Ieri sera l'ho rivisto e posso dire che Profondo Rosso è un grande film. Argento ha fatto qualcosa che forse poi non è più riuscito a ripetere. Non saprei dire se sia in assoluto un capolavoro però...ci va vicino. Libero dal sapere come va' a finire, conoscendo molte scene a memoria, ho visto cose che altre volte non avevo notato. Ho gustato un sacco di particolari, mi son lasciato andare a notare le citazioni incrociate di altri film e altre di tipo pittorico e visivo. Ambientazioni oniriche. Tempi e luoghi sospesi. Attori che citano altri e sé stessi.
Ironia e gioco in un film dell'orrore sembrerebbero inconciliabili rispetto ai clichè dominanti.
Così come non vedere David Hemmings che cita sé stesso in "Blow up" di Antonioni, quando non vede con gli occhi del conscio l'immagine dell'assassino riflessa nello specchio nella scena del primo assassinio, esattamente come non notava nel suddetto film, scattando di nascosto una foto di due amanti nel parco, anche l'immagine di un omicidio che si consumava in quel preciso istante? Poi Daria Nicolodi, che recita gesticolando e con espressione tra l'assente ed il rapito, anche lei a citare Vanessa Redgrave coprotagonista con Hemmings in Blow up. Daria allucinata, un po' figlia dei fiori e un po' rappresentante della cultura lisergica della swinging london antoniana. E che dire del commissario (Eros Pagni) a mezza via tra il poliziotto super duro anni '70 ed il monnezza?
Poi quant'è bella e studiata e raffinata la scena dove David Hemmings e Gabriele Lavia in quella piazza che sembra sospesa nel tempo, correre lungo i binari del sogno, parlano ed è notte e sentono l'urlo della vittima (la medium) del primo omicidio?
Già quella piazza sospesa, deserta, sullo sfondo il bar dove il pianista Lavia suona, non è identica alla Piazza d'Italia (LINK) di De Chirico? Ed il bar illuminato, sullo sfondo con le figure immobili ed irreali, non è il quadro di Edward Hopper (LINK)?
Tutto questo gioco di citazioni, oltre che bello e raffinato è funzionale al racconto, alla trama. Si respira aria di irrealtà da un lato e, dall'altro, gli omicidi, l'esplosione della violenza, sono iper reali, solidi, concreti, sanguinari Su questi due estremi Argento muove i personaggi, la storia, con grande abilità facendo scorrere una trama che dentro di sé porta una violenza malata, perversa, inquietante: una per tutte la bambina che con lo spillone tortura le lucertole, anche lei invasa dal male pur essendone entrata in contatto solo parzialmente e solo attraverso il contatto con un disegno infantile di un omicidio.
Grande film. Una parola sola in fine per la colonna sonora. I Goblin qui producono un capolavoro che annichilisce un'altra colonna sonora di quegli anni "Tubular bells", curiosamente anche quella di un celeberrimo film dell'orrore "L'esorcista". La musica è perfetta, smette di essere colonna sonora e diventa parte integrante del film: è inimmaginabile Profondo Rosso senza la SUA musica. Oldfield è veramente poca cosa rispetto ai Goblin...semplicemente non c' è gara.
Ironia e gioco in un film dell'orrore sembrerebbero inconciliabili rispetto ai clichè dominanti.
Così come non vedere David Hemmings che cita sé stesso in "Blow up" di Antonioni, quando non vede con gli occhi del conscio l'immagine dell'assassino riflessa nello specchio nella scena del primo assassinio, esattamente come non notava nel suddetto film, scattando di nascosto una foto di due amanti nel parco, anche l'immagine di un omicidio che si consumava in quel preciso istante? Poi Daria Nicolodi, che recita gesticolando e con espressione tra l'assente ed il rapito, anche lei a citare Vanessa Redgrave coprotagonista con Hemmings in Blow up. Daria allucinata, un po' figlia dei fiori e un po' rappresentante della cultura lisergica della swinging london antoniana. E che dire del commissario (Eros Pagni) a mezza via tra il poliziotto super duro anni '70 ed il monnezza?
Poi quant'è bella e studiata e raffinata la scena dove David Hemmings e Gabriele Lavia in quella piazza che sembra sospesa nel tempo, correre lungo i binari del sogno, parlano ed è notte e sentono l'urlo della vittima (la medium) del primo omicidio?
Già quella piazza sospesa, deserta, sullo sfondo il bar dove il pianista Lavia suona, non è identica alla Piazza d'Italia (LINK) di De Chirico? Ed il bar illuminato, sullo sfondo con le figure immobili ed irreali, non è il quadro di Edward Hopper (LINK)?
Tutto questo gioco di citazioni, oltre che bello e raffinato è funzionale al racconto, alla trama. Si respira aria di irrealtà da un lato e, dall'altro, gli omicidi, l'esplosione della violenza, sono iper reali, solidi, concreti, sanguinari Su questi due estremi Argento muove i personaggi, la storia, con grande abilità facendo scorrere una trama che dentro di sé porta una violenza malata, perversa, inquietante: una per tutte la bambina che con lo spillone tortura le lucertole, anche lei invasa dal male pur essendone entrata in contatto solo parzialmente e solo attraverso il contatto con un disegno infantile di un omicidio.
Grande film. Una parola sola in fine per la colonna sonora. I Goblin qui producono un capolavoro che annichilisce un'altra colonna sonora di quegli anni "Tubular bells", curiosamente anche quella di un celeberrimo film dell'orrore "L'esorcista". La musica è perfetta, smette di essere colonna sonora e diventa parte integrante del film: è inimmaginabile Profondo Rosso senza la SUA musica. Oldfield è veramente poca cosa rispetto ai Goblin...semplicemente non c' è gara.