La situazione sociale ed economica italiana ha dell'incredibile.
I dati Istat pubblicati nei giorni scorsi relativi alla spesa pubblica evidenziano che sotto i governi Berlusconi-Tremonti, chè già si sa gli altri son comparse o macchiette, è in continua espansione e sembrerebbe al limite del fuori controllo.
Dal 2001 ad oggi si è sempre espansa, con la piccola parentesi di rientro dell'anno e mezzo del Governo Prodi.
In questa situazione si potrebbe comunque sostenere che a fronte di questa allegra gestione magari son cresciuti i servizi ad esempio scuola e sanità.
Invece no, ci troviamo dinanzi al paradosso che i cittadini assistono ad un continuo peggioramento dei servizi pubblici ed a una loro strisciante privatizzazione.
La domanda, per dirla alla Lubrano, a questo punto sorge spontanea: " Ma se aumenta la spesa pubblica e diminuisono i servizi dove finisce quel fiume di soldi?".
Quando faremo crack forse uscirà la risposta.
Poi si guardano i dati OCSE e risulta che l'Italia l'anno scorso ha un avuto una flessione del PIL del 5% e si prevede per il 2010 un aumento del PIL del 1%.
I nostri diretti concorrenti in Europa, Francia e Germania, hanno avuto nel 2009 una felssione del 2,5% e per loro quest'anno è stimata una crescita tra l'1,5 ed il 2%.
Pure la maggior parte delle persone si riempe la bocca con lo slogan che l'Italia ha retto meglio degli altri la crisi e ne uscirà prima.
Cosa dire anche qui di fronte ad una società presa da Alzheimer? Speriamo bene, ma temo sarà un 2010 devastante da un punto di vista economico, perchè non c'è nemmeno la percezione diffusa della difficoltà.
Si vive in una bolla informativa illusoria e nemmeno ci si chiede come mai migliaia di persone se ne stanno giorno e notte sui tetti delle fabbriche nell'estremo e disperato tentativo di mantenere il loro posto di lavoro.
Va tutto bene. Per quanto ancora?
I dati Istat pubblicati nei giorni scorsi relativi alla spesa pubblica evidenziano che sotto i governi Berlusconi-Tremonti, chè già si sa gli altri son comparse o macchiette, è in continua espansione e sembrerebbe al limite del fuori controllo.
Dal 2001 ad oggi si è sempre espansa, con la piccola parentesi di rientro dell'anno e mezzo del Governo Prodi.
In questa situazione si potrebbe comunque sostenere che a fronte di questa allegra gestione magari son cresciuti i servizi ad esempio scuola e sanità.
Invece no, ci troviamo dinanzi al paradosso che i cittadini assistono ad un continuo peggioramento dei servizi pubblici ed a una loro strisciante privatizzazione.
La domanda, per dirla alla Lubrano, a questo punto sorge spontanea: " Ma se aumenta la spesa pubblica e diminuisono i servizi dove finisce quel fiume di soldi?".
Quando faremo crack forse uscirà la risposta.
Poi si guardano i dati OCSE e risulta che l'Italia l'anno scorso ha un avuto una flessione del PIL del 5% e si prevede per il 2010 un aumento del PIL del 1%.
I nostri diretti concorrenti in Europa, Francia e Germania, hanno avuto nel 2009 una felssione del 2,5% e per loro quest'anno è stimata una crescita tra l'1,5 ed il 2%.
Pure la maggior parte delle persone si riempe la bocca con lo slogan che l'Italia ha retto meglio degli altri la crisi e ne uscirà prima.
Cosa dire anche qui di fronte ad una società presa da Alzheimer? Speriamo bene, ma temo sarà un 2010 devastante da un punto di vista economico, perchè non c'è nemmeno la percezione diffusa della difficoltà.
Si vive in una bolla informativa illusoria e nemmeno ci si chiede come mai migliaia di persone se ne stanno giorno e notte sui tetti delle fabbriche nell'estremo e disperato tentativo di mantenere il loro posto di lavoro.
Va tutto bene. Per quanto ancora?
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