8 set 2009

Talkin' about a Revolution - Tracy Chapman


Più di 20 anni, per l'esattezza 21, sono passati dall'omonimo esordio discografico di Tracy Chapman.
Un disco, 11 tracce, undici grandi canzoni. Un instant classic della musica folk rock.
Non vorrei recensire il 33 giri o cd se preferite, ma solo volevo soffermarmi su una canzone in esso contenuta “ Talkin' About a Revolution”.
Ascoltata oggi mantiene ancora la sua carica e bellezza, secondo molti è la migliore del disco.
Parlare di Rivoluzione, ha un certo fascino, ha qualcosa di carbonaro, magari la rivoluzione a parole non costa nulla e piace a tutti, parlarne non comporta impegni e lei ha un sapore frizzante ed esotico.
Paesi lontani ed eroi.
Parlare di rivoluzione significa anche saper ancora sperare un futuro migliore, significa saperne immaginare uno diverso.
Quasi mai riesco a sognare la rivoluzione, solo qualche volta oso immaginarla ma a 20 anni sì che sapevo cos'era, sì che la vedevo e la immaginavo.
Ora ho l'impressione che sia come spenta e non solo per me.

Don't you know they're talking about a revolution
It sounds like a whisper
Don't you know they're talking about a revolution
It sounds like a whisper

Non lo sai, parlano di rivoluzione
pare un sussurro,
Non lo sai, parlano di rivoluzione
pare un sussurro

Immagino ancora qualcuno che ne parli agli angoli delle strade. Pare a volta di sentirlo ancora quel sussurro portato dal vento della sera, nascosto nelle case, sussurrato da due ragazzi che si baciano per strada.

Due ragazzi soli contro il mondo.
Sembra di sentirlo il sussurro della rivoluzione tra i migranti, tra quegli uomini e donne trattati come bestiame, in coda per un lavoro o per un permesso.

Poor people are gonna rise up
And get their share
Poor people are gonna rise up
And take what's theirs

I poveri stanno per ribellarsi
e prendersi ciò che gli spetta
I poveri stanno per ribellarsi
e prendersi quel che è loro

Quanto ho sperato che venisse quel giorno in cui i poveri si sarebbero ribellati.

E ancora penso che un giorno verrà ed allora i poveri ci libereranno tutti quanti.

E chi non sa udire il sussurro della rivoluzione, chi non lo sa sognare è meglio che

Don't you know you better run, run, run, run, run, run, run, run, run, run, run, run, run
Oh I said you better run, run, run, run, run, run, run, run, run, run, run, run, run.

10 commenti:

Euterpe ha detto...

Era appena uscito il suo album,estate 88,ed ebbi la fortuna di vederla al concerto di Amnesty a Torino con Sting Gabriel ed il Boss.Ogni commento sarebbe superfluo vista la line-up.
Sulla rivoluzione anch'io ero convinto che a 18-20 anni si poteva fare.Oggi purtroppo vista la situazione socio-economica devo prima pensare ad avere qualche euro per mangiare e poi mi rendo anche conto che alla maggior parte dei giovani,che dovrebbero dare la spinta maggiore,frega poco o nulla di cambiare il presente.L'individualismo è ormai l'unico orizzonte per tutti manca assolutamente il senso della collettività quindi perchè sbattersi anche per gli altri se io sono già a posto?

Daniele Verzetti, il Rockpoeta ha detto...

ho quell'album in vinile ed in cd. Canzone fantastica che ancora oggi é attuale nelle parole e la cui musica riesce a creare emozioni forti e voglia di credere di poter cambiare parlando di rivoluzione e magari un giorno, facendo la rivoluzione.

SCHIAVI O LIBERI ha detto...

Hai ragione, la rivoluzione ha sempre un qualcosa di affascinante per idealisti come noi.
Bah...io mantengo sempre accesa una piccolissima speranza.

Maurizio Pratelli ha detto...

mi accontento della resistenza, ora

Vincenzo Cucinotta ha detto...

Questo accostamento tra istanze politiche rivoluzionarie e musica mi è sembrato sempre improprio, ma in fondo, verso voi che invece ci credete, provo un pizzico d'invidia!

Anonimo ha detto...

Una grande canzone, contenuta in un grande disco da parte di una grande artista.

il Russo ha detto...

Altri anni, venivano i brividi ascoltandola e pensando a ciò che finalmente accadeva in sudafrica con la liberazione di Mandela di lì a due anni, con il muro che cadeva un anno dopo, con una rivoluzione della legalità in Italia a inizio anni '90, con un democratico che sarebbe tornato alla Casa Bianca reincarnando (almeno all'inizio) il sogno kennediano dopo mandati e mandati repubblicani, e potrei andare avanti...

silvano ha detto...

Russo hai colto in pieno lo spirito del post. Nostalgia di un sentimento, di un movimento che dava emozioni e promuoveva idealità. Tanta nostalgia, racchiusa alla perfezione in quei due minuti di canzone.

Elsa ha detto...

un bel messaggio questo testo.
Elsa

Anonimo ha detto...

Solo la timidezza di Tracy le ha impedito di diventare una nuova Patti Smith. Era l'anno di People have the power, vero?