11 giu 2010

Non tutta la rai è uguale e addomesticata - Non è tutto Minzolini

Il 14 giugno i programmi di Radio3 saranno condotti da stranieri: giornalisti, scrittrici, insegnanti, scienziati, operatori sociali, sindacalisti, attori, musicisti, di professioni e provenienze diverse. Tutti stranieri ma diversi tra loro, naturalmente: immigrati o nati in Italia, nel nostro paese per ragioni di studio o di lavoro, per libera scelta o per necessità, per conoscere una terra nuova o per sfuggire guerre, fame, carestie. Qui alcuni di loro hanno trovato lavoro e stabilità, altri cercano ancora di allontanare un destino incerto.

Nei suoi programmi Radio3 ospita spesso voci come queste. Da anni dedica ai vari aspetti dell’immigrazione molti suoi spazi di informazione, di riflessione, di conoscenza. Libri e musiche "straniere" ricevono da tempo una attenzione particolare e probabilmente senza eguali in altri mezzi di comunicazione.

Ma il 14 giugno sarà qualcosa di diverso: sarà mostrata, tutta insieme, la ricchezza che questi "stranieri" rappresentano, l’importanza del loro sguardo sulle cose italiane e del mondo in tutti i programmi di Radio3: dalla lettura dei giornali agli spazi musicali, dalle trasmissioni culturali all’approfondimento dedicato ai libri, la scienza, il cinema, il teatro, la poesia, l’arte.


6 commenti:

Euterpe ha detto...

E' davvero curioso come in generale in questo paese ci sia ancora paura e diffidenza nei confronti dello straniero che vive qui mentre la storia anche recente dimostra che un sacco di nazioni devono molte delle loro fortune proprio agli immigrati ed ai loro figli.

Ernest ha detto...

Davvero importante!

listener-mgneros ha detto...

immagino che qualche cervello avariato sia ancora li a elaborare la convinzione che: "sicel'hannonelsangueilritmoma perillavorochelazzaroni"
Trovando cos' una giustificazione al proprio bisogno di schiavitù, altrui of curse, la o non è stata dimenticata a caso.

Zio Scriba ha detto...

concordo sulla diversità e bellezza e intelligenza di raitre, anche se poi, pensandoci bene, per degli stranieri desiderosi di diventare italiani non so se provare più simpatia o più pena (dev'essere proprio tremendo quello da cui fuggono!), essendo io per mia disgrazia un italiano che di questo merdoso paesucolo senza cervello non ne può più, ma proprio più.

(Anticipo io la risposta del solito fascista nazionalista che in questi casi non manca mai: "E allora perché non te ne vai?" Forse perché gli artisti pazzi come me hanno anche la fortuna di essere extraplanetari o comnque extraterritoriali, molto più extra di quanto non lo siano quei cazzo di preti...) :D

listener: se la schiavitù fosse solo altrui sarebbero stronzi ma almeno furbi, invece i nostri lobotomizzati dal lavhorror e dalla kompetitività del mio cazzo sono al tempo stesso schiavisti e miseri schiavi!

Pecoramannara ha detto...

l'Italia è un paese di incoerenti!
se sei un'artista straniero, vai benissimo e sei apprezzato... se vivi e tenti di lavorare qui sei visto come una brutta bestia da evitare e guardare con sospetto.
viva le diversità, eccheccazzo!!!

zefirina ha detto...

bella iniziativa