10 nov 2009

Ricky - Una storia d'amore e libertà - di Francois Ozon

[Ricky, Francia, Italia, 2009, Drammatico, durata 90'] Regia di François Ozon
Con Alexandra Lamy, Sergi López, Mélusine Mayance, Arthur Peyret, Jean-Claude Bolle-Reddat, André Wilms


Visto ieri al cineforum il film di Francois Ozon.

Il film inizia con un flash forward in cui la protagonista Katie chiede aiuto perché non ce la fa più a tirare avanti la sua vita da single con due figli da crescere.
Katie è un’operaia che vive in un appartamento della squallida periferia parigina.
Ha una figlia piccola di 7 anni , Lisa, già più matura e responsabile di lei.
La vita scorre monotona scandita dai ritmi della fabbrica e della casa.
Katie conosce un altro operaio Paco.
I due hanno una storia e nasce Ricky.
A Ricky dopo pochi mesi di vita spuntano le ali. Avete letto bene, le ali ed il bambino vola, vola come un passerotto tra le mura della casa.
Questo prodigio porta nella vita di Katie e della figlia speranza e felicità, sino a che l’eco del bimbo che vola non esce dall’intimità della famiglia e diviene oggetto di sete mediatica e di consumo della società.
Katie per superare il cronico bisogno economico si fa convincere da Paco a soddisfare il desiderio dei media di vedere il bambino con le ali.
Escono quindi dall’appartamento, assediato dai giornalisti e dalle televisioni, a proporre lo spettacolo del bimbo volante. Ricky vola, si libra davanti a cineprese e macchine fotografiche, li incanta ancorato alla madre tramite un filo come fosse un aquilone.
Il filo scivola dalle mani di Katie e Ricky veloce vola libero, si allontana dai palazzi e va verso un lago e poi nel cielo sopra gli alberi di un bosco sparisce alla vista della folla di curiosi che invano l’hanno rincorso.
Ricky non lo troveranno più né più ritornerà, solo la madre lo rivedrà un’ultima volta cresciuto e con le ali ancora più grandi e forti.
Con un’inquadratura di Katie sola in casa ed ancora incinta il film si chiude.

Film bellissimo. Poetico. Una favola per adulti. Immagino che il film abbia molteplici chiavi di lettura e che Ricky racchiuda in sé una simbologia particolarmente ricca. Così viene in mente la voglia di volare, la paura di volare, la libertà, la fantasia, la speranza, la parabola di un nuovo messia che se oggi apparisse verrebbe ridotto a fenomeno da baraccone. Ancora, Ricky rapportato alla nostra società è l’incapacità di sognare ed il bisogno di ridurre tutto alla razionalità, alla spiegazione, alla spiegazione scientifica.
Ma per chi ha visto il film rimane la domanda “Ma Ricky c’era? C’era davvero? e poi riapparirà nella vita di Katie?”. L’idea che mi sono fatto io è che Ricky sia esistito solo nella fantasia di Katie e che non tornerà mai più.. Infatti nel già citato flash forward Katie parla solo di due figli (era incinta nella scena finale) e chiede di affidare il più piccolo.
Ricky rappresenta a mio avviso lo spazio intimo di Katie, il suo anelito di libertà che ha lasciato libero di vagare nel tempo e nello spazio proprio per preservarne l’essenza, per non rovinarla con il quotidiano duro e grigio della vita.
Similmente ho letto in Lisa la proiezione della razionalità di Katie, fonte di concretezza,di come Katie dovrebbe essere per affrontare la vita e le difficoltà che essa comporta, invece di rifugiarsi nell’illusione (vedasi la scena dove Lisa cerca per un attimo di tagliare le ali a Ricky).
Katie è l’archetipo di una donna sola, che si è proiettata all’esterno per preservarsi dal nulla rappresentato da un’esistenza dura e povera, dove le figure maschili (vedi Paco) non sono che dei vuoti riempitivi.
Katie è la solitudine e la superiorità delle donne nell’affrontare la vita, lasciate sole da uomini o troppo irreali e straordinari come Ricky, o troppo reali e inconsistenti come Paco.



6 commenti:

Lucien ha detto...

Anche a me è piaciuto molto. Ozon attualmente è uno dei migliori registi francesi.
Certo che a spoiler non hai mica scherzato. A me non dà particolare fastidio (a parte i thriller) però ho un'amica che ti avrebbe fucilato. :)

Euterpe ha detto...

Temevo fosse una cosa leggera e volevo tenermi alla larga,ma se dici così mi fido

il Russo ha detto...

Segno...

Anonimo ha detto...

che angoscia... basta!
mai parlare di maschi che restano, eh?
o un po' più delle donne che se ne vanno... come in tre uomini e una culla, ve lo ricordate?
(la versione originale francese, non il remake americano: tre uomini e un bebè)

Alberto ha detto...

Consigliatissimo!
Film veramente profondo, incredibile l'inversione di ruoli madre-figlia (fin dall'inizio quando é Lisa a svegliare Katie che non ha voglia di andare al lavoro) e la solitudine della stessa Katie, piuttosto che la pochezza/inconsistenza di Paco come compagno e come uomo di fronte alla gioia/serenità del piccolo Ricky.
Una bellissima favola, non c'è che dire.

Anonimo ha detto...

Accidenti questa volta la mia dispensa delle "schifezze" era vuota. Niente popcorn, niente caramelle, niente patatine ... e così mi sono detta "come farò ad arrivare alla fine della proiezione se il film è palloso??". Così, rassegnata alla mancanza della materia prima, mi sono accomodata sulla poltrona vicino ad una circa 35enne un pochino incinta. Questa volta la vicina è stata discreta a parte un "che schifo!" quando al bimbino cominciavano a spuntare le ali. Il film mi è piaciuto e personalmente sono rimasta colpita da Lisa perchè credo che realmente i bambini siano in grado di percepire le difficoltà e cercano naturalmente di affrontarle anche se il loro ruolo non lo richiederebbe. Il ritratto della "famiglia" nel film lo ritrovo nella vita con questi difficili/superficiali rapporti tra adulti e questi bambini così esageratamente responsabilizzati. Questa volta le caramelle non erano necessarie ...