24 feb 2010

La produzione dei Pink Floyd tra musica colta e popular

Basta, basta Pink Floyd. Sento già il lamento levarsi. Non avevo previsto di ritornare sul tema, ma il fatto che gentilmente il sito dell'Università di Roma, abbia in una qualche misura seguito le nostre bagatelle, lasciando un commento per segnalare di questa conferenza: "Us and Them: la produzione dei Pink Floyd tra musica colta e popular" ha fatto sì che girassi per conoscenza ai partecipanti alla discussione ed ai lettori la cosa.


Se non vedete correttamente il video ecco il link a Uniroma
Abbiamo parlato dei Pink Floyd in modo molto sommario, trattandosi di un blog non è forse possibile produrre analisi più approfondite, ma un altro aspetto interessante da affrontare sarebbe quello delle influenze letterarie nei testi del gruppo inglese.
In effetti per capire l'influenza floydiana sulla musica rock e su tutto il suo movimento culturale, sarebbe essenziale parlare dell'importanza che la letteratura ha avuto nella stesura dei loro testi e delle tematiche trattate nei loro album.
Basti pensare a quel
"Run rabbitt, run, dig that hole forget the sun"
il tema della fuga da un lato e poi soprattutto "Alice in Wonderland" di Lewis Carroll.
Ancora il tema dell'alienazione ed il tema politico nella società moderna, con due titoli a farla da padroni nell'immaginario di Waters: "Animal Farm" nella produzione di "Animals" e "1984" nella scrittura di "The Wall" e poi la psicanalisi che occhieggia per tutte le 4 facciate di The Wall (vedi Comfortably Numb").


5 commenti:

Leandro Giovannini ha detto...

non per vantarmi, ma quando dicevo che Dark Side era un signor disco di musica pop, forse avevo colto nel segno.
Ciao
p.s. mi raccomando stasera..

allelimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
allelimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
brazzz ha detto...

allelimo ti adoro..quando l'università italiana riserverà lo stesso tratamento a captain beefheart,forse ,dico forse,penserò che è una buona cosa..
davvero esilarante la parte sull'amicizia fra waters e barrett..ma scherziamo?

Simone Cavatorta ha detto...

ahahahahahhha... be', Allelimo, difficile darti torto!
oddioddio, la prospettiva accademica no, ve prego...
conosco questo genere di cose purtroppo (laureato in sociologia, immaginatevi un po' la fuffa che mi sono sorbito)... avevo un professore di antropologia culturale che faceva "analisi" di questo tipo (uno serio, a volte andava anche da Costanzo, mica robetta!)... ricordo una volta che fece una gran filippica su un gruppo metal (i Pantera), che secondo lui rappresentavano un gran esempio di contaminazione culurale... solo perchè la sezione ritmica ricordava vagamente la musica tribale... ma questo è niente, c'era da morir dal ridere... veramente roba alla Pazienza.
Brazzz, fossi in te non mi augurerei troppo una beatificazione accademica di Beefheart... riuscirebbero a banalizzare pure lui, stai sicuro