30 mar 2009

"Kind of Blue" - Miles Davis

Cannonball Adderley : Sax (Alto)
Paul Chambers : Bass
Jimmy Cobb : Drums
John Coltrane : Sax (Tenor)
Miles Davis : Trumpet
Bill Evans : Piano
Wynton Kelly : Piano

Questa è la formazione che ha cambiato la storia della musica jazz, della musica rock e della musica del XX° secolo tout-court.

In due soli giorni di seduta di registrazione nel 1959, suonando pezzi che non avevano nemmeno mai provato hanno inciso uno dei più influenti e famosi dischi della storia: "KIND OF BLUE".

Sotto la direzione di Miles Davis vi erano tra gli altri due musicisti che sono diventati delle leggende della musica: Bill Evans e John Coltrane. Miles qui li ha a disposizione un "attimo" prima che loro stessi diventassero due giganti pari suo. Ha la fortuna ed il genio di coglierli mentre si apprestano a spiccare il volo per l'empireo della musica, in un certo senso riesce a sfruttare appieno la loro grandezza senza trovarsi contestualmente a dover gestire grandi musicisti già pienamente affermati ed indipendenti.

Il resto del gruppo è comunque altrettanto stellare. Questo è anche il disco dove si realizza la rivoluzione del jazz modale, un'evoluzione della musica jazz dove l'improvvisazione svincola gli accordi dalla tonalità e li associa a differenti scale modali, dalle molteplici e differenti sfumature. In altre parole si può dire che l'improvvisazione jazzistica si snodi su differenti scale, con relative modulazioni sulle stesse, invece che sugli accordi (mi sono documentato ma se volete approfondire questi temi vi consiglio di cercare "jazz modale" su wikipedia, è spiegato molto bene e in modo molto semplice).

Questo modo di suonare avrà pesantissime ripercussioni negli anni successivi sia sul jazz sia, dieci anni dopo in occasione dell'uscita di "Bitches brew", sul jazz-rock. Credo che i dischi "In a silent way" ed appunto "Bitches brew" debbano moltissimo a "Kind of blue" e sicuramente non è un caso che il loro autore sia sempre Miles Davis.

Questo non è un semplice disco di jazz, è un disco che ogni amante della musica dovrebbe possedere.

Che incredibile emozione sentire Paul Chambers suonare il suo celeberrimo giro di basso ad introdurre "So what", ed i musicisti a turno che gli rispondono.

Disco immenso. E la cristallinità delle note di Davis? La perfezione dell'intonazione. Divino



12 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao, Silvano, conosci il Jazz festival che fanno a Bosa, vicino ad Alghero? è da brividi... ad ogni angolo c'è gente che suona, poi d'improvviso si sente una musica in lontananza provenire dal mare, e appare una barca con un'orchestra jazz che entra nel fiume e inizia il concerto vero e proprio. Visto che ti piace viaggiare, ti consiglio di andarci almeno una volta... sempre se tu non ci sia già stato. Ciao

Anonimo ha detto...

No, non lo conosco e cosa più grave non sono mai stato in Sardegna. Da come lo descrivi dev'essere molto bello e suggestivo. Qualcosa del genere, con la gente che suona anche per strada, l'ho visto ad Orvieto all'Umbria Jazz Festival, quello che fanno d'inverno. Ricordo anche un bellissimo concerto alla mezzanotte del primo dell'anno con Richard Galliano. Un inizio d'anno da ricordare.
ciao.

Anonimo ha detto...

Ciao Silvano. Miles Davis era Divino ma anche Chet Baker non scherzava. 2 Grandissimi. Sai, per caso, perchè l'ultimo periodo Davies suonasse dando le spalle al pubblico?... Vabbè era dei gemelli, un segno che conosco bene... però averlo visto in concerto ai tempi di "Tutu" senza poterlo guardare in viso mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca... In ogni caso saranno stati cazzi suoi. Un grande communque, ma anche Chet baker non scherzava... Ma questo l'ho già detto!... Daaai; scherzo!
Abbi cura di te.
PS Bella polemichetta sul blog di Elsa... E' proprio vero, "la religione continua ad essere l'oppio dei popoli".
"Please to meet you, i hope you guess my name..."
Errata corrige: "Giant Steps" e non "Giants Steps". Vedi post precedente...
Baibai!

Anonimo ha detto...

Ciao Efisio, grazie della solidarietà del PS. In effetti ho usato molto parole in quella polemica che potevano ben essere riassunte nella tua citazione. Del perchè suonasse di spalle al pubblico lo spiega nella sua autobiografia. Dice che il pubblico doveva ascoltare la sua musica non guardare lui (oltre ad altre paranoie)....personalmente penso che fosse un genio ma anche un gran figlio di puttana. Io purtroppo non l'ho mai visto, venne qui a Verona, verso la fine degli anni 80 ma me lo persi... Su Chet sono d'accordo, gran musicista ma soprattutto una persona troppo sensibile, con una sensibilità dalla profondità e qualità che di solito si trova nelle donne...almeno in alcune. Un vaso di coccio in mezzo a dei vasi di ferro...ne è rimasto schiacciato.
ciao e buon 25 aprile.
P.S.
Please allow me to introduce myself
I'm a man of wealth and taste

Anonimo ha detto...

Ciao Silvano, grazie anche per questo nuovo mondo. Come sai io sul jazz passo dire molto poco, posso solo cercare d'apprezzarlo ogni giorno di più e questo sarà uno di quei mezzi.
Sul grande Miles posso però raccontare quel che mi ricordo di quel mitico concerto in Arena poco tempo prima di lasciarci. Fu così figlio di ... che aspettò che la luna si stagliasse meravigliosa sopra il palco. Peccato che fosse già l'una passata di notte e che due terzi del pubblico se ne fosse andato da almeno un'ora. Ovviamente dagli speackers non uscì una parola per il protrarsi dell'attesa. Io ero giovane ed ancora più inesperto, ma avevo tanta voglia d'imparare (voglia che ancora non ho perso) e restai sdraiato sui gradoni ad aspettare. Quello che ci regalò poi fu, però, sublime. Ciao, Luka.

Maurizio Pratelli ha detto...

Hai vito il cofanettone che hanno fatto pe rl'anniversario, ricchissimo e non carisismo con tanto di vinilone:
http://www.amazon.com/gp/product/images/B001D08SK0/sr=8-2/qid=1238410034/ref=dp_otherviews_2?ie=UTF8&s=music&img=2&qid=1238410034&sr=8-2

silvano ha detto...

Grazie Maurizio l'ho preso quando è uscito. E' veramente splendido e curatissimo.
Tra l'altro il vinile blu da 180gr da solo varrebbe l'acquisto per non parlare del libro e del poster, del scondo cd di inediti e del dvd.
Leccornie non solo per collezionisti ma per gli amanti della musica tout-court.

Anonimo ha detto...

E' un disco anche molto toccante, "Kind Of Blue", una delle cose più belle che io abbia mai avuto il piacere di sentire.
Negli ultimi mesi sto dedicando ascolti approfonditi al cofanetto delle "Cellar Door Sessions", del quale spero d'occuparmi presto sul mio blog. Ma anche di "Kind Of Blue" mi toccherà parlare prima o poi. Un mesetto fa ho poi visto nelle rivendite la versione 'economica' del cofanettone celebrativo per il cinquantenario: include i due ciddì audio e il divudì... mi sa che mi toccherà prenderla (ciò che mi blocca è che avrò già i 3/4 del contenuto sonoro e sto cercando di evitare di accumulare doppioni nella mia collezione di dischi). Ciao!

Anonimo ha detto...

Finalmente un Blog con ottima musica.

zefirina ha detto...

mi sono regalata il cofanetto con il vecchio vinile, i dvd e i cd, però maurizio mica era tanto a buon mercato!!!!

la signora in rosso ha detto...

stasera alle 21 vado a sentire Randy weston e african rhythms trio, lui pianista e maestro del jazz afroamericano. Non vedo l'ora!

laritorna ha detto...

Il folle contrasto tra gli elementi spigolosi delle sonorità coltraniane, da contrappunto alla frenetica fludità di un Cannonbal i stato di grazia. La sezione ritmica, una dei tanti combo del "jazz" del periodo aureo, è il sostegno alla fredezza di diamante del soffio algido di Miles Davis. La più grande jam session della storia. Un disco nato senza la necessità della registrazione, ma per il motivo di esistere per se stesso. Un momento, unico, irripetibile