14 ott 2009

I compagni di merende


Eccoli qui i nemici amici. Nemici a parole ed identici nei fatti.
Due (s)fascisti, uno dichiarato e l'altro sotto copertura.
Il gatto e la volpe, il pacciani ed il vanni.
Si potrebbe continuare con culo e camicia ecc., ecc., ma una cosa a Di Pietro al di là dello scherzo e della presa in giro la vorrei chiedere veramente:
"Ma Onorevole Di Pietro, Lei non si vergogna nemmeno un po' a voler far passare un insulto per un reato d'opinione? Lei veramente pensa che dare del vile al Presidente della Repubblica sia esprimere un'opinione e non invece un insulto da bar? Sono queste le sue opinioni?"


9 commenti:

dario ha detto...

Gia', silvano. La situazione e' davvero triste. Pensare che l'ultimo baluardo della cosiddetta sinistra e' un uomo di destra Sfascista come Di Pietro.

Si', perche' di compagni di merende se ne trovano anche altrove. Mai visto fare pane e nutella insieme Berlusconi, Veltroni, D'Alema, Binetti, Franceschini, Serracchiani, Bersani.... ammazza! sai che ho visto all'Esselunga uno scaffale pieno di barattoli di nutella da cinque chili l'uno?

Leandro Giovannini ha detto...

Da chiantigiano lasciami stare il Pacciani e il Vanni ;-PP

dario ha detto...

E il Lotti?

silvano ha detto...

Caspita il Lotti me l'ero dimenticato.

Leandro Giovannini ha detto...

Lotti detto il Katanga, Vanni detto Torsolo e Pacciani il Vampa. Come hanno fatto a fare quello per cui sono stati accusati senza lasciare tracce, è per me un mistero.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

No so. 'Vile" é una parola forte che connota viltà appunto, vigliaccheria e visto che Di Pietro accusa di mancanza di attributi Napolitano perché non aveva respinto il Lodo Alfano, credo che dargli del vile sia forte ma non offensivo.

Gli avesse dato del mafioso, o del deficiente o altre volgarità, allora mi sarei trovato d'accordo, ma vile più che un insulto é un'accusa forte, grave, ma accusa. Possiamo disquisire sul fatto che sia un'offesa cmq e che non sia giusta, ma insulto...

dario ha detto...

Il punto, secondo me, e' che e' davvero un linguaggio volgare che io non avrei utilizzato mai nemmeno per il mio peggior nemico.

Pero' secondo me determina una offesa nei confronti di Napolitano come persona, non come istituzione. Io ritengo che il capitano della nave sia il riferimento e bisogna eseguire i suoi ordini, pena il naufragio. Se pero' ritengo che lui stia prendendo delle decisioni che non sono in accordo con il bene della nave be'... in quel caso c'e' sempre l'ammutinamento, e checcazzo!

silvano ha detto...

Caro Daniele, non sono d'accordo. Il verbo vilipendere significa diprezzare suo sinonimo suoi sininimi sono l'ingiuriare e l'insultare. Il reato di vilipendio è quindi il reato di ingiuria e l'ingiuria altro non è che l'insulto. Vile è un modo un po' più dotto per dire vigliacco. Se poi tu reputi che dare del vigliacco al Presidente della Repubblica o a un altro essere umano non sia offensivo, allora non so più che dire.
ciao.

il Russo ha detto...

Ad onor del vero, se non vado errato, mi sembra d'aver letto che Di Pietro avrebbe rinunciato all'immunità parlamentare.
Resta il fatto che uno è uno sfascista, l'altro uno sfascista a li bro paga.
Giusto per la precisione...