo che anni fa c'ero io al posto tuo". Grazie e ciao.
Mi sono imborghesito, cazzo e pure è passato un sacco di tempo.
Poi mi son letto il giornale e allora l'illusione che il tempo sia statico è stata perfetta: c'erano gli stessi articoli di 20, anzi quasi 30 anni fa.
Tutto uguale. Anche il viso della ragazza era uguale a quello delle compagne di allora a parte che noi eravamo più poveri mentre la compagna di oggi aveva un bel woolrich che le stava anche bene.
Non era cambiato nulla solo adesso io sono dall'altra parte della porta. Non busso più ma riesco ancora ad aprire.
Ho aperto la porta, era una carina e giovane ragazza che vendeva porta a porta "lotta comunista - organo dei gruppi leninisti della sinistra comunista".
Sono rimasto per un attimo perplesso tanto che non l'ho nemmeno salutata, lei mi ha chiesto se ne volessi una copia e se facevo un'offerta per i compagni, io ancora sono rimasto zitto e la ragazza ha detto qualcosa del tipo "lei non ha simpatia per noi?".
Non poteva sapere che in quei pochi secondi mi avevano spinto via a 20 anni indietro e ancora più in là, quando al posto suo, di quella ventenne, c'ero io che vendevo "lotta comunista" a Padova avendo pudore di nasconderlo ai miei genitori e a quasi tutti gli amici.
E poi le 'ho detto "sì la prendo è solo che anni fa c'ero io al posto tuo". Grazie e ciao.
Mi sono imborghesito, cazzo e pure è passato un sacco di tempo.
Poi mi son letto il giornale e allora l'illusione che il tempo sia statico è stata perfetta: c'erano gli stessi articoli di 20, anzi quasi 30 anni fa.
Tutto uguale. Anche il viso della ragazza era uguale a quello delle compagne di allora a parte che noi eravamo più poveri mentre la compagna di oggi aveva un bel woolrich che le stava anche bene.
Non era cambiato nulla solo adesso io sono dall'altra parte della porta. Non busso più ma riesco ancora ad aprire.
Ma Benitez ha ragione?
Ma Benitez ha ragione a lamentarsi che non gli hanno comperato nemmeno uno dei giocatori richiesti, che non hanno rinforzato in alcuna misura una squadra i cui giocatori dopo una stagione esaltante ed irripetibile sono stati spremuti come limoni?
Credo di sì. Credo che abbia ragione e che abbia fatto bene ad anticipare un quasi sicuro addio giornalmente preannunciato.
Mou è irripetibile per una sfilza infinita di ragioni, ma Benitez non è minimamente scarso come la vulgata di moda vuol far credere. Se se ne andrà farà bene perchè è vero che è stato lasciato solo a far da capro espiatorio agli acciacchi che si sono accumulati nel glorioso 2010. I nodi sono venuti al pettine e c'era bisogno di turn over di campioni e non di giocare con la primavera.
Credo, da semplice e moderato tifoso di calcio, che sia giunto il tempo anche in Italia degli allenatori manager chè allora sì la proprietà può chiedere di rendere conto se le cose non vanno bene.
Forza Benitez che comunque hai dimostrato di essere una persona seria.
Credo di sì. Credo che abbia ragione e che abbia fatto bene ad anticipare un quasi sicuro addio giornalmente preannunciato.
Mou è irripetibile per una sfilza infinita di ragioni, ma Benitez non è minimamente scarso come la vulgata di moda vuol far credere. Se se ne andrà farà bene perchè è vero che è stato lasciato solo a far da capro espiatorio agli acciacchi che si sono accumulati nel glorioso 2010. I nodi sono venuti al pettine e c'era bisogno di turn over di campioni e non di giocare con la primavera.
Credo, da semplice e moderato tifoso di calcio, che sia giunto il tempo anche in Italia degli allenatori manager chè allora sì la proprietà può chiedere di rendere conto se le cose non vanno bene.
Forza Benitez che comunque hai dimostrato di essere una persona seria.
17 dic 2010
L'Italia e il lupo
Non so bene perchè ma appena ho visto questa immagine subito ho pensato all'Italia. Su chi possa essere il lupo lascio a voi supporre.
16 dic 2010
Parsons of the Year - TIME
Ma che mi frega di Mark Zuckerberg o anche di Assange, per me c'è solo uno che merita il titolo di Parsons of the Year ed è LUI il mitico Sheldon Cooper.
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big bang
15 dic 2010
Calearissimo
Non riesco a decidere se sia peggio lui (un voltagabbana come tanti), Veltroni che me l'aveva imposto alle politiche 2008 come il nuovo che avanzava o infine se sia inqualificabile io che l'ho votato.
14 dic 2010
Fuori c'è la rivoluzione
La fuori a Roma c'è la rivoluzione e anch'io faccio il tifo, romanticamente con il culo al caldo davanti a un pc e , se sono in giornata, mi lancio pure in una polemica a commenti.
Forza ragazzi!13 dic 2010
12 dic 2010
Grandi amicizie
Non sono un misantropo, nè credo di confondere la diversa complessità strutturale di sentimenti che ci lega nei rapporti con i nostri simili, così come non credo di esagerare di poter parlare di amicizia profonda nel rapporto uomo-cane.
A me, almeno, è capitato così nella vita. Il rapporto con i miei cani è sempre stato come quello tra amici, certo loro sono degli amici relativamente semplici ma che sanno dare affetti incondizionati e soddisfazioni profonde.
Se posso consigliare sull'argomento un libro, scelgo un classico: "E l'uomo incontrò il cane" di K. Lorenz.
A me, almeno, è capitato così nella vita. Il rapporto con i miei cani è sempre stato come quello tra amici, certo loro sono degli amici relativamente semplici ma che sanno dare affetti incondizionati e soddisfazioni profonde.
Se posso consigliare sull'argomento un libro, scelgo un classico: "E l'uomo incontrò il cane" di K. Lorenz.
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cani
10 dic 2010
C.V.D. la scuola degli asini
Cos'è la scuola degli asini? Leggi qui.
In altri tempi, ai tempi che io andavo al liceo (il motore a scoppio era ancora di là da venire) era risaputo che la scuola privata era la scuola degli asini (a onor del vero non si poteva dire per le scuole "dei preti" che, almeno allora, erano dure e rigide).
Compagni di liceo duri di comprendonio ma di portafoglio capace dopo aver sbattuto il muso al durissimo istituto statale, si iscrivevano a queste portentose scuole degli asini e facevano i famosi "due anni in uno". Sicchè per miracolo dove non sarebbero riusciti in due anni a progredire di una classe, riuscivano in un anno a progredire di due. Pure alla scuola statale erano zucconi e tali rimanevano alla scuola privata, mostrando però le pagelle inspiegabili miglioramenti.
E' sempre stato così e, mi consola, lo sia ancor oggi.
Ricordo in particolare un compagno di classe, figlio di un luminare, che era di una stupidità colossale. Non c'era verso entrasse nulla in quella zucca. Si ritirò prima della fine dell'anno scolastico per evitare la bocciatura e si iscrisse ad una rampante scuola per asini dove venne promosso con tutti gli onori. Misteri. Ora divenuto politico di livello nazionale è rimasto comunque zuccone ed in più ha perso la notevole simpatia di allora quando amava Bob Marley e soprattutto gli inevitabili annessi e connessi del mitico giamaicano. Di più non posso dire per non prendermi una denuncia...
In altri tempi, ai tempi che io andavo al liceo (il motore a scoppio era ancora di là da venire) era risaputo che la scuola privata era la scuola degli asini (a onor del vero non si poteva dire per le scuole "dei preti" che, almeno allora, erano dure e rigide).
Compagni di liceo duri di comprendonio ma di portafoglio capace dopo aver sbattuto il muso al durissimo istituto statale, si iscrivevano a queste portentose scuole degli asini e facevano i famosi "due anni in uno". Sicchè per miracolo dove non sarebbero riusciti in due anni a progredire di una classe, riuscivano in un anno a progredire di due. Pure alla scuola statale erano zucconi e tali rimanevano alla scuola privata, mostrando però le pagelle inspiegabili miglioramenti.
E' sempre stato così e, mi consola, lo sia ancor oggi.
Ricordo in particolare un compagno di classe, figlio di un luminare, che era di una stupidità colossale. Non c'era verso entrasse nulla in quella zucca. Si ritirò prima della fine dell'anno scolastico per evitare la bocciatura e si iscrisse ad una rampante scuola per asini dove venne promosso con tutti gli onori. Misteri. Ora divenuto politico di livello nazionale è rimasto comunque zuccone ed in più ha perso la notevole simpatia di allora quando amava Bob Marley e soprattutto gli inevitabili annessi e connessi del mitico giamaicano. Di più non posso dire per non prendermi una denuncia...
Dalla Russia con amore: il bacio della morte
L'attacco più duro e forse definitivo ad Assange è in realtà arrivato dal russo Putin che parlando di arresto antidemocratico ha fatto venire dubbi sulla figura dell'eroe di Wikileaks anche ai suoi fedelissimi.
Tecniche da KGB.
Tecniche da KGB.
9 dic 2010
Canzone n. 27 "Down to the waterline" - Dire Straits
Dire Straits dal loro primo album "Dire Straits" anno 1978.
Ricordi freschi e cristallini come l'acqua di una fonte di montagna che esce magicamente dalla roccia. Colore giallo, spugna, curiosità. Lo scratch del rumore bianco che fa la puntina nella terra di nessuno avvicinandosi al solco della musica. Scratch pieno di aspettative, desideri, proiezioni, un attimo di mistero e poi comunque finirà. Emozioni, giochi. Alla ricerca di qualcosa di nuovo. Fantasticando su quella copertina bianca, una finestra sulla vita di quella donna misteriosa. Un riquadro di vita intima. Luce bianca e soffusa, luce di una mattina in un paese nordico. Quella notte passata ha portato o si è portata via qualcosa. Rimangono ricordi. Le immagini specchiate dall'acqua sono fedeli, ma basta un piccolo perturbamento della superficie e subito si deformano e perdono il loro significato. Quella chitarra così pulita così nuova che racconta del tempo passato con lui a correre e a far l'amore giù al livello dell'acqua. Notti insonni a girare. Baciarsi all'ombra delle navi da carico. Sale e olio nell'aria. Labbra salate, jeans consunti, in tasca niente solo la gioventù, l'istinto degli animali notturni. Momenti in cui tutto era possibile, mondi paralleli, al di sopra e al di sotto del livello dell'acqua, confine dei mondi. Navi che partono, sirene nella notte che mi chiamano. Terre lontanissime a pochi passi da noi. Poi l'acqua ha fatto paura, la sua superficie si è increspata. Sono qui che ascolto la tua chitarra nella mia bella casa, la notte scendo ancora con te al livello dell'acqua.
DOWN TO THE WATERLINE
(Dire Straits, 1978)
Sweet surrender on the quay side
You remember we used to run and hide
In the shadow of the cargoes I take you one time
And we're counting all the numbers down to the waterline
Near misses on the dogleap stairways
French kisses in the darkened doorways
A foghorn blowing out wild and cold
A policeman shines a light upon my shoulder
Up comes a coaster fast and silent in the night
Over my shoulder all you can see are the pilot lights
No money in our jackets and our jeans are torn
Your hands are cold but your lips are warm
She can see him on the jetty where they used to go
She can feel him in the places where the sailors go
When she's walking by the river and the railway line
She can still hear him whisper
Let's go down to the waterline
FINO AL LIVELLO DELL'ACQUA
Dolce abbandono sulla banchina
Ti ricordi? correvamo e ci nascondevamo
Una volta t'ho preso all'ombra dei mercantili
E ce ne siamo rimasti a contare tutti i numeri fino al livello dell'acqua.
Guai scampati sulle gradinate scoscese
Baci alla francese negli ingressi bui
Una sirena riecheggia selvaggia e fredda nella nebbia
Un poliziotto proietta una luce al di sopra delle mie spalle
Una nave costiera, veloce e silenziosa, si avvicina nella notte
Tutto quello che riesci a vedere oltre le mie spalle sono le luci spia
Non abbiamo soldi nelle giacche ed i nostri jeans sono strappati
Hai le mani gelide ma la tue labbra sono ardenti
Lei riesce a vederlo sul solito pontile dove andavano
Lei riesce a sentire la sua presenza nei posti frequentati dai marinai
Quando cammina lungo il fiume e la ferrovia
Può sentirlo ancora sussurrare:
Scendiamo fino al livello dell'acqua.
Ricordi freschi e cristallini come l'acqua di una fonte di montagna che esce magicamente dalla roccia. Colore giallo, spugna, curiosità. Lo scratch del rumore bianco che fa la puntina nella terra di nessuno avvicinandosi al solco della musica. Scratch pieno di aspettative, desideri, proiezioni, un attimo di mistero e poi comunque finirà. Emozioni, giochi. Alla ricerca di qualcosa di nuovo. Fantasticando su quella copertina bianca, una finestra sulla vita di quella donna misteriosa. Un riquadro di vita intima. Luce bianca e soffusa, luce di una mattina in un paese nordico. Quella notte passata ha portato o si è portata via qualcosa. Rimangono ricordi. Le immagini specchiate dall'acqua sono fedeli, ma basta un piccolo perturbamento della superficie e subito si deformano e perdono il loro significato. Quella chitarra così pulita così nuova che racconta del tempo passato con lui a correre e a far l'amore giù al livello dell'acqua. Notti insonni a girare. Baciarsi all'ombra delle navi da carico. Sale e olio nell'aria. Labbra salate, jeans consunti, in tasca niente solo la gioventù, l'istinto degli animali notturni. Momenti in cui tutto era possibile, mondi paralleli, al di sopra e al di sotto del livello dell'acqua, confine dei mondi. Navi che partono, sirene nella notte che mi chiamano. Terre lontanissime a pochi passi da noi. Poi l'acqua ha fatto paura, la sua superficie si è increspata. Sono qui che ascolto la tua chitarra nella mia bella casa, la notte scendo ancora con te al livello dell'acqua.
DOWN TO THE WATERLINE
(Dire Straits, 1978)
Sweet surrender on the quay side
You remember we used to run and hide
In the shadow of the cargoes I take you one time
And we're counting all the numbers down to the waterline
Near misses on the dogleap stairways
French kisses in the darkened doorways
A foghorn blowing out wild and cold
A policeman shines a light upon my shoulder
Up comes a coaster fast and silent in the night
Over my shoulder all you can see are the pilot lights
No money in our jackets and our jeans are torn
Your hands are cold but your lips are warm
She can see him on the jetty where they used to go
She can feel him in the places where the sailors go
When she's walking by the river and the railway line
She can still hear him whisper
Let's go down to the waterline
FINO AL LIVELLO DELL'ACQUA
Dolce abbandono sulla banchina
Ti ricordi? correvamo e ci nascondevamo
Una volta t'ho preso all'ombra dei mercantili
E ce ne siamo rimasti a contare tutti i numeri fino al livello dell'acqua.
Guai scampati sulle gradinate scoscese
Baci alla francese negli ingressi bui
Una sirena riecheggia selvaggia e fredda nella nebbia
Un poliziotto proietta una luce al di sopra delle mie spalle
Una nave costiera, veloce e silenziosa, si avvicina nella notte
Tutto quello che riesci a vedere oltre le mie spalle sono le luci spia
Non abbiamo soldi nelle giacche ed i nostri jeans sono strappati
Hai le mani gelide ma la tue labbra sono ardenti
Lei riesce a vederlo sul solito pontile dove andavano
Lei riesce a sentire la sua presenza nei posti frequentati dai marinai
Quando cammina lungo il fiume e la ferrovia
Può sentirlo ancora sussurrare:
Scendiamo fino al livello dell'acqua.
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7 dic 2010
6 dic 2010
Lucy in the Sky with Diamonds
Sembra di essere tagliati fuori dal mondo senza l'adsl. Sembra tutto grigio. Cielo grigio, aria grigia , gatto grigio, tutto indistinguibile, tanti piani di profondità appiattititi dall'uniformità cromatica. Manca il 3D e manco con gli occhialini si riesce a distinguere qualcosa, anche solo un segno di discontinuità. Sogno lenti colorate e Lucy in the sky wiyh diamonds.
3 dic 2010
Rivoluzione. rivoluzione...scoppia la rivolta per le vie di Verona
Rivoluzione.
Rivoluzione per le strade di Verona.
Anziani, casalinghe, ragazzi, uomini di mezza età che si riversano per le strade di Verona gridando la loro indignazione.
Rivoluzione nei bar, nei luoghi di ritrovo.
Piccoli assembramenti di persone che discutono, urlano e pianificano le azioni da intraprendere.
Rivoluzione e già qualcuno corre a ribaltare cassonetti a costruire barricate per le strade.
Rivoluzione e pensare che questo paese sembrava addormentato...
Rivoluzione per le promesse non matenute: con il digitale terrestre dicevano che tutto sarebbe migliorato e invece fa cagare.
Rivoluzione per le strade di Verona.
Anziani, casalinghe, ragazzi, uomini di mezza età che si riversano per le strade di Verona gridando la loro indignazione.
Rivoluzione nei bar, nei luoghi di ritrovo.
Piccoli assembramenti di persone che discutono, urlano e pianificano le azioni da intraprendere.
Rivoluzione e già qualcuno corre a ribaltare cassonetti a costruire barricate per le strade.
Rivoluzione e pensare che questo paese sembrava addormentato...
Rivoluzione per le promesse non matenute: con il digitale terrestre dicevano che tutto sarebbe migliorato e invece fa cagare.
2 dic 2010
Tra scatoloni, influenza e senza l'adsl
Gli scatoloni del trasloco pur in diminuzione non accennano a sparire. Poi ci si è messa questa pseudo influenza e infine le follie della burocrazia per "il trasloco" dell'adsl...50 euro e dai 20 ai 30 giorni di attesa per un click in una centrale. Follia. Più breve e più economica la via di chiudere il contratto con tiscali e riaprine uno con un nuovo operatore e intanto ci si arrangia con una chiavetta lunatica amante delle posizioni estreme per poter funzionare.
Un saluto amici, malconcio ma ci sono ancora.
Un saluto amici, malconcio ma ci sono ancora.
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24 nov 2010
Vieni via con me - La critica dell'invidia
Leggo in questi giorni critiche da parte dei giornali di destra e anche della sinistra cazzona al programma di Fazio e Saviano. Ci sta. Non c'è problema. Sui giornali di destra i soliti discorsi rozzi senza tanti distinguo, scritti con la zappa più che con la penna. Sui giornali della sinistra elitaria, per capirci tipo "Il Riformista" che a parte Polito non se lo fila nessuno ma fa intellettuale figo, le critiche vorrebbero essere di spessore, poggiare su raffinati gusti culturali, su analisi ardite. In realtà, a parte le differenze di formali tra le critiche da destra e da sinistra, c'è un fattore che le accomuna e che spiega tanta acredine verso il programma, ed è una categoria per nulla nobile e molto molto ma molto diffusa: L'INVIDIA di un esercito di mediocri.
Did I listen to pop music...
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21 nov 2010
Ratzinger è un grande Papa e pure un rivoluzionario
Da tempo meditavo di scrivere che Ratzinger è un grande Papa che passerà alla storia e, tempo permettendo, farà pure una rivoluzione.
Quello che mi tratteneva era la paura di polemiche con amici bloggers, perchè cantare fuori dal coro e dire che "ratzinga" è più rivoluzionario di tanti rivoluzionari di professione magari con kefiah al seguito non è esattamente mainstrean.
Rassicuro?! gli amici che non mi sono convertito, nè che ho cambiato opinione circa l'oscurantismo ecclesiatico su questioni quali aborto, fine vita, sessualità ecc.
Eppure, avendo l'ambizione di essere intellettualmente onesto non posso non vedere gli sforzi che il Papa tedesco sta facendo per modernizzare e per "ripulire" la chiesa da tanti, troppi, silenzi del passato.
E allora come faccio a non apprezzare, ad esempio, la posizione di Ratzinger sui Rom? E' stato l'unico tra i grandi leader occidentali a condannare le discriminazione di cui sono oggetto da parte dei paesi europei: Italia e Francia in primis - e la sua condanna è stata durissima e netta avendo parlato di genocidio. Chi altro l'ha fatto? Quanto avrei voluto sentirlo detto da Bersani, da D'Alema, da qualche altro leader di sinistra...
Come faccio a non apprezzare gli sforzi di pulizia che sta operando all'interno del clero su un problema quale quello della pedofilia?
Quando mai si è sentito un Papa pronunciare parole così nette e così dure contro i preti pedofili? Pure, si sa, la pedofilia nel clero c'è sempre stata, sembrando in quel mondo religioso una forma di sessualità deviata endemica.
Come non apprezzare la timida apertura su un tema tabù quale la contraccezione? Certo si può sempre pensare che queste aperture siano funzionali ad un adeguamento ai tempi moderni: non saprei, potrebbe darsi, ma alla fine l'importante è che questa modernizzazione ci sia.
Il solco che si sta scavando con l'era Woytila sta diventando un oceano, dopo il ritorno al medioevo del papa polacco finalmente la Chiesa si è rimessa in moto. Eppure se ci pensate, mentre Woytila era amato da tutti, essendosi trasformato in un'icona pop, al contrario a questo super intellettuale tedesco si guarda con diffidenza. Per fortuna la rivoluzione, come già ben sapeva Lenin, non dipende in alcuna misura dal popolino.
Quello che mi tratteneva era la paura di polemiche con amici bloggers, perchè cantare fuori dal coro e dire che "ratzinga" è più rivoluzionario di tanti rivoluzionari di professione magari con kefiah al seguito non è esattamente mainstrean.
Rassicuro?! gli amici che non mi sono convertito, nè che ho cambiato opinione circa l'oscurantismo ecclesiatico su questioni quali aborto, fine vita, sessualità ecc.
Eppure, avendo l'ambizione di essere intellettualmente onesto non posso non vedere gli sforzi che il Papa tedesco sta facendo per modernizzare e per "ripulire" la chiesa da tanti, troppi, silenzi del passato.
E allora come faccio a non apprezzare, ad esempio, la posizione di Ratzinger sui Rom? E' stato l'unico tra i grandi leader occidentali a condannare le discriminazione di cui sono oggetto da parte dei paesi europei: Italia e Francia in primis - e la sua condanna è stata durissima e netta avendo parlato di genocidio. Chi altro l'ha fatto? Quanto avrei voluto sentirlo detto da Bersani, da D'Alema, da qualche altro leader di sinistra...
Come faccio a non apprezzare gli sforzi di pulizia che sta operando all'interno del clero su un problema quale quello della pedofilia?
Quando mai si è sentito un Papa pronunciare parole così nette e così dure contro i preti pedofili? Pure, si sa, la pedofilia nel clero c'è sempre stata, sembrando in quel mondo religioso una forma di sessualità deviata endemica.
Come non apprezzare la timida apertura su un tema tabù quale la contraccezione? Certo si può sempre pensare che queste aperture siano funzionali ad un adeguamento ai tempi moderni: non saprei, potrebbe darsi, ma alla fine l'importante è che questa modernizzazione ci sia.
Il solco che si sta scavando con l'era Woytila sta diventando un oceano, dopo il ritorno al medioevo del papa polacco finalmente la Chiesa si è rimessa in moto. Eppure se ci pensate, mentre Woytila era amato da tutti, essendosi trasformato in un'icona pop, al contrario a questo super intellettuale tedesco si guarda con diffidenza. Per fortuna la rivoluzione, come già ben sapeva Lenin, non dipende in alcuna misura dal popolino.
19 nov 2010
Lo scazzo di Sarah Scazzi
Lo scazzo non è per quella povera vittima, ma per il circo mediatico che non accenna a finire trasformando in diretta una tragedia reale in un reality della tragedia.
I titoli mischiati senza sequenza temporale che riporto di seguito non sono che la milionesima parte di quelli che hanno pubblicato giornali, televisioni, web e sono tutti reali. Ne ho risparmiato un paio sui progetti di film già pronti sull'omicidio per nausea.
A me sembrano una macabra danza della morte tutti quei titoli urlati a guardare nell'intimo inconfessabile degli spettatori più che delle vittime.
Sarah strangolata dallo zio
I titoli mischiati senza sequenza temporale che riporto di seguito non sono che la milionesima parte di quelli che hanno pubblicato giornali, televisioni, web e sono tutti reali. Ne ho risparmiato un paio sui progetti di film già pronti sull'omicidio per nausea.
A me sembrano una macabra danza della morte tutti quei titoli urlati a guardare nell'intimo inconfessabile degli spettatori più che delle vittime.
Michele Misseri, confessione choc: «Mia figlia Sabrina ha ucciso Sarah»
Sarah Scazzi: oggi l’incidente probatorio tra Sabrina e Michele
Sarah Scazzi, una foto dall'obitorio: giallo su chi l'ha postata, su Facebook gruppi shock
Chi l'ha Visto - Misteri - Sarah Scazzi - La scheda
Sarah Scazzi: Sabrina, “Papà ha confessato, ma io sono più brava”
Sarah, Michele: Sabrina disse "sei bravo a non lasciare piste"
«Ho violentato Sarah dopo averla uccisa»
Strangolata in garage per aver rifiutato i suoi approcci. Il corpo in un pozzo in avanzato stato di decomposizione. La figlia di Misseri: «Mio padre ora deve pagare»
Omicidio Sarah Scazzi, Michele Misseri: 'Sabrina è l'assassina'
LA CONFESSIONE
Sarah strangolata dallo zio
Non cedeva alle sue molestie
VIDEO La madre apprende la notizia in diretta tv 3
Le Iene: l'omicidio di Sarah Scazzi | Free Entertainment Videos ...
Sarah Scazzi: arma del delitto ritrovata in casa Misseri
L'ultima di Vendola: Sarah Scazzi vittima del berlusconismo
SARAH SCAZZI, TROPPE DOMANDE SENZA RISPOSTA / indagini Ris sul cellulare di Sarah Scazzi
Ritrovato il cadavere di Sarah Scazzi
L'avrebbe uccisa lo zio il giorno stesso della scomparsa
Sarah Scazzi, Michele Misseri: corda nel bagagliaio auto Cosima
Sarah Scazzi: una nuova testimone contro Sabrina
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18 nov 2010
Political language
“Political language… is designed to make lies sound truthful and murder respectable, and to give an appearance of solidity to pure wind.”
George Orwell.
George Orwell.
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Letteratura,
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17 nov 2010
L'Italia del sottosuolo - di Barbara Spinelli
Questa crisi politica, questo declino d'impero futile è un pantano, una melma che ammorba l'aria e che ti impedisce vedere le cose, distinguerne i contorni. E'melma dei pensieri e del ragionamento, tomba prossima di una razionalità residua, è un gas che ammorba aria, respiro, cuore.
Non ci sono risposte semplicistiche a problemi complessi e TUTTI - TUTTI siamo coinvolti, ci siamo fatti coinvolgere o non abbiamo resistito abbastanza.
Berlusconi sta per finire, pochi mesi o forse più, ma sta per finire. Rimane da fare, ai reduci di questo ventennio, un'analisi, e poi una catarsi.
Questo straordinario, per lucidità e profondità, articolo di Barbara Spinelli potrebbe essere l'inizio della (ri)presa di coscienza, la premessa per la rinascita, per l'emersione dal sottosuolo (LEGGI...)
Non ci sono risposte semplicistiche a problemi complessi e TUTTI - TUTTI siamo coinvolti, ci siamo fatti coinvolgere o non abbiamo resistito abbastanza.
Berlusconi sta per finire, pochi mesi o forse più, ma sta per finire. Rimane da fare, ai reduci di questo ventennio, un'analisi, e poi una catarsi.
Questo straordinario, per lucidità e profondità, articolo di Barbara Spinelli potrebbe essere l'inizio della (ri)presa di coscienza, la premessa per la rinascita, per l'emersione dal sottosuolo (LEGGI...)
16 nov 2010
15 nov 2010
Causa ed effetto
Passa il tempo, passano le ere, e mi sono svegliato con l'agghiacciante dubbio che Berlusconi sia un effetto. Non la causa.
13 nov 2010
Born To Run done by a 3 year old Springsteen
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12 nov 2010
11 nov 2010
Vero? Forse sì, forse no...ma ha importanza?
Un presunto ricattatore, un personaggio comunque da tabloid popolari del più infimo livello e un'affermazione: "Esistono le foto delle festine di Arcore".
Di fronte all'affermazione di un personaggio come Corona in un paese normale si chiamerebbero i carabinieri per il maldestro tentativo di minaccia e ricatto.
Ma in Italia no, a quell'affermazione si corre dietro perchè, se è vero che il personaggio Corona non ha alcuna credibilità, pure i vertici politici non ne hanno alcuna e allora tutto è possibile e tutto è credibile.
Di fronte all'affermazione di un personaggio come Corona in un paese normale si chiamerebbero i carabinieri per il maldestro tentativo di minaccia e ricatto.
Ma in Italia no, a quell'affermazione si corre dietro perchè, se è vero che il personaggio Corona non ha alcuna credibilità, pure i vertici politici non ne hanno alcuna e allora tutto è possibile e tutto è credibile.
Giant Tom Waits Album In London
A giant version of Tom Waits’ 2006 album Orphans: Brawlers, Bawlers & Bastards has been created as part of a unique art installation in London. The Portobello ReCollection opened last week on the Portobello Road in West London, transforming a 100 m long wall into a giant record collection charting the musical influences of the neighborhood. Artists Natasha Mason and Teresa Crawley asked residents for their input on which records they would like to see represented. The result is a colorful celebration of the neighborhood’s musical heritage prominently featuring Waits acclaimed three CD/7 album set . The installation is scheduled to be in place for six months, so get your picture taken with a giant Tom Waits album while you can.
via: http://www.antilabelblog.com/
via: http://www.antilabelblog.com/
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10 nov 2010
Pompei, rifiuti, alluvioni, L'Aquila l'unica speranza è...
Un paese che perde i pezzi, una classe politica che si guarda la punta dei piedi.
E' ora di prendere atto della realtà e di arrendersi.
Per Pompei, per il nostro immenso ed incommensurabile patrimonio storico/artistico, per i rifiuti di Napoli e di mezza Italia, per L'Aquila per le alluvioni varie ed eventuali, per le emergenze prossime-venture l'unica speranza è il COMMISSARIAMENTO E LA GESTIONE DEGLI STESSI DA PARTE DELL'UNIONE EUROPEA.
Noi non siamo in grado. L'unico periodo in cui siamo risuciti a crescere e a funzionare è stato quando ci siamo avvalsi dell'abbrivio che gli alleati vittoriosi ci diedero alla fine della guerra. Se ci tracciano la strada siamo capaci di seguirla, se la dobbiamo tracciare noi ci perdiamo.
E' ora di prendere atto della realtà e di arrendersi.
Per Pompei, per il nostro immenso ed incommensurabile patrimonio storico/artistico, per i rifiuti di Napoli e di mezza Italia, per L'Aquila per le alluvioni varie ed eventuali, per le emergenze prossime-venture l'unica speranza è il COMMISSARIAMENTO E LA GESTIONE DEGLI STESSI DA PARTE DELL'UNIONE EUROPEA.
Noi non siamo in grado. L'unico periodo in cui siamo risuciti a crescere e a funzionare è stato quando ci siamo avvalsi dell'abbrivio che gli alleati vittoriosi ci diedero alla fine della guerra. Se ci tracciano la strada siamo capaci di seguirla, se la dobbiamo tracciare noi ci perdiamo.
9 nov 2010
8 nov 2010
5 nov 2010
That's good - Springsteen in London
Articolo dell'amica Byron.
Dicono che non dovresti mai conoscere i tuoi idoli perché la delusione è garantita. Forse io sono stata fortunata perché nella mia vita diciamo da adulta consapevole, cioè dai 15 anni in poi (perché prima di allora c’erano Michael J. Fox, Tom Hanks, Bryan Adams e Freddie Mercury e non li contiamo, ok?) ho sempre avuto grandi passioni e infatuazioni più o meno serie per gente alla quale – per via del mio lavoro – mi sono ritrovata piuttosto vicina, e con la quale ho potuto intrattenere almeno una conversazione, se non addirittura arrivare a sviluppare un rapporto di amicizia, a volte anche relazioni sentimentali. In molti di questi casi – specialmente nel caso di attori e scrittori, direi – c’è da constatare che la sostanza è poca, ma delusioni grosse non ne ho avute. (Vigorose spremute di cuore sì, bisogna ammetterlo.)
Mantenere le aspettative a un livello gestibile non mi è stato troppo difficile. Io non credo al processo alchemico del talento, a quella cosa mistico-cosmica che dovrebbe trasformare una persona normale che si sveglia con la piega storta della federa del cuscino stampata in faccia, si fa un caffè e va al cesso come tutti gli esseri umani, in una specie di flauto magico attraverso il quale soffia il genio dell’Arte quando sale su un palco o si siede al suo scrittoio. Non ci credo perché sono atea e perché la trascendenza ha poco a che vedere con il mazzo tanto che gli artisti (o anche gli sportivi) che più ammiro si fanno quotidianamente per arrivare dove sono arrivati/e. Certo, una base di attitudine particolare ci deve essere, ma una volta che hai visto un attore fare gli esercizi di testo a casa, preparare le corde vocali, andare in palestra, allentare l’elastico della mascella per meglio adempiere alle richieste del pentametro giambico, c’è poco di sovrumano.
Eppure c’è gente che quando sale su un palco si trasforma in un qualcosa di più. Quando Bruce Springsteen sale su un palco con una chitarra in mano è difficile mettersi a pensare alle ore e ore che deve aver passato da ragazzino ossessivo a imparare a fare gli accordi, ai tagli e ai calli che ti crescono sulle dita quando cominci ad allenarti, alla tendinite e all’artrite che ti aspettano quando le falangi si disarticolano sempre più per arrivare a un paio di tasti più in là, allargando le ottave che riesci a comandare. Quando andai al mio primo concerto di Springsteen scrissi, da atea convinta, che la cosa più vicina a quell’esperienza doveva essere la festa di compleanno di dio. La mia conversione alla Chiesa di Springsteen la raccontavo qui. E in effetti, pur con tutto il Santommasismo che mi ritrovo, confesso che mi è difficile non vedere la mia adorazione completa di Springsteen, Bruce Frederick Joseph come una specie di fede. Che ha il suo credo (I believe in the love that you gave me, I believe in the faith that can save me, I believe in the hope and I pray that someday it may raise me), il suo paternoster (hey-ho rock’n’roll deliver me from nowhere), i suoi salmi che parlano di terre promesse e di sogni Americani, la formula per il matrimonio, per il divorzio, e per tutti i sacramenti.
Continua a leggere...
Mantenere le aspettative a un livello gestibile non mi è stato troppo difficile. Io non credo al processo alchemico del talento, a quella cosa mistico-cosmica che dovrebbe trasformare una persona normale che si sveglia con la piega storta della federa del cuscino stampata in faccia, si fa un caffè e va al cesso come tutti gli esseri umani, in una specie di flauto magico attraverso il quale soffia il genio dell’Arte quando sale su un palco o si siede al suo scrittoio. Non ci credo perché sono atea e perché la trascendenza ha poco a che vedere con il mazzo tanto che gli artisti (o anche gli sportivi) che più ammiro si fanno quotidianamente per arrivare dove sono arrivati/e. Certo, una base di attitudine particolare ci deve essere, ma una volta che hai visto un attore fare gli esercizi di testo a casa, preparare le corde vocali, andare in palestra, allentare l’elastico della mascella per meglio adempiere alle richieste del pentametro giambico, c’è poco di sovrumano.
Eppure c’è gente che quando sale su un palco si trasforma in un qualcosa di più. Quando Bruce Springsteen sale su un palco con una chitarra in mano è difficile mettersi a pensare alle ore e ore che deve aver passato da ragazzino ossessivo a imparare a fare gli accordi, ai tagli e ai calli che ti crescono sulle dita quando cominci ad allenarti, alla tendinite e all’artrite che ti aspettano quando le falangi si disarticolano sempre più per arrivare a un paio di tasti più in là, allargando le ottave che riesci a comandare. Quando andai al mio primo concerto di Springsteen scrissi, da atea convinta, che la cosa più vicina a quell’esperienza doveva essere la festa di compleanno di dio. La mia conversione alla Chiesa di Springsteen la raccontavo qui. E in effetti, pur con tutto il Santommasismo che mi ritrovo, confesso che mi è difficile non vedere la mia adorazione completa di Springsteen, Bruce Frederick Joseph come una specie di fede. Che ha il suo credo (I believe in the love that you gave me, I believe in the faith that can save me, I believe in the hope and I pray that someday it may raise me), il suo paternoster (hey-ho rock’n’roll deliver me from nowhere), i suoi salmi che parlano di terre promesse e di sogni Americani, la formula per il matrimonio, per il divorzio, e per tutti i sacramenti.
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4 nov 2010
2 nov 2010
Pier Paolo Pasolini (Bologna, 5 marzo 1922 – Ostia, 2 novembre 1975)
Le immagini e la voce di Nanni Moretti, The Köln Concert di Keith Jarrett.
1 nov 2010
Canzone per Silvia - Francesco Guccini
In una giornata di pioggia, il giorno dei morti ho riascoltato questa vecchia canzone di Francesco Guccini. Si dimenticano i fatti di cronaca e nulla come la musica può far ricordare con emozione. Penso che avevo molto seguito l'assurda storia di Silvia Baraldini. La ricordo adesso attraverso le parole di questa "Hurricane" di casa nostra. Spero che Silvia oggi viva con felicità la sua libertà, che in tanti abbiamo per lei sperato. Grazie a Francesco che con una canzone ha regalato la libertà a Silvia e anche, per una volta almeno, al Governo D'Alema che per una volta una cosa di sinistra l'ha fatta.
Canzone per Silvia
Il cielo dell' America son mille cieli sopra a un continente,
il cielo della Florida è uno straccio che è bagnato di celeste,
ma il cielo là in prigione non è cielo, è un qualche cosa che riveste
il giorno e il giorno dopo e un altro ancora sempre dello stesso niente.
E fuori c'è una strada all' infinito, lunga come la speranza,
e attorno c'è un villaggio sfilacciato, motel, chiese, case, aiuole,
paludi dove un tempo ormai lontano dominava il Seminole,
ma attorno alla prigione c'è un deserto dove spesso il vento danza.
Son tanti gli anni fatti e tanti in più che sono ancora da passare,
in giorni e giorni e giorni che fan mesi che fan anni ed anni amari;
a Silvia là in prigione cosa resta? Non le resta che guardare
l' America negli occhi, sorridendo coi suoi limpidi occhi chiari...
Già, l' America è grandiosa ed è potente, tutto e niente, il bene e il male,
città coi grattacieli e con gli slum e nostalgia di un grande ieri,
tecnologia avanzata e all' orizzonte l' orizzonte dei pionieri,
ma a volte l' orizzonte ha solamente una prigione federale.
L' America è una statua che ti accoglie e simboleggia, bianca e pura,
la libertà, e dall' alto fiera abbraccia tutta quanta la nazione,
per Silvia questa statua simboleggia solamente la prigione
perchè di questa piccola italiana ora l' America ha paura.
Paura del diverso e del contrario, di chi lotta per cambiare,
paura delle idee di gente libera, che soffre, sbaglia e spera.
Nazione di bigotti! Ora vi chiedo di lasciarla ritornare
perchè non è possibile rinchiudere le idee in una galera...
Il cielo dell' America son mille cieli sopra a un continente,
ma il cielo là rinchiusi non esiste, è solo un dubbio o un' intuizione;
mi chiedo se ci sono idee per cui valga restare là in prigione
e Silvia non ha ucciso mai nessuno e non ha mai rubato niente.
Mi chiedo cosa pensi alla mattina nel trovarsi il sole accanto
o come fa a scacciare fra quei muri la sua grande nostalgia
o quando un acquazzone all' improvviso spezza la monotonia,
mi chiedo cosa faccia adesso Silvia mentre io qui piano la canto...
Mi chiedo ma non riesco a immaginarlo: penso a questa donna forte
che ancora lotta e spera perchè sa che adesso non sarà più sola.
La vedo con la sua maglietta addosso con su scritte le parole
"che sempre l' ignoranza fa paura ed il silenzio è uguale a morte",
"che sempre l' ignoranza fa paura ed il silenzio è uguale a morte",
"che sempre l' ignoranza fa paura... ed il silenzio è uguale a morte"...
il cielo della Florida è uno straccio che è bagnato di celeste,
ma il cielo là in prigione non è cielo, è un qualche cosa che riveste
il giorno e il giorno dopo e un altro ancora sempre dello stesso niente.
E fuori c'è una strada all' infinito, lunga come la speranza,
e attorno c'è un villaggio sfilacciato, motel, chiese, case, aiuole,
paludi dove un tempo ormai lontano dominava il Seminole,
ma attorno alla prigione c'è un deserto dove spesso il vento danza.
Son tanti gli anni fatti e tanti in più che sono ancora da passare,
in giorni e giorni e giorni che fan mesi che fan anni ed anni amari;
a Silvia là in prigione cosa resta? Non le resta che guardare
l' America negli occhi, sorridendo coi suoi limpidi occhi chiari...
Già, l' America è grandiosa ed è potente, tutto e niente, il bene e il male,
città coi grattacieli e con gli slum e nostalgia di un grande ieri,
tecnologia avanzata e all' orizzonte l' orizzonte dei pionieri,
ma a volte l' orizzonte ha solamente una prigione federale.
L' America è una statua che ti accoglie e simboleggia, bianca e pura,
la libertà, e dall' alto fiera abbraccia tutta quanta la nazione,
per Silvia questa statua simboleggia solamente la prigione
perchè di questa piccola italiana ora l' America ha paura.
Paura del diverso e del contrario, di chi lotta per cambiare,
paura delle idee di gente libera, che soffre, sbaglia e spera.
Nazione di bigotti! Ora vi chiedo di lasciarla ritornare
perchè non è possibile rinchiudere le idee in una galera...
Il cielo dell' America son mille cieli sopra a un continente,
ma il cielo là rinchiusi non esiste, è solo un dubbio o un' intuizione;
mi chiedo se ci sono idee per cui valga restare là in prigione
e Silvia non ha ucciso mai nessuno e non ha mai rubato niente.
Mi chiedo cosa pensi alla mattina nel trovarsi il sole accanto
o come fa a scacciare fra quei muri la sua grande nostalgia
o quando un acquazzone all' improvviso spezza la monotonia,
mi chiedo cosa faccia adesso Silvia mentre io qui piano la canto...
Mi chiedo ma non riesco a immaginarlo: penso a questa donna forte
che ancora lotta e spera perchè sa che adesso non sarà più sola.
La vedo con la sua maglietta addosso con su scritte le parole
"che sempre l' ignoranza fa paura ed il silenzio è uguale a morte",
"che sempre l' ignoranza fa paura ed il silenzio è uguale a morte",
"che sempre l' ignoranza fa paura... ed il silenzio è uguale a morte"...
31 ott 2010
I sudditi senzatetto di Silvio Bunga Bunga
Senzatetto: a Roma sono 6.000, a Milano 4.000. In Italia si stima che siano fra i 65.000 e i 120.000 gli adulti senza fissa dimora.
Tra questi sfigati nemmeno un nipotino di Mubarak, Gheddafi, Obama (è scuro anche lui).
Tra questi sfigati nemmeno un nipotino di Mubarak, Gheddafi, Obama (è scuro anche lui).
Pansa, nemmeno i vincitori dimenticano
Ieri mattina entrato in libreria sono stato accolto dalle pile dell'ultimo indistinguibile libro di Giampaolo Pansa con un titolo, pure lui, esattamente indistinguibile dagli altri: "I vinti non dimenticano". Cosa dire se non constatare questa fissazione di tarda età di un giornalista che per una vita è stato brillante e acuto. Dispiace questa ossessione oggi. Comunque se i vinti non dimenticano e non accettano una verità ovvia della storia ,e cioè che erano dalla parte sbagliata e che molti di essi pure erano criminali incalliti, nemmeno i vincitori o meglio nemmeno I GIUSTI dimenticano i loro sacrifici e la loro mattanza, lasciandoti però in eredità la possibilità di pubblicare oggi il frutto delle tue ossessioni e delle tue frustrazioni senili. Hanno donato, loro sì, la vita per la libertà, anche per la tua.
"Is there anybody undead out there?" - Bruce Springsteen
Happy Halloween eve from The Boss.
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30 ott 2010
Things that people who shine can see.
Well, you know, Doc, when something happens, you can leave a trace of itself behind. Say like, if someone burns toast. Well, maybe things that happen leave other kinds of traces behind. Not things that anyone can notice, but things that people who shine can see. Just like they can see things that haven’t happened yet. Well, sometimes they can see things that happened a long time ago. I think a lot of things happened right here in this particular hotel over the years. And not all of ‘em was good.
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28 ott 2010
Bunga Bunga
Il “bunga bunga”. Viene chiamata in questo modo l’abitudine del padrone di casa d’invitare alcune ospiti, le più disponibili, a un dopo-cena erotico. “Silvio (lo chiamo Silvio e non Papi come gli piacerebbe essere chiamato) mi disse che quella formula - “bunga bunga” - l’aveva copiata da Gheddafi: è un rito del suo harem africano”.
Significato (lo lascio in inglese che altrimenti qualche anima candida potrebbe turbarsi perchè in italiano potrebbe essere troppo chiaro il significato): Savagely brutal anal gang-rape. Fabled punishment for trespassing on the tribal land of a fictitious African tribe.
Significato (lo lascio in inglese che altrimenti qualche anima candida potrebbe turbarsi perchè in italiano potrebbe essere troppo chiaro il significato): Savagely brutal anal gang-rape. Fabled punishment for trespassing on the tribal land of a fictitious African tribe.
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