Come era bello prendere l’influenza da bambini.
Senza psicosi di massa, senza una televisione pelosa che ogni giorno rimarcava i morti ed instillava nuove paure. Nessun vaccino, nessuna paura della morte.
Era semplice, ci si sentiva le mani gonfie per la febbre, gli occhi lucidi, il mal di gola e si rimaneva a casa da scuola.
La mamma ti coccolava, ti portava il tè con i biscotti, potevi guardare la televisione (anche se non c’era mai niente).
Poi chiamavano il medico che veniva a casa, sentivi le sue mani fredde sul collo e sul petto e sulla schiena.
Ti ordinava le medicine, qualche volta le iniezioni.
Poi diceva “Può ritornare a scuola tra 5 giorni”.
E tu pensavi “evviva”.
Ancora a casa, niente studiare, niente compiti.
La paura della siringa era un po’ il prezzo da pagare. Mi ricordo la siringa di vetro e che la mettevano a bollire in una scatola di metallo per sterilizzarla.
Il termometro freddo gelido sotto l’ascella.
L’influenza era libertà dalla scuola, libertà di giocare, ti svegliavi il giorno che eri guarito, alla mattina ,tutto sudato sfebbrato e felice e a quel punto avevi pure voglia di rivedere i tuoi amici, di uscire a giocare.
Era l’influenza d’altri tempi, non moriva nessuno era solo una banale influenza, nessuno ne faceva drammi.
Una piccola vacanza extra e la maestra lontana per qualche giorno.
Senza psicosi di massa, senza una televisione pelosa che ogni giorno rimarcava i morti ed instillava nuove paure. Nessun vaccino, nessuna paura della morte.
Era semplice, ci si sentiva le mani gonfie per la febbre, gli occhi lucidi, il mal di gola e si rimaneva a casa da scuola.
La mamma ti coccolava, ti portava il tè con i biscotti, potevi guardare la televisione (anche se non c’era mai niente).
Poi chiamavano il medico che veniva a casa, sentivi le sue mani fredde sul collo e sul petto e sulla schiena.
Ti ordinava le medicine, qualche volta le iniezioni.
Poi diceva “Può ritornare a scuola tra 5 giorni”.
E tu pensavi “evviva”.
Ancora a casa, niente studiare, niente compiti.
La paura della siringa era un po’ il prezzo da pagare. Mi ricordo la siringa di vetro e che la mettevano a bollire in una scatola di metallo per sterilizzarla.
Il termometro freddo gelido sotto l’ascella.
L’influenza era libertà dalla scuola, libertà di giocare, ti svegliavi il giorno che eri guarito, alla mattina ,tutto sudato sfebbrato e felice e a quel punto avevi pure voglia di rivedere i tuoi amici, di uscire a giocare.
Era l’influenza d’altri tempi, non moriva nessuno era solo una banale influenza, nessuno ne faceva drammi.
Una piccola vacanza extra e la maestra lontana per qualche giorno.
8 commenti:
eh, quant'è vero...
Quante parole crociate! Ero diventato un professionista della Settimana Enigmistica.
Credo e spero che per i bambini sia la stessa cosa anche oggi.
Ciao Silvano....
Bellissimo, Silvano!
Però... "...potevi guardare la televisione (anche se non c’era mai niente).... Ma io ricordo una bellissima "TV dei Ragazzi" - verso le 16-17 - con i telefilm di Ivanhoe, Rin-Tin-Tin, i cartoni animati di Walt Disney... e senza l'incubo di dover fare i compiti!
Una brutta vicenda questa dell'influenza H1N1. Tutta giocata tra il business delle grosse case farmaceutiche e dello show da gossip sulle morti più o meno strane. Perchè ormai, anche morire è strano, e invece di cercare soltanto di far luce su di esse, se ne fa oggettivamente uno strumento di panico popolare. Siamo, è chiaro, in una società post-democratica.
Quando andavo fuori tema prendevo voti pessimi a scuola
io il termometro lo sfregavo per farlo alzare di temperatura... solo che poi si alzava troppo e mi sgamavano!
o.t.: la maestra mi diceva che "non puoi scrivere come se tenessi un diario personale"... meno male che adesso ci sono i blog!
Leggevo un sacco di giornalini !
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