1 ott 2009

Gli itali(idi)oti – Meglio un premier puttaniere che un prete pedofilo

Quant’è duro l’atterraggio nel quotidiano, quello reale, quello diverso dal microcosmo che ognuno di noi si crea.
Non ci sono solo gli amici selezionati negli anni, gli affini selezionati inconsciamente nel tempo, gli amici e frequentatori di blog, ci sono anche situazioni di fatto subite, quali il lavoro o la scuola , dove la selezione non la puoi fare.
Sei in realtà in un mare magnum di umanità eterogenea. Istintivamente eviti di stringere rapporti profondi con persone che non ti sono affini, ma non le puoi escludere al 100% o quasi come nel tuo privato.
Per cui capita come ieri che una collega se ne esca papale-papale commentando i fatti della politica e le prime pagine dei giornali, con un’affermazione del tipo “Meglio un premier puttaniere che un prete pedofilo”.
Ho cercato di capire cosa significasse un’affermazione siffatta. Mi sfugge il legame tra il prete pedofilo e il premier puttaniere. Che c’entra?
Difficile ridurre razionalmente il concetto.
Però a ben guardare se non parla al cervello lo slogan “Meglio un premier puttaniere che un prete pedofilo” parla all’emotività.
Sono entrambe categorie negative; approfondendo una (prete pedofilo”) è più negativa dell’altra, quindi una è più positiva (“premier puttaniere”).
Cosa dice poi nel profondo il paragone? Da un lato ricorda una cosa ripugnante (la pedofilia), dall’altro una cosa molto meno ripugnante anzi piacevole e desiderabile (sesso secondo una categoria socialmente accettata ed incoraggiata: sesso uomo/donna).
Sesso uomo/donna, quindi piacere e desiderio. A questo si aggiunga che l’affermazione in sé va a solleticare pure un immaginario maschile di tipo tradizionale – quindi inconsciamente rassicurante - (uomo superiore a donna, donna sottomessa) e forse pure fantasie femminili estremamente intime e private di tipo sessuale.
La collega che ha fatto questa affermazione riportandola da un luogo comune all’apparenza senza senso in realtà ha affermato uno slogan che ha fatto breccia in lei, bypassando la sua razionalità ed affermandosi per via inconscia, per i misteriosi modi della nostra emotività.
Questa collega ha poi concluso il suo “ragionamento” dicendo che se i giornali si sinistra e le trasmissioni tipo “Santoro” non la smettono di rompere con la storia del premier puttaniere voterà e rivoterà Berlusconi anche se non sta facendo un granchè…

Lascio a voi il trarre eventuali conclusioni o morali da queste mie righe.

Vi consiglio anche di leggere questo bellissimo post dal titolo gli italioti (link).


10 commenti:

dario ha detto...

Be', io la leggo in modo diverso. Innanzitutto la tua collega e' stupida, perche', come dici tu, sente qualcosa con l'emotivita' e la tramanda con la bocca, senza passare per il cervello. E vabe'.
La seconda lettura e' che la tua collega e' cattolica, o anticattolica, che poi e' lo stesso. O almeno questo e' quello che si legge dallo slogan, che puo' non avere niente a che fare con la tua collega, visto che per il suo cervello non e' passato. Che' non c'e' nessun bisogno di specificare che uno e' prete per rafforzare l'immoralita' del pedofilo. Insomma, meglio un farmacista pedofilo o un prete pedofilo? Boh, mi sembrano tutti e due dei viscidi animali!

Ma la terza considerazione, che secondo me, con slogan di questo tipo, "quelli di sinistra" (tutti tranne me?) tendono a evitare di considerare, e' che se un premier e' puttaniere, be', allora che cosa ci si propone come alternativa? Se l'alternativa e' un prete pedofilo, be', allora, per quanto mi fa schifo un premier puttaniere, allora forse forse sceglierei quest'ultimo.

Certo la tua collega e' scema, mentre io non sceglierei per nulla al mondo il premier puttaniere, se si tratta di Berlusconi. E questo non fa che rafforzare la pedofilia di preti come Bersani o Franceschini.

silvano ha detto...

Io la vedo in modo diverso. Pedofilia è per tutti qualcosa di estremamente negativo e tabù.
Affermazione: io sono contro la pedofilia (tutti sono d'accordo e si tratta di qlcs che non può essere discusso, diciamo che è universalmnte accettato).

Prete pedofilo: (ce ne son parecchi in effetti) diventa luogo comune per cui è la cosa più semplice cui possa pensare, è anche la prima cosa a cui penso se sento l'aggettivo "pedofilo".

dario ha detto...

Non se ne puo' discutere? Secondo me si.
Un "pedofilo" per esempio lo conosco. E' uno di trentacinque anni che si e' trombato una diciassettenne consenziente. Siccome il fatto e' successo ad uno statunitense negli stati uniti, questa cosa e' illegale e punita severamente, infatti quel tipo che conosco e' in galera.

Altra cosa e' il pedofilo che va in thailandia a trombarsi le schiavette del sesso. Mi pare che sia proprio un sudiciume. Ma sicuramente peggio ancora e' uno che sevizia un bimbo non consenziente, perche', oltre che il danno psicologico e quello fisico dell'atto sessuale, c'e' anche che quel bimbo viene immobilizzato con la forza, aggiungendo quindi danno psicologico e fisico.

Se poi uno e' un educatore, come un insegnante, e' ancora peggio, perche' puo' facilmente avere accesso alle sue "prede" e far valere la propria autorita' di educatore per ottenere quelle schifezze.

Ma il peggio del peggio e' quando si tratta di uno che viene considerato dal minore e dalla sua famiglia un educatore morale. Per esempio un prete.
Perche' oltre a tutti i danni che ho elencato sopra, c'e' anche la distruzione del patrimonio morale passato e la minatura di quello futuro.

Ben diverso dal tipo che conosco che s'e' fatto una diciassettenne consenziente in una serata di sbornia. Ma sempre di pedofili si tratta, no?

Lo slogan della tua collega invece mi pare ponesse piu' l'accento sui risvolti politici dell'affaire berlusconi. O no?

silvano ha detto...

Si può discutere di pedofilia se ti va, ma il mio post voleva, senza successo, trattare della comunicazione, di come vengono infarcite di slogan le persone e di come questi slogan siano studiati per bypassare la razionalità.

dario ha detto...

;-) okay, sono andato fuori tema, scusa.

dario ha detto...

;-) pero' io tentavo di dare un modesto parere sulle motivazioni per cui quel tipo di slogan ottiene cosi' vasto successo.
Che', se non c'e' un'idea forte che si contrappone al significato, il significato passa in secondo piano e quel che conta e' solo la trasmissione acritica del messaggio, che viene comunque percepito, a livello di stomaco (visto che il cervello non viene coinvolto).

silvano ha detto...

Non credo. Nel senso che quegli slogan sono studiati a tavolino per parlare all'emotività. Per fare ciò che dici tu bisognerebbe produrre "una rivoluzione culturale" che dovrebbe portare a pensare la massa delle persone che approfittare della prostituzione è un fatto socialmente inaccettabile tanto quanto la pedofilia. Non mi sembra semplice. Più semplice sarebbe educare le persone a pensare razionalmente: ma secondo te quanti sono in grado?

dario ha detto...

Silvano, ti vedo addirittura piu' pessimista di me. Che' io credo che la maggioranza della gente sia idiota. Tu invece la fai proprio tutta idiota. Tranne una piccola elite di illuminati cui includi te stesso e (spero) me.

Chiaramente noi siamo illuminati perche' riusciamo a giudicare quello slogan dall'esterno, come spettatori, non sentendocene toccati.

I fruitori di quello slogan invece, secondo me, sono in parte persone che si accontenterebbero di una alternativa morale, se esistesse. E, ovviamente, se fossero abbastanza critici da considerarla morale. Ma se l'alternativa al premier puttaniere e' il prete pedofilo, e' chiaro che, anche valutando criticamente il significato dello slogan, la scelta non puo' che ricadere sul premier puttaniere.

In altre parole, a me (ma credo di non essere l'unico, anzi, mi pare di essere quasi in maggioranza, almeno nel popolo della Sinistra) non piace che Berlusconi vada a puttane, ma non credo che sia questo il motivo per cui debba cadere, e soprattutto non credo che una alternativa valida al modello berlusconiano sia quella del grande partito che si dice di Sinistra e si arroga il ruolo di opposizione.

Io stesso, parafrasando quello slogan, direi. Meglio un governo fascista che un non governo. E lo dico con estrema tristezza nel cuore.

silvano ha detto...

Sì non sono molto ottimista sul prossimo. Non credo ad una superiorità intellettuale, credo nell'impegno. Credo che ci siano delle persone che si rompono le balle e anche qualcos'altro per cercare di ragioanre con la propria testa. Anche per me sarebbe più facile andare a casa la sera dal lavoro, sedermi davanti alla tv, spegnere il cervello e guardare tette e chiappe. Non lo faccio. Anche per me sarebbe più facile pensare che tutto va bene e che siamo il paese più bello e furbo del mondo e che siamo guidati da un genio e non lo faccio.
Troppo facile sarebbe.Io penso che quelli che lo fanno siano colpevoli, inferiori, e cacciainculo e pure che il loro voto non dovrebbe valere quanto il mio. Invece, ironia della sorte, il loro voto vale di fatto molto di più del mio. Dimmi te se sia giusto.

dario ha detto...

Silva'! Il loro voto non vale piu' del tuo. Vale tale e quale al tuo. E' alla base della democrazia.

Mi spaventa davvero tanto leggere quelle parole dalle tue dita.