25 set 2009

Ad ogni costo - Vasco Rossi


Vasco Rossi si cimenta con un classico del rock che risale ai primi anni 90: CREEP. Un pezzo quello dei Radiohead che divenne uno standard sin dalla sua uscita nel 1993 all'interno dello splendido Pablo Honey.
Io personalmente non sono mai stato un grande fan di Vasco. Anzi ho sempre trovato il Vasco degli ultimi anni nettamente superiore al Vasco giovane, rampante e cocainomane degli esordi.
Non vorrei comunque attirarmi gli strali dei fan della prima ora, per carità.
Oggi ho sentito per la prima volta questa cover Creep alias Ad ogni costo, cantata dal Vasco nazionale.Ho letto qui e là i blog e le recensioni dei bloggers, alcuni anche amici di web consolidati e vedo che il giudizio è netto: uno schifo, una vergogna, inascoltabile, poveri Radiohead, Thom Yorke è un'altra cosa...
Ok, son d'accordo Thom Yorke (che adoro) è un'altra cosa, ma la versione di Vasco Rossi non è male, anzi è proprio buona.
Ogni paragone è ovviamente improponibile: infatti non li paragono. Quando i Radiohead la cantarono avevano 20 anni ed era quasi 20 anni fa. Rossi la ripropone oggi, ampiamente rimaneggiata per non dire completamente stravolta nel testo, e lui è un uomo di quasi 60, maturo ed arrivato.
Lui è anche un italiano non è un anglosassone. La sua interpretazione è quindi molto più melodica, recupera le tradizioni che ci sono proprie, e trovo che sia la prova di un grande interprete. La voce calda, profonda, forse un po' rovinata, comunque vissuta, canta non più un manifesto rock ma una storia dalle sfumature intimistiche.
Un grande Vasco (detto da un non fan).


16 commenti:

Lucien ha detto...

Silvano, questa te la passo solo perché sei te! ;-)
Scherzi a parte non c'è nessuna indignazione o lesa maestà, semplicemente non mi piace: il testo è banale e la chitarra ricalcata, stacco compreso. L'unica cosa originale è la voce di Vasco.
Un po' poco.

Euterpe ha detto...

Il tuo commento sul blog di lucien è una delle cose migliori della stagione!
La cosa che amo dei blogs è scambiarsi opinioni in maniera serena e quindi ognuno ha il diritto di dire cosa sente e pensa perchè nessuno di noi ha la verità in tasca.
Sarei però curioso di leggere cosa ti dice Maurizio...se poi piace anche lui prometto che a breve dedicherò un post a Filipponio.
Ve lo ricordate?
Ciao e a presto

silvano ha detto...

Non contento delle vostre impressioni, ho continuato a girare il web alla ricerca di qualcuno che non ne parlasse del povero Vasco meno che male. Niente da fare. Tutti trovano inascoltabile o ridicola la Creep versione Zocca.
Peccato. Adesso non è che mi metto qui a fare una discussione sulla fenomenologia di Vasco Rossi, però un paio di cose vorrei dirle.
Mi è capitato un paio di volte di ascoltarlo dal vivo, e l'ho sempre trovato noioso, non mi piacciono gli arrangiamenti delle sue canzoni, li trovo musicalmente stucchevoli, lunghi assoli e lunghe digressioni strumentali senza alcun senso. Si dice che sia il più grande rocker italiano e anche lì non son d'accordo, direi che proprio non è rock.
Di Vasco Rossi penso che abbia costruito la sua carriera musicale su un equivoco, lasciando credere al pubblico di essere un rocker per poter cantare le sue canzoni d'autore.
Vasco ha avuto la sfortuna di aver cominciato la sua carriera da cantautore quando ormai il fenomeno dei cantautori era alla fine del suo ciclo storico.
Ecco, senza dilungarmi oltre, direi che il cantautore di Zocca fa cantautorato di qualità travestendolo di rock. Si nasconde dietro ad un rock retorico e per niente originale quando invece i testi delle sue canzoni meriterebbero ben altre strumentazioni e arrangiamenti. Immaginatelo acustico, con magari gli arrangiamenti scritti da un Mauro Pagani. Immaginate un tour acustico nei teatri. Credo che in quel caso andrei a rivederlo e per la prima volta non mi annoierei.

Black Swan ha detto...

da una parte c'è la base musicale, dall'altra il testo "interpretato"...
direi che manca l'amalgama, è come guardare il documentario sul "Serengeti National Park" con sfondo musicale "richiamo dell'allodola nella stagioen degli amori"
Onore al tributo di Vasco per i RH, ma se proprio doveva farlo, scegliere meglio il pezzo...

Maurizio Pratelli ha detto...

dai sui, se la faceva antonacci era peggio! :-)

Black Swan ha detto...

Bravo Maurizio, infondi ottimismo! Infatti adesso vado a ringraziare Antonacci per non averlo fatto:-))

silvano ha detto...

Gia Blackswan, la mancanza di coerenza tra testo e musica (forse solo arrangiamenti) è il limite di Vasco Rossi, ma la suo pubblico non sembra importare granchè.

Antonacci Biagio? Dio ce ne scampi e liberi, simpatica persona ma....

Black Swan ha detto...

Qualcuno può accertarsi che Antonacci Biagio NON abbia sul suo i-pod dei pezzi dei rh?
Qualcuno può cancellare quelli che già ci sono sull'i-pod di Rossi Vasco?
GRAZIE :-))

Harmonica ha detto...

La cover di Vasco fa il paio con quella di Ligabue dei Rem di qualche lustro fà. 'na fetecchia !
Per il resto concordo con Silvano, Vasco è il più grande equivoco rock italiano.

il Russo ha detto...

Dai Silvano,io invece mi unisco a te e dico che, anche se non resterà certo negli annali come la cover del 2009 il pezzo ha comunque una sua dignità.
E poi Vasco oggi per me ha guadagnato 1.000 punti dopo che ho letto una sua dichiarazione:"E' vero, sono depresso: l'altra sera ho cercato di suicidarmi guardando Porta a porta:". Standing ovation!

Lucien ha detto...

In realtà lui umanamente è simpatico e un'ottima persona. Ha toppato finendo in un terreno minato. Non so se mal consigliato o di testa sua.

dario ha detto...

Ho sempre nutrito un odio viscerale nei confronti di Vasco. Odio che con gli anni e' diventato prevenzione contro qualunque cosa che uscisse da quella bocca.

Ma ho sempre pensato, da ascoltatore e da musicista, che la bellezza di una canzone fosse in minima parte l'effetto della musica e del testo e del cantato, quanto piuttosto dell'arrangiamento, e Vasco si e' sempre contornato da musicisti con le palle quadre d'acciaio.

Uno dei pezzi che come contenuti mi e' sempre sembrato molto stupido, ad esempio, era Bollicine, degli esordissimi di Vasco. Ma ho anche sempre pensato che fosse un pezzo insuperabile in perfezione.

robbi76_ ha detto...

non capisco come fate a criticare questa canzone
è bellissima!!
sia nella musica, sia nelle parole che nella tonalità della voce. una voce matura, che ti prende e sicuramente rimarrà nella memoria per molto tempo. VASCO, il n. 1 in Italia!!

Samael ha detto...

Il punto di vista

http://www.slipperypond.co.uk/archivi/post3631

Anonimo ha detto...

"non capisco come fate a criticare questa canzone
è bellissima!!
sia nella musica, sia nelle parole che nella tonalità della voce. una voce matura, che ti prende e sicuramente rimarrà nella memoria per molto tempo. VASCO, il n. 1 in Italia!!"

Ti prende. Per i fondelli, ti prende. Da molti anni, ormai. Sto andando a suicidarmi.

Non siamo più negli anni 60/70 durante i quali la musica italiana altro non era che l'intera rivisitazione italianizzata e tremendamente ridicola dei grandissimi brani che andavano forte all'estero. Poi dicono che l'Italia ha una grande cultura musicale.

Concordo con Harmonica. E scusate l'intromissione :P

Max ha detto...

Commovente quasi come Mino Reitano ai tempi di "The Show Must Go On", il blasco nazionale, per dimostrare come sia un vulcano di idee, ha pensato bene di lanciare il suo nuovo "indoor tour" andando a coverizzare/riscrivere "Creep" dei Radiohead.

Il risultato è "Ad Ogni Costo" che, è giusto dirlo, non raggiunge i livelli eccelsi "E Chi Se Ne Frega (Nothing Else Matters)" di Marco Masini, ma in quanto ad inascoltabilità si difende bene al pari di "Ridi (Wind Of Change)" di Fiorello.

Non ho mai amato particolarmente il gruppo di Thom Yorke e la loro "Creep" non è niente di trascendentale, ma è una canzone con un suo spirito che Vasco ha frainteso completamente: nel senso, nel ritmo e nell'interpretazione.

Il rocker della piadina ha pensato bene di dimezzarne il tempo trasformando il brano in una scialba ballatona hard rock condita da un'interpretazione quasi timorosa nei confronti della versione originale, come se non volesse veramente "vaschizzare" la canzone, ma alla fine il risultato è una triste auto parodia perchè le idee del nostro dal 1985 ad oggi sono sempre le stesse con gli ultimi 10 anni di carriera passati a ripetersi stancamente in maniera via via sempre più scialba.

Quello che salta subito all'orecchio è il testo, talmente raffazzonato e dozzinale da sembrare scritto di getto in non più di cinque minuti, mettendo definitivamente una pietra tombale sul Vasco paroliere, già ampiamente irrilevante/irritante dai tempi di "Rewind" ("lai lalala lalala fammi vedere / lai lalala lalala fammi godere"), ma che mai era caduto così in basso, sbagliando spesso la metrica, piazzando rime da filastrocca ("tanto è lo stesso, soffro anche spesso") e supplendo ai vuoti con un compulsivo "na na na" (me cojoni!): una bestemmia in termini di teoria musicale e di affetto per chi conosceva già "Creep" (c'è da scommerterci che la versione live sarà anche peggiore venedo sicuramente infarcita da un'esplosione di "eeeeeeeeeehhhhh").

Nonostante la schifezza immonda partorita, a Vasco Rossi va anche bene, perchè nonostante i Radiohead siano molto famosi, la maggior parte della gente che ascolterà la canzone, così come il suo attuale ascoltatore medio, penserà che sia sua.

L'unico lato positivo in questa baracconata è che canzoni come queste sono la perfetta colonna sonora dell'Italia: un paese con papi al governo e Vasco in radio e tv ad libitum.

da orrorea33giri.com