24 giu 2010

Dichiarazione di Marchionne su Pomigliano D'Arco e Termini Imerese


“Fiat, dopo l’annuncio di chiudere lo stabilimento di Termini Imerese, ha constatato pure l’esigenza di chiudere lo stabilimento di Pomigliano D’Arco.
A questo punto si poneva per noi però un problema politico.
Era troppo oneroso per l’azienda assumersi la responsabilità della dismissione di due stabilimenti in Italia.
Abbiamo quindi pensato di far assumere al sindacato l’onere del futuro di Pomigliano.
Abbiamo posto una serie di condizioni durissime e inaccettabili per le Organizzazioni Sindacali, incassando contemporaneamente l’appoggio del Governo, che per ragioni politiche sue aveva tutto l’interesse a mettere in difficoltà soprattutto la CGIL, e la solidarietà di Confindustria che vedeva nella destrutturazione sindacale una vittoria.
A questo punto avevamo tutte le carte in mano.
Qualcosa è però andato storto. Le condizioni che noi consideravamo inaccettabili non lo erano evidentemente per i sindacati e la rottura dell’unità degli stessi non ha comportato il raggiungimento del nostro obiettivo di chiudere Pomigliano scaricando su di esse la responsabilità.
A quel punto eravamo in un angolo e allora abbiamo rilanciato, facendo votare i lavoratori che ancora hanno accettato condizioni inaccettabili, e non ci è rimasto che scaricare sulla minoranza dissenziente la responsabilità della dismissione.
Obiettivo raggiunto per Fiat, per Confindustria che si confronterà con Organizzazioni Sindacali divise e litigiose, e per il Governo il cui primo obiettivo era indebolire la CGIL.”

N. B. Quella sopra non è una vera dichiarazione di Marchionne, ma solo una verosimile dichiarazione frutto di fantasia.

7 commenti:

Gap ha detto...

Se lo avessi scritto io avrebbe fatto parte della serie "Esegesi del pensiero recondito ..."
A pensar male si fa peccato ma spesso ci si indovina.
La tua analisi non fa una piega e non mi stupirei se fosse la verità.

Leandro Giovannini ha detto...

Della serie piduisti al lavoro insieme a due sindacati comprati per un piatto di cicerchie (le lenticchie no, son troppo buone e costose).

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Votaro da molti, l'accordo di Pomigliano, ma non da tantissimi. Purtroppo Marchionne é esattamente come tutti gli imprenditori italiani; o lo Stato li aiuta o mettono sul lastrico la gente che lavora per loro.

listener-mgneros ha detto...

riesco solo a postare lo stesso commento che ho messo da Gap.

Lo considero come il primo referendum abrogativo su un articolo della costituzione...il che è allucinante!!

Ernest ha detto...

Questa e' la verità Silvano!

Vincenzo Cucinotta ha detto...

Qui, si tratta di una questione ideologica, e la delusione del capitale per il risultato, malgrado la maggioranza di sì, ne è la dimostrazione palese. Il fatto che non solo esista ancora un sindacato che faccia il suo mestiere, ma che più di un terzo degli operai metta a rischio il proprio stesso posto di lavoro, li fa impazzire. La sentite come strilla la Marcegaglia? Non volevano vincere, volevano distruggere a Pomigliano la consapevolezza dei propri diritti, e adesso si accorgono che, pur vittoriosi, non c'è stata la disfatta che volevano, e che ci sarà chi gli farà resistenza, con esiti oggi non ancora valutabili.

nico ha detto...

Non fa una grinza Silvano! Come spesso ho detto, dietro c'è sempre gente che vuole mantenere il proprio tenore di vita (come dimostrano le cifre riportate da ernest nel suo blog) a tutti i costi, passando sulla pelle di tante persone...o dovrei dire pedine? del resto questo governo aziendalista non può che volere l'indebolimento di qualsiasi forma di tutela.