27 mar 2009

"A Love Supreme" - John Coltrane


A 37 anni John Coltrane si appresta ad entrare in studio di registrazione per incidere la sua opera forse più famosa, certamente il suo capolavoro.
"A love supreme" un'opera troppo colta, troppo profonda per tentarne una disamina critica da parte mia, ci vuole un musicologo o un critico professionista (in questo senso vi rimando al profondo e bell' articolo pubblicato in Jazzitalia).
Io vorrei provare a raccontarlo "A love supreme" aiutandomi con le testiamonianze di alcuni musicisti che lavorarono con John Coltrane e che lo frequentavano e con la sua stessa testimonianza.
"E' la prima volta che ho preparato tutto, che so già tutto quello che voglio registrare" dice alla moglie Alice prima di entrare nello studio di registrazione. Affermazione emblematica per un musicista jazz, che dell'improvvisazione ha fatto la sua arte.
Questo disco arriva dopo una lunga e travagliata fase della sua vita, entra in studio un uomo nuovo, che si è lasciato alle spalle una lunga storia di eroina, che ha cambiato moglie, è diventato padre.
"A love supreme" è il suo perocorso esistenziale: è il racconto del suo ritrovarsi del suo essere uomo. Potrebbe essere una bella storia, come tante. Ma qui ci troviamo di fronte ad un grande musicista, un grande artista che sa raccontare di sè declinando la sua storia su quella dell'umanità, del suo senso, della sua essenza. Si è detto che "A love supreme" sia un'opera religiosa... non sono d'accordo credo sia limitante, in realtà si dovrebbe parlare di opera o viaggio, o summa spirituale al di sopra e al di là delle religioni, qualcosa che le ispira e le precede. Nella visione poetica coltraniana la musica è il mezzo che racconta la spiritualità universale degli uomini. Il nucleo spirituale di "A love supreme" non è religioso: è sacro. Ecco la parola giusta: sacralità. Certo parla di Dio nella sua musica, ma il suo è il Dio universale quello che trascende le religioni e le loro divisioni. La sua musica trabocca di amore per l'umanità. Ora temo che qualcuno leggendo possa travisare e credere che io stia parlando di musica New-age, di figli dell'amore eterno ecc., ma, se dò questa impressione, è solo per un limite del mio raccontare. Ascoltando la sua musica chiunque può capire cosa volessi dire io e ciò che racconta in realtà lui.
La suite si compone di quattro parti: acknowledgemet, resolution, pursuance, psalm.
Quattro fasi esistenziali, quattro tappe di crescita personali e universali.
"Quello che cerchiamo non è il paradiso ma la capacità di vedere le meraviglie del mondo (forse Dio?) e la forza per riuscire a esprimerle e cantarle"
Tutto questo universo Coltrane decide di raccontarlo avvalendosi di una musica essenziale, quasi scarna. Poche note che si ripetono e variano lentamente. In Aknowledgement, nel crescendo finale, usa la sua voce che ripete il mantra di "A love supreme a love supreme a love supreme". Una voce molto poco musicale, quasi sgraziata, sembrano parole pronunciate da un bambino o da un vecchio e consumato bluesman. A questo proposito Wayne Shorter dice:"Penso che volesse dire che per comunicare uno deve contare su sè stesso. Penso che volesse andare sino a quel punto in cui la voce è la prima testimonianza, il primo annuncio della tua umanità. Il suo strumento era il suo essere uomo".
Infine vorrei chiudere con le parole di Elvin Jones: "Siamo tutti essere umani la nostra spiritualità può esprimersi ovunque e comunque. Bar, jazz club, una chiesa. "A love supreme" resta un'esperienza spirituale dovunque la si ascolti".

Post ripubblicato da ivisionari





11 commenti:

Anonimo ha detto...

Bellissimo post e immagine ... Niente di meglio che partire con "il treno" Il sax di Coltrane è ipnotico ed energico, nella sua musica c'è pensiero e meditazione. Tra i miei preferiti c'è anche Giants Steps: difficilissimo e sublime...
Ciao e grazie... "linko" subito

Anonimo ha detto...

grazie...
magari qualcuno passerà a leggermi.
ti ringrazio tanto.
Un abbraccio forza 7 !
Elsa

Anonimo ha detto...

In effetti è un disco difficile da recensire, anche se si tratta di una gioia per le orecchie che chiunque potrebbe apprezzare. Mi sono cimentato anch'io con una recensionucola sul mio blog ma in effetti questo è uno dei dischi più emozionali che io abbia mai affrontato.

ps: sai com'è la versione "deluxe", quella in doppio cd? Merita l'acquisto?

Anonimo ha detto...

Avevo già lasciato un commento, me lo ricordavo. "A Love Supreme" è un vero capolavoro, non c'è che dire, uno dei dischi più belli presenti nella mia collezione. Qualche settimana fa ho finalmente comprato la benedetta Deluxe Edition, che spero di recensire presto.
Silvano, mi dispiace per la fine de 'i visionari' ma sono contento di questo tuo trasferimento. In fondo la musica è sempre musica, sia che si parli di John Coltrane che di Roger Waters. Ciao! :)

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Grande Coltrane. Non fare il modesto, grande post e parole di grande efficacia.

Anonimo ha detto...

fantastico post
siamo tutti esseri umani...
questa è la voce che dovrebbe girare in ogni parte del mondo
ed è certo che la musica arriva ovunque
lo ascolterò

laritorna ha detto...

Approccio verticale alle note. Questo era Coltrane. Un artista che "lavorava ai fianchi" la traccia dello spartito. Ma anche un uomo che seppe portare l'Africa, con i suoi pattern tribali, all'interno del discorso che modernizzò la musica occidentale. Suo maestro fu Monk dal quale imparò la partitura non continua, ma fatta di flussi spezzati, emergenti, armonici portati al paradosso. Coltrane è il Jazz, dopo di lui, come Bach per la classica, nulla è stato più uguale

zefirina ha detto...

tu dovresti leggerti come il jazz mi ha cambiato la vita

silvano ha detto...

Quando vuoi Patrizia.

Maurizio Pratelli ha detto...

Torniamo al musica. Che fa sempre bene! bel post davvero

Rosalita Come Out Tonight! ha detto...

A Post Supreme per un'opera Sublime.
Ciao luka