10 giu 2010

C.I.G. e Quote Latte

Dopo aver visto ieri sera lo speciale di Anno Zero sulle quote latte e la crisi che colpisce il settore agricolo, mi vengono in mente un paio di cose che tutti sanno e che i media non dicono.

Accanto al dramma degli allevatori di bestiame e della iniquità delle quote latte mi chiedo, in relazione a chi ha sforato e deve pagare le salatissime multe: mi dispiace che si ritrovino multe da milioni di euro, ma perché le devo pagare io che non sono finanziato da nessuno? E poi come la mettiamo con i produttori onesti che non hanno sforato le quote loro assegnate? Mi sembra ci sia disonestà e pure parecchia concorrenza sleale. Eppure il mantra è che i disonesti siano le vittime.

Altro punto su cui i media non dicono nulla: la situazione delle piccole e medie imprese del Nord –Est.
Nella parte più ricca e industriosa del paese la crisi c’è e sta battendo forte, come non s’era mai visto.
Eppure accanto all’imprenditore che diviene martire nella rappresentazione mediatica (penso al drammatico caso, tutt’altro che isolato, di quello che si è suicidato perché non era più in grado di pagare gli stipendi ai propri dipendenti), altri, molti altri, in questi tempi di crisi gridata ai 4 venti girano con auto nuove fiammanti che costano dai 70.000 euro in su.
Come fanno? Che crisi hanno le loro aziende se si permettono di comprare l’ultimo modello di SUV, il più costoso probabilmente? Beh semplice: accanto alla crisi vera, all’imprenditore effettivamente in difficoltà, ci sono pure quelli che ci marciano, quelli che mettono i loro operai in Cassa Integrazione e poi li fanno andare a lavorare in nero. Questa pratica è diffusissima e non si rischia praticamente nulla: i controlli non ci sono e, immagino, la presenza sul territorio della lega favorisca un senso di sicurezza e impunità (senz’altro solo immaginato, ma non per questo meno efficace) specie nei piccoli paesi, dove tutti si conoscono e tutti sanno tutto di tutti. Piccoli paesi e piccole realtà economiche dove il voto alla lega è plebiscitario e dove la votano indifferentemente padroni e operai, ricchi e poveri, magri e grassi.

Perché di questa cosa, di questa realtà truffaldina, di cui tutti siamo a conoscenza i giornali non parlano mai?

12 commenti:

dario ha detto...

Mah, hai ragione, pero' due appunti.

1) io smetterei di difendere i piccoli-medi imprenditori del nord-est (e non solo del nord-est). Un imprenditore e' un valore per una nazione quando si impegna a produrre ricchezza e a redistribuire la ricchezza che la sua impresa produce. Se fallisce in questo compito, be', mica son tutti infallibili, pero' significa che non sono un valore per la nazione, e quindi la nazione non deve favorire la sua attivita'. Certo fare l'imprenditore solo quando le vacche sono grasse e' troppo comodo! Se il SUV ultimo modello se lo possono permettere in tempi di vacche grasse, be', in tempi di crisi il SUV che hanno accumulato lo devono impiegare a pagare gli stipendi. E se il SUV se lo sono gia' mangiato, be' gli stipendi li devono pagare con il loro sangue.

2) il motivo per cui tutti votano lega non c'entra un emerito bigolo con la crisi. Se la sinistra proponesse una credibile strategia contro la crisi allora avresti ragione, altrimenti votare Lega rimane un atto imbecille, ma l'argomentazione che porti non e' valida.

dario ha detto...

mbe'... il mio commento e' scritto male. Allora?

silvano ha detto...

Il tuo commento sarà anche scritto male, ma il mio post dev'essere scritto in modo terribile. Pensa che io volevo dire che non voglio difendere il modello del piccolo imprenditore e che votano la lega non per la crisi ma per questa connivenza sociale.

Dario per fortuna noi due non ci siamo sposati perchè altrimenti avremmo fatto il matrimonio più breve della storia, avremmo detto un sì per sbaglio e ce la saremmo presa con il prete che non aveva capito ciò che noi non sapevamo.

listener-mgneros ha detto...

Questa crisi che si invita da sola nei salotti..che vada in periferia a rompere i coglioni ecco!

dario ha detto...

Scusa, son bigolo e non avevo capito che siamo in effetti d'accordo. Rileggendo il tuo post continuo a non capire, ma se dici che siam d'accordo ti credo sulla parola.

;-) francamente non ho capito nemmeno quella del prete. Ma son bigolo io...

Inutile provarci, io e te non ci capiremo mai (probabilmente perche' son bigolo io). Non capisco perche' periodicamente vengo a leggere il tuo blog!

silvano ha detto...

Potremmo un giorno pubblicare i nostri dialoghi surreali, sarebbe un grande successo comico.

La fregatura è che non ci metteremo mai d'accordo sul titolo da dare al libro. Cosa dici? In che senso? Beh sai come i titoli dei libri...qualcosa del tipo "I promessi sposi", "La coscienza di Zeno", "La morte a Venezia"...
Cosa dici? I nomi degli autori? Semplice il tuo ed il mio nome. Che dici? Se ti si nota di più se il tuo nome è per primo o per secondo...?

zefirina ha detto...

io sta storia delle eccedenza non l'ho mai capita, ma non capisco un accidente nemmeno di economia e quindi la domanda idiota è la seguente: possibile che nessuno trovi un sistema per distruibuire o convertire in qualche maniera queste eccedenze in modo da aiutare paesi dove non hanno nemmeno il minimo per sopravvivere????

lo so lo so sono scema ma perchè son bionda, però la battuta del prete l'ho capita!

silvano ha detto...

Io sta storia delle bionde stupide, non l'ho mai capita bene. Quando una bionda "stupida" chiede sgranand gli occhi una cosa semplice, il maschio medio gonfia il torace, diventa immediatamente protettivo e tende a rincoglionire...non son mica convinto che siano le bionde ad essere stupide.
;)

Ernest ha detto...

viene in mente quel periodo in cui la lega diceva "vicino alla gente"! la raccontano tante di quelle volte che alla fine ci credono allucinante
naturalmente il silenzio dell'informazione continua.
un saluto

luciano ha detto...

lavorando nel settore agricolo ed occupandomi di quote latte da parecchi anni, mi permetto di darvi una notizia, credo utile.
in lombardia (40 % della produzione italiana di latte) su circa 6.000 produttori attivi, quelli con problemi di multe non pagate (cioè i cd "cobas del latte") sono 350-400.
Gli altri - con fatica, comprando quote, pagando le multe eccetera - hanno rispettato le norme.
Ora, riprendendo quanto dice Silvano, trovo assai singolare (e, ahimè, temo molto italiano) che una ristretta minoranza di furbi abbia più spazio di una ampia maggioranza degli onesti. O no?

luciano ha detto...

lavorando nel settore agricolo ed occupandomi di quote latte da parecchi anni, mi permetto di darvi una notizia, credo utile.
in lombardia (40 % della produzione italiana di latte) su circa 6.000 produttori attivi, quelli con problemi di multe non pagate (cioè i cd "cobas del latte") sono 350-400.
Gli altri - con fatica, comprando quote, pagando le multe eccetera - hanno rispettato le norme.
Ora, riprendendo quanto dice Silvano, trovo assai singolare (e, ahimè, temo molto italiano) che una ristretta minoranza di furbi abbia più spazio di una ampia maggioranza degli onesti. O no?

Anonimo ha detto...

sono del settore con 600000 euro di multe sulle spalle.Come evidenziato da più commissioni di inchiesta e da ultimo da una relazione del comando carabinieri politiche agricole ,parecchi allevatori esistono solo sulla carta compreso il latte che dichiarano e sono solo lo strumento per permettere a industriali disonesti di importare in nero dall"estero latte in polvere a prezzi stracciati.Questo latte viene sbiancato e fatturato ai predetti allevatori fantasma;la conseguenza è che questo latte munto all"estero ma contabilizzato in italia causa le multe agli allevatori italiani.Faccio notare infatti che la multa scaturisce nel momento che la produzione nazionale supera la quota nazionale;il passo successivo è ripercuotere questa multa sui produttori che hanno superato la quota individuale