Dal blog di Vittorio Zucconi:
“Il numero di passeggeri in volo sugli Stati Uniti uccisi dai terroristi nella decade degli anni Zero è stato di 267, quanti erano a bordo dei quattro aerei di linea usati come armi improprie l’11 settembre del 2001. Da allora, nonostante i due goffi tentativi del bombarolo americano con la scarpa esplosiva e del solitario nigeriano con le mutande da guerra santa, più nessuno. Il numero di passeggeri che ogni anno volano nel mondo è, secondo la Iata, superiore ai due miliardi e mezzo, dunque centinaia di milioni di individui, tenendo conto che molti volano più di una volta, e sono 60 milioni soltanto negli Usa. Se agissimo e reagissimo in maniera razionale, dovremmo concludere che il rischio di essere uccisi su un aereo di linea da un assassino suicida jihadista esiste, ma è microscopicamente minuscolo, neppure paragonabile al rischio di andare a impastarci contro un Tir o di morire per intossicazione alimentare (1809 all’anno negli Usa). Eppure ascoltando i governi, guardando i telegiornali isterici, leggendo i giornali, un marziano sbarcato questa mattina avrebbe diritto di pensare che è in atto una strage quotidiana di passeggeri. Per questo si chiama “terrorismo”, perchè con il minimo sforzo ottiene colossali risultati psicologici, cambia la cultura politica e costringe a spese e fastidi enormi le nazioni colpite non dagli attentati, ma dalla paura.”
“Il numero di passeggeri in volo sugli Stati Uniti uccisi dai terroristi nella decade degli anni Zero è stato di 267, quanti erano a bordo dei quattro aerei di linea usati come armi improprie l’11 settembre del 2001. Da allora, nonostante i due goffi tentativi del bombarolo americano con la scarpa esplosiva e del solitario nigeriano con le mutande da guerra santa, più nessuno. Il numero di passeggeri che ogni anno volano nel mondo è, secondo la Iata, superiore ai due miliardi e mezzo, dunque centinaia di milioni di individui, tenendo conto che molti volano più di una volta, e sono 60 milioni soltanto negli Usa. Se agissimo e reagissimo in maniera razionale, dovremmo concludere che il rischio di essere uccisi su un aereo di linea da un assassino suicida jihadista esiste, ma è microscopicamente minuscolo, neppure paragonabile al rischio di andare a impastarci contro un Tir o di morire per intossicazione alimentare (1809 all’anno negli Usa). Eppure ascoltando i governi, guardando i telegiornali isterici, leggendo i giornali, un marziano sbarcato questa mattina avrebbe diritto di pensare che è in atto una strage quotidiana di passeggeri. Per questo si chiama “terrorismo”, perchè con il minimo sforzo ottiene colossali risultati psicologici, cambia la cultura politica e costringe a spese e fastidi enormi le nazioni colpite non dagli attentati, ma dalla paura.”
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